E' stato un piacere, Principessa

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"Che mi prenda un colpo, quella è.. la Principessa Elsa!" Sento qualcuno esclamare, mi volto imbarazzata, il cuore mi batte fortissimo, sto trasgredendo le regole, non ho mai fatto niente del genere, ecco un altra esclamazione.


"Per tutti i santi.. Hai ragione è Elsa!" Attraverso le cucine a testa bassa, dietro Jack, che mi sussurra qualcosa di dolce per tranquillizzarmi. Un sorriso spontaneo mi nasce sulle labbra e guardo Jack, sicuro di se che si sposta agile tra i banconi. Rivedo questo ragazzo da non meno di un giorno e già mi porta emozioni così forti, mi fa sentire viva più di quanto non lo sia stata per tutti questi anni. Ci sediamo a un bancone semivuoto dove una cameriera cicciottella sta sbattendo le uova con energia, la sua faccia concentrata mi dissuade quasi dal bisogno di mangiare che mi sta bucando lo stomaco,


"Elsa!" Qualcuno chiama il mio nome, ma, al contrario di tutte le voci a me sconosciute nella stanza questa mi suona molto familiare, mi volto e vedo Rudolf, il mio badante di quando ero ancora piccola, e non potevo stare con nessuno, mia mamma lo mandava da me a farmi compagnia. Era l'unico in tutto il regno a parte la mia famiglia e Jack a sapere del mio potere, e nonostante questo non disse mai un parola al riguardo, mi trattò sempre come una persona normale, al contrario di mio padre. Lui mi trattava come un'appestata, quando mi guardava negli occhi le rare volte, vedevo il suo dolore, la sua delusione. Una volta lo sentii litigare con mia madre, le urlava che era colpa sua se ero così, che forse sarebbe stato meglio farmi sparire e...


"Elsa? Tutto bene? Chi è questo vecchio?" E' Jack a interrompere i miei pensieri, in modo al quanto scortese, cosa gli prende? Decido di ignorare il suo commento, irritandolo leggermente.


"Rudolf! Oh quanto mi sei mancato!" Mi alzo dallo sgabello e gli salto in braccio. Era come un secondo padre per me, aveva smesso di venirmi a trovare quando compii esattamente 14 anni, mio padre decise che ero abbastanza grande per poter passare il resto dei miei giorni da sola. I capelli erano ingrigiti, la pelle più stanca e marcata dal tempo, ma gli stessi occhi vispi e pieni di bontà, il sorriso d'oro stampato in volto, profumava di buono. Mi strinse forte a se, le braccia grandi e la stretta sicura di un padre. Rudolf non aveva mai accennato a figli, ma sapevo che sua moglie era morta molto giovane di tifo, e la mia conoscenza finisce qui.


"Elsa, cara Elsa! Come sta? E come mai è fuori dalla sua stanza? Qualcosa non va per caso? " Si... anche apprensivo come un padre. Cosa mi invento adesso?


"Rudolf? Che nome sarebbe? E babbo natale con il resto delle renne dove lo ha lasciato? Nel pessimo negozio di abbigliamento dove ha comprato quegli stracci?" Sussulto, sono meravigliata dal comportamento di Jack, come mai è così scortese? Forse fa commenti cattivi su tutti, dato che nessuno lo può sentire? Spero di no, sarebbe una cosa molto poco carina.


"Sii più gentile" Lo rimprovero a bassa voce, in modo che Rudolf non mi possa sentire. Ma nonostante ciò continua a guardarlo con diffidenza.


"Sarò felice di raccontarti tutto davanti a una buona tazza di te, se non ti dispiace." Mi sorride comprensivo.


"Ne faccio preparare subito un paio Principessa. Sa, che rimanga tra noi, ma mi è mancata molto la sua compagnia." Una risata contagiosa si scaturisce tra noi, come ai vecchi tempi in cui giocavamo a nascondino, o al gioco dell'oca, oppure a te con le bambole.


Percepisco Jack agitarsi, stringere la mascella e serrare gli occhi. Mi volto verso di lui, Rudolf è andato a prendere le tazze di te.


"Ti dispiacerebbe essere un po' più gentile con lui? E' come un padre per me." Gli dico a voce bassa. Lui si volta verso di me e una vampata di freddo mi fa raggelare il sangue nelle vene, ma non mi muovo di un centimetro. Mi sta fissando intensamente, senza dire una parola, si volta stringendo i pugni. Non volevo farlo arrabbiare.


"Jack io.."


" E' stato un piacere, Principessa." E in un sospiro è scomparso, non lo vedo più, eppure le persone in torno a me sono intente a continuare i loro lavori, preparare piatti e portate che non mangerà mai nessuno. Nessuno si è accorto della scomparsa di Jack, e questo mi crea una strana sensazione alla bocca dello stomaco. Forse ho capito cosa intendeva Jack. ' Non esistere per nessuno'.


The Cold Never Bothered Me Anyway.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora