6. Tutur

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Il caldo torrido della Spagna, ci accoglie, pronti per disputare il terzo appuntamento del campionato.
Porto nel mio bagaglio già due vittorie e un podio. Non posso chiedere di meglio. Inoltre sono anche la prima nel campionato, per quanto possa contare al terzo weekend di gara.
Ad essere sincera non amo particolarmente questo circuito, non tanto per il layout che è sicuramente interessante ma, più che altro per l'elevata abrasività del tracciato. Non sono famosa di certo per la mia gestione degli pneumatici, e questa pista accentua ancor di più questo mio difetto. Sono conscia che questo non sarà un weekend semplice per me, però conto almeno in una qualifica solida.

E' giovedì mattina, e cammino svogliata nel paddok delle formule minori. I meccanici sono impegnati nella sistemazione del set-up, e Arthur non è ancora arrivato: si prospetta una mattinata noiosa. Avevo anche pensato di stare un po' con mio fratello Mick, ma non sono gara fortunate per il suo team, e impiega tutto il suo tempo a tentare di risolvere queste difficoltà.
Così mi ritrovo a fare un giro nel nostro paddock con Dennis e Jehan, che non fanno altro che infastidirsi a vicenda.
"Noi due abbiamo delle interviste per la Red Bull da fare, quindi ci vediamo dopo Isa". Sbuffo, ritrovandomi ancora una volta da sola. Così decido di visitare il paddock, nel mentre che aspetto Arthur.
Proprio mentre sto varcando i confini della pit lain, lo schermo del mio cellulare si illumina, segnalando l'arrivo di una notifica.
"Ti ho vista nel paddock prima e ti devo parlare, hai voglia di fare un giro?".
Rimango stupita quando mi accorgo da chi proviene il messaggio, Oliver. Non sono ancora molto sicura che la voglia di ucciderlo mi sia passata, ma visto che lo scorso weekend si è comportato quasi da amico, potrei dargli una possibilità. Rispondo brevemente al messaggio, fissando un luogo per l'incontro. Mentre lo aspetto, penso di cosa vuole parlarmi. Ha forse deciso di chiedermi scusa una volta per tutte? No, impossibile. È più probabile che mi annunci la sua decisione improvvisa di partire per il Congo e che non ritorni mai più. Probabilmente mi piacerebbe di più la seconda a dire il vero.
Quando lo vedo arrivare, ho quasi la tentazione di girare i tacchi ed andarmene via all'istante. Arthur cammina al suo fianco, ridendo e scherzando come se fossero amici da una vita. Quando ho detto a Renè che non avevo chiesto agli altri di non essere suoi amici, non intendevo di certo questo.
Dopo il titolo ha il coraggio di rubarmi anche il mio migliore amico?
Faccio un respiro profondo, cercando di calmare i miei istinti omicida. Nella mia testa si materializza la voce di Renè.
Suvvia Elisabeth, non essere infantile, sii professionale
Appena mi si avvicinano indosso sorriso decisamente falso, e abbraccio Arthur, che aspettavo da questa mattina.
Dopo aver scambiato qualche parola, il monegasco ci saluta e si dirige verso il box di suo fratello, probabilmente su richiesta di Oliver.
Subito il mio telefono si illumina per una seconda volta.
Come già immaginavo Arthur mi aveva appena inviato un messaggio.
"Sei sicura di voler rimanere sola con lui?"
"no"
"In caso scrivimi se ti viene voglia di ucciderlo"
"non ti prometto niente"
Mi accorgo solo quando sento provenire una risata alla mie spalle, che Oliver essendo una decina di metri più alto di me, ha letto tutta la conversazione senza che io ci facessi neanche caso.
"Non ti hanno mai detto che non si leggono le conversazioni altrui?"
"A mia discolpa questa mi riguardava a pieno. Dovrei avere paura?"
"Non lo so, dipende. Di cosa volevi parlarmi?"
"Volevo scusarmi, per tutto."
"Ho sentito bene? Tu ti vuoi davvero scusare con me?"
