Capitolo finale

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Katsuki pov:

Il caldo sole di giugno splendeva nel cielo, l'aria era tiepida e leggera come un petalo di ciliegio.
Nel cortile della nostra accademia grida di festeggiamenti si levarono verso il cielo.
Era il giorno della mia laurea e quella di Izuku, la fortuna era dalla nostra parte e mai avrei creduto che potessimo festeggiare insieme questo giorno memorabile.
"Sorridete!"
Il lampo del flash si riflesse nei nostri sorrisi, cingevo la spalla di Izuku con un braccio e con la mano libera tenevo in bella vista le bacchette della battiera insieme a un pezzo di carta, il mio biglietto d'accesso al futuro.
La toga nera mi arrivava fino alla punta dei piedi e la corona di alloro dava un tocco di classe in più alla mia figura.
Abbassai lo sguardo su Izuku che sorrideva raggiante mentre mi circondava il busto con entrambe le braccia, sorrisi involontariamente e posai le labbra sul suo capo per poi chiudere gli occhi.
Il nostro sogno si era avverato.

Persi il conto di quante fotografie avessimo fatto nell'ultima ora, ero felice ma necessitavo di cambiarmi i vestiti al più presto, stavo sudando in maniera eccessiva.
"Katsuki, canaglia. Non mi saluti neanche?" Riconobbi quella voce e mi girai di scatto, la figura alta e robusta di Mario mi fece mancare il respiro per un attimo.
Corsi nella sua direzione e mi buttai tra le sue grandi e forti braccia.
"Sei venuto, sei venuto..." dissi con le lacrime agli occhi affondando il viso nel suo petto.
"Sei come un figlio per me, come potevo perdermi un giorno così importante?" Mi scompigliò i capelli e le sue rughe si accentuarono in viso. "Devo dire che vestito così non sembri tu, sei cresciuto molto e nei tuoi occhi brilla una luce così luminosa da farmi intendere che finalmente hai lasciato il passato alle spalle." Mi diede una pacca sulla schiena e non potei che dargli ragione, annuii e mi soffiai il naso.
"E so chi è il responsabile, dov'è? Voglio congratularmi anche con lui." Si sporse per individuarlo e feci lo stesso anche io, senza risultati.
Mi scostai il sudore dalla fronte e nel sentire tirarmi la toga, mi voltai.
Ed eccolo, la luce dei miei occhi.
Non feci in tempo a dire nulla che venni allontanato dal braccio muscoloso di Mario.
"Congratulazioni Izuku! Sono così fiero di te." Lo sollevò da terra e non ebbe il tempo di dire nulla che si ritrovò sospeso per aria.
Annaspava e cercava in tutti i modi di divincolarsi, ma Mario era una roccia.
Sorrisi a quella vista e mi avvicinai.
"Vecchio, lo stai per sopprimere."
Detto ciò, allentò la presa e Izuku tornò con i piedi per terra, barcollando.
Lo afferrai dai fianchi e ringraziò Mario.

"Mi ero dimenticato di quanto fosse forte quell'uomo."
Eravamo da soli in un luogo appartato e non ne capii il motivo. Mi aveva chiesto di seguirlo e avevo accettato senza oppormi.
Non si udivano più le voci degli altri e attorno a noi regnava il silenzio.
"Izuku, che succ-" Mi guardai attorno e quando i miei occhi si posarono sulle sue mani mi si mozzò il respiro...era davvero ciò che pensavo?
Un mazzo di chiavi con due portachiavi, una 'K' e un 'I', le iniziali dei nostri nomi.

Il mio cuore prese a pompare in maniera furiosa, rimasi paralizzato e attesi dicesse qualcosa.
"So che avremmo dovuto parlarne insieme e che magari forse è ancora troppo presto però..." Alzò lo sguardo su di me e lentamente si avvicinò, fino a far scontrare le punte delle nostre scarpe. "...Kacchan, vuoi venire a vivere con me?" La sua voce era bassa e il suo tono dolce, non vi erano sfumature di dubbio o titubanza, era cristallino.
Rimasi in silenzio, troppo stupito da ciò che stava succedendo. Se era un sogno non volevo svegliarmi, immaginai come sarebbe stato svegliarmi ogni giorno con lui accanto a me, mille scenari balenarono nella mia mente sulla nostra futura convivenza.
Il nostro nido, un luogo tutto nostro dove potevano fare l'amore in ogni angolo della casa senza timore.
Immaginai noi due stesi sul divano a farci le coccole durante un noioso film, mentre in realtà la mia mente era tutto concentrata su di lui e su come mi avesse sconvolto la vita.

Senza dire una parola mi catapultai su quelle morbide e soffici labbra, all'inizio rimase impassibile, forse non si aspettava tale gesto ma poi le sue mani si incastrarono nei miei capelli ricambiando il bacio in maniera passionale facendomi tremare le gambe.
Ripresi fiato e attorcigliai una ciocca di capelli tra le dita guardandolo con occhi pieni d'amore.
"Sì, amore. Voglio venire a vivere con te." Chiusi gli occhi e lo baciai un'altra volta, ansimò contro le mie labbra e lo strinsi a me per la vita.
Su di noi non c'era nemmeno una nuvola, su di noi l'amore era una favola.
Una favola senza una fine, perché io e lui eravamo eterni. Nemmeno la morte avrebbe spezzato il nostro legame. Questo era certo.

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