Le stradine di Grisignano di Zocco scorrono velocemente fuori dal finestrino della mia auto.
Ormai queste piccole vie, che ho imparato a chiamare casa, mi sembrano ogni giorno più familiari.
Sono letteralmente cresciuta insieme al mio team, la Prema.
Ho varcato per la prima volta le porte di questa factory quando avevo solo 14 anni. Seguivo mio fratello Mick come un'ombra. Non mi piaceva rimanere sola. Quando da bambina accadeva che mi perdessi, in un centro commerciale o nella piazza della mia città, per me si scatenava il panico. In pochi secondi l'ansia mi assaliva dall'interno, sentivo le ginocchia tremare e le lacrime mi rigavano il volto. Semplicemente mi paralizzavo. Non ero in grado di ragionare o di muovermi.
Mi bloccavo.
È per questo che mio fratello, non era proprio entusiasta di portarmi con lui alle sue gare, quando correva in Formula 4.
Eppure alla fine si è convinto. Forse perché aveva notato la mia più totale necessità di uscire da quelle quattro mura di casa mia.
Essendo la figlia di Micheal Schumacher, mi era stato proibito tutto.
Niente scuola pubblica, niente amici.
Almeno ho continuato a gareggiare sui kart.
Così, alla fine, mi ero ritrovata su un aereo diretto in Spagna.
Ricordo bene che la tappa del campionato in cui gareggiava mio fratello, era condivisa anche dalla Formula Regional e dalla Formula 3.
Perciò sono stata costretta a relazionarmi, almeno un minimo, con dei ragazzi, decisamente più grandi di me, ovviamente tutti amici di Mick.
Quello è stato il viaggio peggiore di tutta la mia vita, ma l'ha sconvolta, rendendola quel che è adesso.
Devo tutto a quel dannato volo.La voce di Angelina mi riporta alla realtà, e quando capisco che ormai siamo arrivati, mi lascio i ricordi alle spalle e scendo dalla macchina.
Mi rendo conto solo adesso quanto mi sia mancato questo posto. Non ci sono quasi venuta molto durante la pausa invernale e ritornarci per i test di inizio stagione mi suscita sempre un po' di nostalgia.
Inoltre oggi è un gran giorno, dovrei incontrare per la prima volta i miei nuovi compagni di squadra per questa mia prima stagione in Formula 3. Per ragioni di riservatezza non ci è stato permesso conoscerli in anticipo, infatti potrò farlo solo oggi, visto che li annunceranno anche sui social.Così mentre sistemo le mie valigie, vedo comparire sulla porta un viso familiare.
"Ecco chi si rivede, il mio monegasco preferito! Vieni qui fatti abbracciare."
Credo ormai di poter considerare Arthur Leclerc il mio migliore amico. Ci siamo conosciuti molti anni fa, lui seguiva suo fratello ed io il mio. Ci assomigliamo molto sotto quest'aspetto. Capisce bene come ci si senta a vivere nell'ombra di qualcuno. Così, abbiamo deciso di portare questo fardello insieme, e da quel giorno sembra pesare molto meno.
Restiamo alcuni minuti a raccontarci della nostra pausa, che lui ha rigorosamente passato a viaggiare per tutto il mondo.
"Comunque prima ho mentito, Lorenzo è sicuramente il mio monegasco preferito."
So che mi avrebbe rincorsa, così scappo fuori dalla stanza alla velocità della luce. Mi ha quasi presa, quando rallenta di colpo. Lo sto per fare anch'io, ma vado a sbattere in pieno su quello che scopro essere Renè, il mio team principal.
Mi guarda severo, io sto per aspettare un bel rimprovero, quando sorride e mi abbraccia. Quell'uomo non è proprio capace di rimanere serio. Rimango a parlare anche con lui, fin quando Angelina ci dice che siamo tutti e possiamo finalmente incontrare il nostro nuovo compagno di squadra. Uno è Arthur, e questo è sicuro. L'altro, beh, potrebbe essere chiunque. Devo essere onesta, sono già stata fortunata ad essere affiancata ad Arthur ed un altro pilota esperto farebbe comodo al team.
Non sono stata molto sorpresa quando la Prema mi ha fatto la proposta di correre anche in Formula 3 con loro. Ormai questa è la terza stagione in cui corro con il team di Vicenza. Nel 2020 ho gareggiato con loro in Formula 4, sia quella italiana, che tedesca, ma sono arrivata seconda in entrambe. Me la sono giocata con un presuntuoso ed egocentrico ragazzino inglese fino all'ultimo round, dove ho perso il titolo. Non ho superato facilmente la sconfitta, e ricordo ancora bene la delusione che ho provato quando ho tagliato il traguardo, pochi secondi dopo la vettura della Van Amersfoort Racing. Il mio team era soddisfatto comunque, perciò mi ha confermata in Formula Regional by Alpine, per l'anno successivo. Questa volta ho vinto con comodo il titolo, guadagnandomi il rinnovo dalla Ferrary Driver Academy. Così quest'anno hanno affidato a me uno dei tre sedili in F3. C'è chi dice che è ancora troppo presto, ho solo 16 anni, ma ho faticato tanto per farmi strada in questo mondo, e non voglio sprecare nessun'occasione.
Questa volta non permetterò a nessuno di mettermi i bastoni tra le ruote.O almeno così credevo, visto che impiego pochi secondi a riconoscere Oliver Bearman che scende dalla sua auto, indossando il merch del team.
Oliver so tutto io Bearman è il mio nuovo compagno di squadra.
Spero sia uno scherzo.Il mio nuovo teammates appoggia la sua valigia a terra, salutando il team con degli abbracci.
Abbraccia perfino Arthur che non credo neanche conosca.
Quando arriva davanti a me, intorno a noi scende un silenzio inquietante e tutti si fermano a guardarci.
Ci fissiamo per alcuni secondi, come se potessimo saltarci addosso da un momento all'altro.
Tratteniamo il entrambi il respiro, aspettando la mossa dell'altro. Purtroppo io sono orgogliosa da morire. Non cedrò mai per prima.
Credo che ormai sia passato un minuto, e noi siamo ancora intenti a osservarci. Nessuno dei due abbassa lo sguardo, nessuno dei due vuole darla vinta all'altro.
Finché, invece del caldo abbraccio che ha riservato a tutti i membri del team, allunga una mano, che stringo, non molto volentieri.
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Just Us- Oliver Bearman
FanfictionElisabeth Schumacher poteva sicuramente affermare di avere una vita quasi perfetta. Insomma era il ritratto del talento e della determinazione, e non avrebbe lasciato che nessuno la allontanasse dal suo obbiettivo: correre per la Rossa. Ma era ben c...