CAPITOLO 4

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Eravamo tutti molto preoccupati per i demoni liberi. Se avessero cercato di catturare qualche essere umano o qualche mezzo sangue si sarebbe ricominciata una guerra tra angeli e demoni e nessuno voleva che accadesse questo anche se 'qualcuno' c'era, Lucifero.

Il mio primo combattimento contro un demone è accaduto due anni fa, quando ho perso mio padre, uno degli Angeli più belli del Paradiso, dopo il 'ritiro' di Lucifero. Edward aveva eliminato, cancellato, umiliato mio padre e io mezzo sangue 'apprendista' ho cercato con tutte le mie forze per onorare il suo nome e avere la mia vendetta ma a quanto pare senza successo.

Da poco avevo scoperto che non lo avevo ucciso, non lo avevo eliminato come pensavo era ancora intrappolato in questo mondo di mortali. Dovevo trovarlo e eliminarlo una volta per tutte e credo di sapere dove trovarlo anche se sarà pericoloso ma devo avere la conferma di quello che ho visto.

Uscita dalla casa dei genitori di Jess mi sono inventata una scusa per non portarla con me, non volevo metterla in pericolo.

Il bosco era di un silenzio tombale si sentiva solo lo scricchiolio delle mie scarpe sulle foglie secche, devo usare i miei poteri per sapere di preciso dove si trovava la cripta.

Forse era tornato a liberare qualche demone e se lo avesse fatto ed erano lì ad aspettarmi ero proprio nei guai, ma in vista non c'era nessuno, ispezionai la zona ma ne anche un'anima viva o morta. Mi avvicinai alla porta della cripta ed era chiusa,forse non era riuscito a trovarla. Sento uno scricchiolio di foglie e rami e mi giro di scatto cercando di vedere se c'è qualcuno nei paraggi, ma non vedo niente. Faccio dei passi avanti e già mi preparo per combattere e uccidere qualche demone ma l'unica cosa che trovo è un piccolo cervo. Mi avvicino alla piccola creatura e so che non ha paura di me, noi mezzi angeli e mezzi umani abbiamo questo dono di riuscire a socializzare con gli animali a sangue caldo e lui non esita ad avvicinarsi a me e farsi accarezzare il muso.

"Ciao piccolo. Ti sei perso?"

Mi abbasso per essere alla sua altezza e lui si sente a suo agio nel sentirsi accarezzare, il muso, il collo, la schiena. Mi lecca la guancia e chiudo gli occhi per la lingua umida sulla mia pelle ridendo un po'

"No piccolo!"

Ad un tratto il piccolo cervo non è più tra le mie mani e quando apro gli occhi mi trovo davanti due occhi verdi, luminosi, profondi e ... malvagi. Edward.

Mi allontano velocemente da lui cadendo a terra cercando di rialzarsi subito e senza accorgermene le mie ali si aprono sbattendo facendo alzare le foglie sul terreno.

"Belle ali"

Dice con un ghigno. Comincia a girarmi intorno quasi marcando il suo territorio e ispezionando la situazione, seguo ogni suo passo con le mie ali ben aperte per ogni suo attacco. Lo conosco bene o meglio pensavo di conoscerlo bene. Da piccoli giocavamo sempre insieme ed eravamo completamente ignari di quello che sarebbe successo dopo. Eravamo inseparabili ma poi dopo i suoi sedici anni, io ne avevo quindici, il male si era impossessato di lui facendo sparire la sua parte umana dando spazio alla parte di un demone crudele e spregevole, proprio come suo padre. Ma ho sempre avuto la sensazione che nel suo profondo la sua parte umana, umile, gentile, protettivo che lui era sia sempre lì che cerca di uscire e so che lui è diverso dagli altri.

"Sei cresciuta"

Dice squadrandomi dalla testa ai piedi leccansosi le labbra.

Quelle labbra sono state le prime che io abbia mai baciato, era stato solo un bacio a stampo prolungato ma le emozioni che ho provato sembrava che quel piccolo bacio fosse molto di più. Ma ora che mi ricordo di quei momenti mi viene solo da vomitare al pensiero di baciare l'uomo che ha ucciso mio padre a sangue freddo.

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