5. Imola

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Amo con tutto il mio cuore Imola. Per me è casa, come lo è Monza. Il fatto che io sia cresciuta in Italia mi fa provare un certo affetto per i circuiti italiani. Inoltre, non correndo più in Germania, sono gli unici Gran Premi che posso definire di casa.
Imola è famosa soprattutto per essere stata teatro della morte di Ayrton Senna. Tutti pensano che essendo figlia di Micheal Schumacher io creda che mio padre sia il pilota più forte mai esistito nella storia della Formula 1. La verità è che se tutti vedono Micheal Schumacher come il sette volte campione del mondo, per me lui è solo papà.
Inoltre è stato lui stesso a trasmettermi un profondissimo rispetto e una grande ammirazione per il pilota brasiliano. Loro hanno avuto un rapporto, purtroppo durato poco, che ha segnato molto la carriera di mio padre. Mi sarebbe piaciuto incontrarlo.

Quando salgo in macchina per le qualifiche sento l'adrenalina scorrermi nelle vene. Conosco Imola come le mie tasche, non posso sbagliare.
Completo il mio ultimo giro abbastanza delusa. Ho spinto molto in quest'ultimo giro, ma ho paura non sia stato abbastanza. Le gomme ormai erano usurate, e ho rischiato più volte di perdere la macchina.
Torno ai box, aspettando la comunicazione della posizione da parte del mio ingegnere.
"Elisabeth.."
"I know, I know. Not my best lap. Sorry guys, I tried."
"But, you are in fucking pole baby"
"Are you joking or what? That's not funny guys"
"I'm not joking Isa! You are in pole!"

Posso dire di essere soddisfatta.
Purtroppo per Arthur e Oliver la giornata non è andata nel migliore dei modi. Il britannico partirà undicesimo, mentre il monegasco, che ha riscontrato vari problemi con la vettura, ventunesimo.
Nel pomeriggio mio fratello passa a congratularsi con me per la pole, e rimaniamo tutti insieme a guardare la Formula 2. Purtroppo per Dennis e Jehan la stagione non sembra sia iniziata nel migliore dei modi, perché non sembrano trovare il set-up migliore.
Mi appoggio alla spalla di Mick, mentre i ragazzi cominciano a girare in pista.
Quando riapro gli occhi, impiego qualche secondo a realizzare di essermi addormentata. Contando sulla presenza di Mick, mi volto verso di lui, rimanendo sorpresa di vedere il volto di Oliver Bearman.
"Ben svegliata Bella Addormentata"
In risposta mi scosto velocemente, scoccando al britannico un'occhiata gelida.

Passiamo il pomeriggio ad aiutare i meccanici e gli ingegneri, pensando ad eventuali strategie di riserva per la Feature, visto che per la Sprint non ne avremo bisogno.
I nostri ingegneri hanno optato per delle strategie simili fra loro per la Sprint: io avrei provato a spingere, senza però prendermi rischi inutili per salvaguardare la macchina per la domenica, ed Oliver tenterà di guadagnare alcune posizioni. Io ed Oliver cercheremo di non ostacolarci a vicenda, come in Bahrain, ed ovviamente se lui sarà più veloce lo farò passare, senza perdere tempo. Abbiamo entrambi bisogno di raccogliere buoni punti per il campionato visto che non ne abbiamo preso nessuno nella prima sprint della stagione.
Posso dire di non averlo ancora perdonato per il nostro ritiro in Bahrain. Non che ne noi ne avessimo parlato ancora, però non mi piace ancora molto. Insomma ogni tanto è simpatico, ma il più delle volte è un vero stronzo. Pensa di potersi sentire superiore solo perché non è un figlio d'arte come me e Arthur.
Se solo sapesse quanto è difficile esserlo.

Renè mi passa a prendere la mattina praticamente all'alba. Questo è quello che odio di più del mio essere appena diciassettenne. Insomma, dipendo sempre dagli altri. È frustrante non essere autonoma come Arthur. Però, dal tronde, anche Oliver subisce la stessa tortura.