"Non farmi pentire di essere qui. Just shut up and listen, okay?"
Annuisco, curiosa di sentire queste scuse.
"Innanzittutto dovrei partire dal principio. Mi dispiace di averti trattato così di merda la scorsa stagione e- insomma non meritavi tutto quello che ti ho detto. Anche in Bahrain, io non pensavo veramente quello che ho detto. Ovviamente anche tu dovresti scusarti con me ad essere sincera, ma ci sono poche possibilità che tu lo faccia ed avresti anche ragione. Quando correvamo in Formula 4 ero invidioso di te, questa è la verità. Sembrava che per te fosse tutto così facile e i team avevano occhi solo per te. Non era colpa tua, tu non avevi fatto niente, ma non sapevo non chi prendermela, se non con te."
"Va bene, grazie per esserti scusato. Lo apprezzo, davvero. Ma non puoi pretendere che io mi dimentichi tutto quello che mi hai detto in questi anni, solo perché tu ti sei accorto di star sbagliando.
Comunque stai tranquillo, non c'è molto da invidiare della mia vita."
Mi innervosisco, appena lui scoppia a ridere.
"Sul serio Bearman? Ti faccio così tanto ridere?"
"Dovresti smetterla di far finta di non essere sempre raccomandata. Dubito che saresti qui se non fosse per il tuo cognome."
Scrivo in fretta un messaggio ad Arthur, prgandolo di venire ad interrompere questa conversazione assurda.
"Allora tutte quelle scuse sono tutte finte cazzo. Hai appena ammesso di esserti comportato da stronzo, ma non mi sembra che tu sia molto pentito!"
"Non ho mai detto di aver mentito su tutto questo. Quanto aprirai gli occhi ti accorgerai che non saresti niente senza i tuoi soldi. E com-"
"Cazzo ed io che pensavo avessi capito! Pensavo che dopo Imola tu avessi cambiato idea. Che dopo avermi visto così, tu avessi realizzato quanto la mia vita sia uno schifo e- fanculo le tue scuse, io non voglio più starti a sentire Bearman. Spera per te di non trovarti davanti a me in pista domenica."
Arthur si sta avvicinando velocemente e si accorge subito che non stiamo parlando tranquillamente. Non riesce neanche a raggiungerci, che io me ne sto già andando via, il più lontano possibile dall'inglese.
Arrivo al motorhome Ferrari, quando Arthur mi afferra il polso.
"Lasciami andare Tutur, sono incazzata nera."
"Lo avevo capito, ma è a questo che servono gli amici."
Ci sediamo in un divanetto nell'angolo, lontani da qualsiasi telecamera.
Appoggio la testa sulla sua spalla, sentendo le lacrime già rigarmi il volto.
"Sono stanca Arthur, non ce la faccio più. Non so più chi sono e ormai non mi ricordo neanche più perché sto facendo tutto questo."
"Lo so Beth, ma ti prometto che passerà tutto, basta solo che non ti faccia buttare giù da uno come Bearman, perché non merita neanche una tua lacrima. Sei una delle persone più forti che io conosca, ma non devi esserlo sempre. Piangi, urla, picchia qualcuno se devi, ma non tenerti tutto dentro. Parlami, ti prego."
"Ho paura che abbiano ragione, se non fossi così brava come penso? e-e se non diventassi mai nessuno? Bearman ha ragione, i-io non merito di stare qui. Io-"
"Respira Isa, respira. Bearman è un coglione ed è quello che se lo merita meno di tutti. Hai sempre lavorato duramente per arrivare dove sei ora, non pensare neanche per un attimo di non dover essere qui. Sei da venerare Isa."
Riesce a strapparmi una risata, appena sento l'ultima frase.
"Invece penso proprio che dovranno fare una statua per te, Arthur Leclerc, che mi sopporti anche quando ho i miei mental breakdown. Carla è proprio fortunata ad avere un ragazzo come te."
Ride, alzandosi bruscamente dal divanetto, sul quale mi abbandono drammaticamente.
"Dai abbiamo delle Free Practice da correre, pensa solo a far vedere a quell'inglese chi ha il vero talento"

Just Us- Oliver Bearman Where stories live. Discover now