4. Lights out

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TRAIETTORIA IDEALE: Percorso che la monoposto deve seguire per percorrere una curva nel minor tempo possibile. Come il punto di corda, anche la traiettoria ideale è a discrezione del pilota, che deve individuarla.

Così, tra un meeting e l'altro ci ritroviamo su un volo diretto in Bahrain.
La monoposto promette molto bene, e non vedo l'ora di testarla in un circuito come quello del Sakir. Ho studiato il tracciato per settimane, ho memorizzato ogni traiettoria, e l'ho provato così tante volte al simulatore, che lo potrei fare ad occhi chiusi. Arthur, invece, è incredibilmente tranquillo, ma d'altra parte ci ha corso anche l'hanno scorso. Non ho la minima idea di che cosa pensi Bearman. È vero, abbiamo stabilito un periodo di tregua per concentrarci sulla stagione, ma non siamo sicuramente diventati amici del cuore. Non passiamo le giornate ad insultarci e punzecchiarci, ma non parliamo praticamente mai. Ci scambiamo frasi minime quando siamo costretti, ma per il resto ci ignoriamo. Non che mi lamenti.
Stranamente per questo weekend noi piloti della Formula 3, insieme a quelli della Formula 2, alloggeremo nello stesso hotel dei piloti di Formula 1. Solitamente, mi hanno detto, che le categorie minori alloggiavano in un hotel differente. Almeno così posso salutare subito Mick, che non vedo da quando è partito per raggiungere la sede della Haas.
Infatti quando mettiamo piede nella hall dell'hotel, intercetto subito mio fratello, che parla con Seb. Perfetto. Due piccioni con una fava. Così dopo aver ricevuto il permesso da Renè, al quale mollo le mie valigie, corro in direzione del mio duo preferito.
"Mick, Seb!"
Appena si accorgono che gli sto correndo in contro, smettono di parlare e un sorriso spunta sulle loro labbra. Abbraccio prima mio fratello che non vedo da un sacco ti tempo, poi il quattro volte campione del mondo, che non sento da quando è passato a casa nostra qualche mese fa.
"Allora, sei pronta per la tua prima gara in F3?"
"Possiamo parlarne con calma dopo? Sistemo le mie valigie e torno, promesso. Aspettatemi qui, farò in fretta."
Così chiamo velocemente l'ascensore e mi infilo tra le persone, capitando ovviamente schiacciata sul muro.
Arrivo finalmente sul mio piano, che giustamente è uno degli ultimi, e cercando di non sbattere dappertutto con le mie valigie, sblocco la porta della mia camera.
Rimango pietrificata sulla porta, quando vedo Bearman seduto sul letto.
"Che cosa ci fai qui, questa è la mia camera Bearman."
"È tua quanto mia e di Arthur."
Non capisco bene cosa voglia dire però, quando avanzando mi accorgo che nella stanza ci sono tre letti collego tutto.
Dobbiamo condividere la camera.
Io e Bearman dovremmo stare nella stessa stanza per così tanto tempo. È vero c'è anche Arthur, ma lui di certo non è un problema. Bearman sì.
Così, sconsolata appoggio le valigie vicino al mio letto, e avverto i ragazzi che tornerò dopo, tanto oggi è mercoledì, quindi abbiamo tutto il pomeriggio libero.
Passo un'intera ora a parlare con Sebastian e Mick della gara, e loro mi danno molti consigli, che penso mi torneranno molto utili.
Decido poi di tornare in camera, per sistemare i miei vestiti e le tute da gara, che si trovano ancora dentro la mia valigia.
Una volta riempita la mia parte di armadio, decido di condividere i consigli di Seb, anche con i miei compagni di squadra, dopotutto è la prima gara per tutti.
Arthur ne sembra molto felice, e promette di estorcere qualche trucchetto anche fa suo fratello, a Bearman invece sembra che sia appena morto il cane.
"Ho cercato di essere gentile Bearman, non serve che fai quella faccia, se non li volevi sentire te ne potevi andare."
Mi riseva uno sguardo gelido, prima di rispondermi.
"Il fatto è che per voi è facile, con quel cognome siete già considerati grandi piloti, invece chi come me è stato un ragazzo normale fatica per arrivare dove sono io"
Scambio uno sguardo con Arthur, il quale sembra abbastanza rassegnato, ormai siamo abituati a questi genere di preguidizi.
"Non parlare di cose che non puoi capire Bearman"
"Ti da così fastidio la verità, Schumacher?"
"Pensavo fossi cambiato Bearman, invece sei sempre il solito bambino che non riesce ad accettare di essere stato battuto da una ragazza"
"Non penso proprio, sicuramente non da una ragazza che è qui solo per il suo cognome, e soprattutto per i suoi soldi. Tu non hai talento, hai solo avuto la fortuna di essere la figlia di Micheal Schumacher!"
"Pensavo di averti dimostrato che posso farti il culo quando salgo in macchina"
"Eppure ho vinto io. Questa volta dovrai pagare di più se vuoi vincere il titolo, o quantomeno assicurati di aprire le gambe per le persone giuste."
Esco dalla stanza in fretta e furia, sentendo gli occhi pizzicare per colpa delle lacrime che minacciano di uscire. Sento solo le parole di Arthur, prima che anche lui mi segua fuori dalla stanza.
"Sei una gran testa di cazzo Bearman. Meglio che tu non sia qui quando torneremo a prendere le nostre cose, io non rimarrò in questa stanza con te neanche un'altro minuto."
Piango nervosamente, mentre percorro il corridoio del terzo piano.
"Seb? Posso entrare? Perfavore-"

Just Us- Oliver Bearman Where stories live. Discover now