2. Riunione

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Giro veloce:
Miglior giro effettuato durante lo svolgimento della gara. Se l'autore del giro si classifica tra i primi dieci ottiene anche un punto valido per il campionato.

Ho ancora i muscoli irrigiditi, quando mi siedo su una delle sedie girevoli nella sala per le riunioni. Al mio fianco si posiziona Renè e dall'altro Arthur, che ringrazio con lo sguardo. Probabilmente qualcuno gli ha raccontato la storia che c'è stata tra me e Bearman, ma anche se non ne sapesse niente, credo abbia intuito il rapporto non proprio amichevole che condividiamo.
Non porto così tanto rancore verso di lui solo perché ha vinto il titolo a cui aspiravo anch'io. Non mi arrabbierei mai così tanto solo per questo.
Piuttosto sono infastidita da come ha vinto il titolo.
Si è sempre sentito migliore di me, e non si preoccupava di nasconderlo. Ha affermato più volte che sono "tutto cognome e niente talento". Io e lui abbiamo avuto molte lotte, soprattutto molti incidenti, e questo non ha migliorato affatto il nostro rapporto. Eravamo sempre e costantemente in competizione. Una competizione tossica aggiungerei. Siamo arrivati a non poter neanche stare nella stessa stanza e ha dover essere allontanati l'uno dall'altra dopo disastrosi incidenti, che portavano sempre al ritiro di entrambi.
Sono cambiata tanto durante la scorsa stagione e ho capito quanti sbagli avevo commesso con l'inglese. Il mio comportamento era stato decisamente infantile, ma anche lui ci ha messo del suo. Abbiamo sbagliato entrambi, e se lui non lo ha ancora capito, beh, sarà una stagione molto lunga.

Parliamo della vettura per questa stagione, evidenziando i difetti, ma anche i punti di forza. In questi meeting noi piloti non abbiamo quasi niente da dire, visto che non abbiamo ancora provato la vettura definitiva, e quindi non possiamo ancora dare dei giudizi precisi. Possiamo solo esprimere le nostre opinioni sui setup della scorsa stagione, per riproporli eventualmente anche quest'anno. Oggi, se tutto andrà secondo il programma, riusciremo già a testare la nuova vettura completa. Ho molte aspettative per questa stagione, e so che la Prema farà di tutto per non deludermi.

Nel pomeriggio, dopo aver passato tutta la mattinata ad analizzare grafici e registrare contenuti per i media, finalmente possiamo indossare il casco e la tuta.

Il mio casco è pressoché uguale a quello dello scorso anno, e quindi molto simile anche a quello che usavo nei kart.
Avevo circa cinque anni quando scelsi quel design. Eravamo alla ricerca di un casco per iniziare veramente la mia carriera agonistica sui kart, e il vecchio sponsor di mio padre si era offerto di aiutarci. Ricordo che non volli dire all'addetto al design, non so se per timidezza o per indecisione, come volevo il casco.
Ma una volta a casa corsi nella stanza dedicata alla carriera di mio padre, e ancora prima che lui mi raggiungesse, cercai di afferrare uno dei sui caschi, che tutt'ora rimane il mio preferito. Quello del 2004. Lo indicai e dissi solo: "Quello".
Così da allora indosso un casco con il design praticamente identico, tranne per gli sponsor, ovviamente.
Ogni tanto ripasso ancora davanti a quella stanza, riguardo tutti i suoi trofei, i suoi caschi, le bandiere e le foto incorniciate, ma tutto questo non vale niente se lui non è davvero qui.
Vorrei non leggere sul retro del mio casco "Keep fighting dad".
Vorrei che lui fosse qui come lo era nove anni fa.
Ma non posso.
Quindi vado avanti, senza guardarmi indietro.

Arthur spunta sulla soglia della mia stanza, mentre mi asciugo una lacrima solitaria. Mi studia per alcuni secondi, mentre seduta a terra, tengo tra le braccia il mio casco.
Muove alcuni passi, fino ad abbassarsi al mio livello per abbracciarmi.
Lui capisce. Più di chiunque altro. Non ho avuto la fortuna di conoscere suo padre, Hervè, ma sono sicura che per aver cresciuto tre figli così, dovesse essere una persona davvero fantastica. Arthur ed io non ne parliamo spesso, fa male riportare a galla quel tipo di ricordi, ma sono consapevole di poter sempre contare su di lui.

"I know, I miss him too. Come on we have a new car to drive.".

