L'appuntamento

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"Pensavo avessi detto fosse un'emergenza", sbottai diretta a mia madre.

"Avrei rovinato la sorpresa! Stavo facendo vedere al signor Norwood alcune delle tue foto da piccola. Non era adorabile?"

"Sì, anche allora si capiva che sarebbe diventata una donna forte e bellissima" rispose lui, posando i suoi ipnotizzanti occhi verdi striati d'oro su di me. 

"Questo tè è delizioso, signora Mercer"

"La prego, mi chiami Melissa" gli rispose lei con una risatina. 

Avrei voluto vomitare. Mia madre era più innamorata del mio partner di me. 

Avrei scommesso che pensasse che sarei andata a letto con Aiden entro la fine della stagione, ma io lo avevo guardato negli occhi parecchie volte e quella sensazione di riconoscimento non era mai arrivata. 

Dopotutto lui mi stava solo usando. 

"Com'era la città?" Mi chiese mostrandomi un sorriso diabolicamente attraente. 

"Carina" gli risposi cerando di non farmi traviare dal suo aspetto. 

Il fatto che la camicia gli fasciasse ogni centimetro di quel petto ampio e delle braccia muscolose non aiutava e nemmeno il fatto che i jeans si posassero così perfettamente sulle gambe potenti e definite. 

Da quel sorriso ribelle capii che sapeva che stessi combattendo contro il mio stesso calore. 

"Non penso di averti mai vista con i capelli raccolti, prima d'ora. Ti stanno bene, specialmente con quel marchio che ti ritrovi". 

Avevo completamente dimenticato di essermi tirata su i capelli in una coda di cavallo quando ero entrata nella galleria. Delle ciocche crespe e scompigliate mi incorniciavano il viso mentre il sudore, ormai asciutto, persisteva sulle tempie. 

Ero orribile e in uno stato pietoso, e lui lo sapeva. 

Era ovvio che il bastardo arrogante avrebbe ammirato il suo operato. 

"Che cosa ci fai qui?" chiesi fregandomene delle formalità. Dopo quel pomeriggio sarebbe stato inutile comportarsi civilmente. 

"Sono un uomo in missione" commentò divertito. "Voglio sapere di più su di te e la tua famiglia. Mi sono reso conto questo pomeriggio di quanto poco ci consociamo". 

Certo che non ci conosciamo. Mi hai marchiata così, dal nulla. 

Tuttavia, quel cambio di rotta mi fece pensare che Jocelyn gli avesse recapitato il messaggio di comportarsi meglio. È stata veloce, pensai. 

Incrociai le braccia al petto e gli rivolsi un'occhiata infastidita "E quale sarebbe questa missione?"

Lo guardai alzarsi e prendermi la mano scioccata "Sienna, ti piacerebbe unirti a me per cena, questa sera?"

Lo stronzo mi stava corteggiando e dannazione, stava funzionando. 

Improvvisamente era diventato così educato. Probabilmente perché mia madre era presente. Sembrava che sarebbe potuta morire da un momento all'altro e sarebbe ascesa in paradiso. 

Io arrossii e il cuore prese a battermi così forte che ero certa lui potesse sentirlo. Mi aveva affascinata e non poco. Forse Jocelyn aveva ragione su di lui... forse Aiden Norwood avrebbe meritato una secondo possibilità. 

"Non sono vestita nel modo giusto per l'occasione" gli risposi, cercando di protestare. 

"Nemmeno io" mi disse sorridendo. "Ce ne occuperemo, andiamo?"

Forse possiamo andare, pensai. Tuttavia lo feci aspettare, non ero pronta a cedere così facilmente. Dopo un po' annuii. 

"Va bene" gli risposi. "Per questa volta" aggiunsi mettendo le mani avanti. 

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