Renè mi obbliga a fare qualcosa per distrarmi, visto che essendo solo le 5.30 di mattina, manca ancora molto alla mia gara.
Così indosso degli abiti sportivi che mi ero portata e faccio nuovamente il giro del tracciato di corsa, ascoltando buona musica per distrarmi dall'imminente gara del giorno.
Amo correre. Lo faccio veramente spesso. Mi aiuta a liberare la mente e a dimenticarmi per qualche ora dei problemi che devo affrontare. Inoltre è una continua sfida, che mi motiva a migliorare sempre più.
Così, appena termino il primo giro del circuito scaricando la tensione, nel secondo mi concentro di più sulle traiettorie e sugli errori che potrei commettere.
Una volta percorso il tracciato varie volte, torno sui miei passi fino alla pit lain, per avvisare Renè che sarei tornata in hotel per darmi una rinfrescata.
Così, una volta pronta nuovamente per tornare al paddok, mi accorgo di un grosso problema.
Fuori, come si era già presupposto, piove. Più che piove, diluvia. Se voglio prendermi la broncopolmonite uscire lì fuori è il modo migliore. Così, disperata provo a contattare tutti quelli che potrebbero offrirmi un passaggio.
Dopo quindici minuti sono più scoraggiata di prima.
Tutto il mio team è già al paddock, incluso Arthur.
Mick anche.
Seb pure.
Ho perfino chiesto a Dennis e Jehan, ma la risposta è stata la stessa.
E non ho la minima intenzione di chiedere un passaggio a Bearman, neanche se fosse l'ultimo uomo sulla terra.
Piuttosto che lui, scelgo la broncopolmonite.
Poi la soluzione mi passa, letteralmente, davanti agli occhi.
"Charles, Charles scusa. Ti devo chiedere un favore enorme."
"Spara"
"Mi potresti dare un passaggio fino al circuito? Sono rimasta a piedi, e se aspetto ancora un po' finirò per arrivare in ritardo. Ti scongiuro sono disperat-"
"Isa, ho detto che va bene. Non è un problema."
"Grazie grand frère"
"Prego petite soeur"
Percorro la hall al fianco del monegasco mentre chiacchieriamo tranquillamente della sua meritata vittoria in Australia, attirando l'attenzione di qualcuno.
Bearman si volta nella mia direzione, interrompendo il discorso che stava facendo con suo padre.
"Devi andare al circuito? Ti diamo un passaggio noi. Non serve che disturbi altre persone"
"Grazie Bearman, ma la risposta è no. Mi sono appena messa d'accordo con Charles, non è un problema per lui, vero?" Cerco lo sguardo del monegasco, sperando in un aiuto. Lui annuisce convinto, sfoggiando uno dei suoi soliti sorrisi.
Così raggiungiamo la sua iconica Ferrari 488 pista, che amo alla follia. Non è la prima volta che ci salgo, quando vado a Maranello un giro su questa bellezza è ormai d'obbligo.
"Per caso c'è qualcosa tra te e quel ragazzo?"
"Chi? Io e Bearman? No di certo! Non ci sopportiamo neanche, l'unica cosa che provo per lui è antipatia."
"Forse per lui non è lo stesso"
"Cosa intendi?"
"È chiaro che ha reagito così perché era geloso."
"Lui? Geloso di me? Nei miei incubi forse!"
"Non ti sto prendendo in giro Isa. Sono un ragazzo anch'io, e riconosco quando qualcuno è geloso. E lui lo era sicuramente."
"Sarà, ma in questo momento non me ne importa proprio. Non può fare lo stronzo e poi essere geloso. Non funziona così."
Abbandoniamo lì la conversazione, riprendendo il discorso di prima sulle varie curve del circuito italiano.
Una volta arrivati in prossimità del paddock ringrazio il monegasco.
"Grazie mille Charlie, ti offro un caffè appena torno a Maranello."
"Di niente Isa, buona fortuna per dopo. Forse ho una riunione, ma cercherò di seguire la gara."
"Ah, e ultima cosa. Grazie per essere venuto sotto al podio in Bahrain. Era importante per me. Ti voglio bene Charlie."
Ci abbracciamo, come riusciamo, visto che siamo ancora all'interno della vettura.
"È il minimo che potessi fare. Sei ancora la mia piccola sorellina. Lo sarai per sempre. Ora vai che devi fare il culo a tutti quei ragazzini che pensano di poterti battere."
Lo stringo un'ultima volta, per poi uscire dalla sua auto, cercando di non lavarmi, sotto le risate del monegasco. Tanto neanche lui ce l'ha l'ombrello.
Arrivo al paddock comunque bagnata da testa a piedi, guadagnandomi un'occhiata di rimprovero da René, che mi fa segno di andare ad indossare già la tuta.
Entro nel minuscolo spazio riservato a noi piloti, cercando la tuta con scritto il mio nome.
"Anche tu in ritardo?"
"Ovviamente Tutur. Ti pare che possa arrivare in orario il giorno della Sprint? Te invece perché sei in ritardo?"
"Sono stato troppo al telefono con la mia ragazza e non mi sono accorto dell'ora"
"Se il motivo è questo allora sei perdonato."
Scherziamo, cercando di infilarci il più velocemente possibile la tuta.
Lasciamo le maniche allacciate sui fianchi, per poi raggiungere i nostri allenatori e cominciare l'allenamento pre-gara.
Io partirò decima oggi, il che mi rende molto frustrata. Sulla pioggia non me la cavo male, poi sono certa che qualcuno commetterà degli sbagli, quindi puntare a stare in zona punti non mi sembra troppo difficile.
La gara comincia sotto il diluvio, e se non fossi un minimo cosciente delle mie capacità sul bagnato, definirei la gara impossibile.
Letteralmente non vedo neanche la macchina di fronte a me.
Recupero qualche posizione, poi la gara viene interrotta per un incidente avvenuto tra le prime posizioni. Viene esposta la bandiera rossa, e torniamo tutti in pit lain, per aspettare il re-start della gara.
Raggiungo subito il mio ingegnere, con il quale mi lamento della pessima visibilità e del fatto che la macchina non abbia assolutamente grip. Mi fa notare alcuni punti dove sbaglio, chiedendo maggiore attenzione su quelli.
Risaliamo in macchina poco dopo e ci viene comunicata la strana ripartenza da fermi. È una fortuna per me, visto che odio la partenza lanciata.
Al secondo spegnimento dei semafori non mi faccio cogliere impreparata. I due davanti a me non scivolano, praticamente pattinano sull'asfalto, così mi infilo in mezzo, ritrovandomi davanti solo due vetture. Parte l'inseguimento alla vettura più vicina, impegnata nel sorpasso del leader della gara. Quando quest'ultimo viene sorpassato, posso approfittare del suo momento di debolezza per farlo a mia volta. Mancano ancora tre giri quando comincio ad avvicinarmi pericolosamente al nuovo leader della gara.
Lui scoda terribilmente alla fine della chicane e io spingo l'acceleratore, sperando di coglierlo impreparato.
Tenta di difendersi, ma ormai io sono già troppo avanti, e chiudo il sorpasso senza incontrare resistenza.
Comincio ad allungare il distacco tra di noi, temendo di dovermi difendere da un'attacco.
La fuga non dura molto.
Dopo appena un giro da leader della corsa, taglio il traguardo, vincendo la Sprint race ad Imola. La mia prima vittoria in Formula 3. Partendo dalla decima casella. Sotto il diluvio.
Ho vinto.
Scendo dalla vettura, parcheggiata dietro al numero uno. Abbraccio il mio team, che festeggia finalmente la prima vittoria della stagione.
Tra la gente scorgo Mick, che abbraccio. Lui mi stringe di rimando, sussurandomi di essere fiero di me. Mi assesta un'ultima pacca sulla spalla, incoraggiandomi a raggiungere i commissari per pesarmi.
Rimango stupita, quando vedo Renè seguirmi nella strada verso il podio. Renè che prende il trofeo per il team non si è mai visto, deve essere proprio contento.
Mi abbraccia ancora, orgoglioso del mio risultato.
Festeggio sul podio, scorgendo un certo monegasco di nome Charles Leclerc correre verso il podio, rimanendo deluso di essere arrivato troppo tardi. Mi sorride comunque, salutandomi con la mano, affiancando suo fratello Lorenzo, che mi stava prontamente registrando con il suo telefono.

Just Us- Oliver Bearman Where stories live. Discover now