Finalmente entriamo nella vettura, che anche se ancora un po' scomoda, perché dobbiamo ancora rifare i sedili, mi piace. Ovviamente non abbiamo provato chissacosa. Abbiamo solo completato alcuni giri per testare come reagiva alle richieste del pilota. Anche ad Arthur sembra piacere, e beh, a Bearman non ne ho idea, non ci ha ancora rivolta una parola. Torniamo nelle nostre stanze per sistemarci, e indossare nuovamente il merch della scuderia, o nel nostro caso, quello della Ferrari Driver Accademy. Sia io che Arthur, facciamo parte della FDA da molti anni ormai, e Bearman ha firmato il contratto qualche settimana fa. Fortunatamente non lo avevo ancora mai incontrato nella sede a Maranello, e speravo che non accadesse ancora per un po'. Ma penso proprio che sarò costretta ad abituarmi alla sua fastidiosa e continua presenza.

Proprio quando finisco di cambiarmi, qualcuno bussa alla mia porta. Mi aspetterei di vedere tutti, tutti tranne Oliver James Bearman.
Guardandolo da più vicino noto che è cambiato molto dall'anno scorso. Adesso è molto più alto e assomiglia meno ad un ragazzino fastidioso, anche se secondo me lo è ancora. Non posso fare a meno di squadrarlo dall'alto al basso, indugiando qualche secondo sul suo viso.
Rimaniamo distanti, lui sulla porta, io alcuni metri più avanti.
"Prima sono passato di qui e ti ho vista piangere, è per caso colpa mia?"
"Scherzi? Non piango per tipi come te Bearman."
Il suo sguardo cambia impercettibilmente. Sembra essersi indurito. Adesso sono tornati gli stessi occhi con cui mi guardava quando combattevamo per il titolo.
"Non mi pareva che la scorsa stagione dicessi lo stesso."
Mi giro di scatto. Questa ha fatto male. E anche lui deve essersene reso conto, sta per parlare ancora, ma lo interrompo subito.
"Comunque non sono affari tuoi, Bearman, non ti deve interessare per chi piango."
Prima che io possa chiudere la porta, lui si volta e torna su i suoi passi.
Non male come prima chiacchierata da compagni di squadra.

Quando torno a casa mi sento distrutta. La mia famiglia ed io abitiamo in un paesino Veneto, dove tutto sommato abbiamo abbastanza privacy. Ci siamo trasferiti inizialmente perché i parenti di mia mamma abitano qui vicino, poi non c'è ne siamo più andati. Prima perché mio fratello Mick aveva iniziato a gareggiare con la Prema, e quindi era facile arrivarci in treno, poi subito dopo sono entrata io a far parte del team di Vicenza, quindi non aveva senso andarcene.

"Sono tornata!"
Mio fratello e mia mamma sbucano dal soggiorno. Mi stringono in un abbraccio e poi mi lasciano andare in camera per sistemarmi, con la promessa che sarei tornata per raccontargli della mia giornata.
Una volta indossato il mio pigiama,prima di tornare da Mick e mamma, vado nella stanza di papà. * Fa male vederlo così. Sono grata per il fatto che sia vivo, ma allo stesso tempo fa tanto male vederlo fermo su un letto.
Mi siedo sulla poltrona che affianca il suo letto e comincio a raccontargli della mia giornata. Non tralascio niente, con lui non lo faccio mai. Quando ho perso il titolo sono rimasta giornate intere a sfogarmi con lui.
Mi sveglio improvvisamente, sentendomi mancare la poltrona sotto di me.
"Scusa Isa non volevo svegliarti, ho tentato di riportanti in camera come quando eri piccola, ma si vede che non ne sono più capace."
Effettivamente Mick mi stringe tra le sue braccia, e io non oppongo resistenza, appoggiando la testa sul suo petto.
"Quando torni a Banbury?"
"Dopodomani ho il volo, poi torno la prossima settimana."
Ormai siamo seduti sul mio letto, ma la stanchezza è quasi del tutto scomparsa, quindi rimaniamo a parlare.
"Come è andata con il team oggi? Hai già provato la macchina?"
"È andato tutto bene, la macchina mi piace, per ora risponde bene.''
"Bene, adesso mi dici la verità? Lo so che stai mentendo, se no non ti avrei ritrovata addormentata lì. Inoltre ho visto sui social i tuoi nuovi compagni di squadra, e ricordo molto bene un certo inglese."
"Mi conosci troppo bene. È vero che la macchina mi piace, il mio nuovo compagno un po meno."
Così gli racconto di Bearman, omettendo vari dettagli, ovviamente.
"Questa è una buona occasione per riappacificarvi, secondo me diventerete buoni amici."
"Nei nostri incubi, probabilmente"

Author's part
Spero che questi primi capitoli vi stiano piacendo! Cercherò di aggiornare ogni giorno, ma vi avviso già che a luglio non ne avrò per nessuno. Proverò a prendermi avanti il più possibile con la stesura della storia, visto che ho già qualche capitolo pronto. Spero solo di non deludere le vostre aspettative!

Just Us- Oliver Bearman Where stories live. Discover now