4. Be a sunflower in a field of roses

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P r i m r o s e' s
POV

🌸






Quel giorno avevo trascorso le lezioni più inutili a cui avessi mai partecipato. Gli insegnanti non avevano alcuna colpa di essere così poco interessanti perché se si aveva la testa altro, era difficile potersi concentrare.

La matita che avevi picchiettato sul banco si era ormai tutta ammaccata per la forza con chi l'avevo afferrata. Ero anche stata ripresa durante l'ora di matematica, materia per me alquanto soporifera.

Quest'anno, a differenza degli altri, qualcuno accanto a me si era seduto con l'intento di conversare.

Peccato non avessi alcuna intenzione di conversare con altri esseri umani, a meno che qualcuno non avesse un'idea su come spiegare ai propri genitori di aver nascosto una pistola per quattro anni e adesso, un ragazzo appena uscito dal carcere la rivuole.

Fu proprio nella prima lezione di chimica a pensare di essere spacciata. Non amavo le lezioni, qualsiasi esse fossero, ma stando da sola avevo imparato molte cose della materia. Nessuno voleva lavorare in coppia con me ed io mi arrangiavo.

Mentre cercavo di far funzionare il microscopio, lo sgabello blu, accanto al mio, fu sostituito dal corpo di una ragazza piuttosto magra e molto abbronzata. Accostata alla mia carnagione, avremmo potuto partecipare alla pubblicità dei Ringo.

«Posso?» Chiese ed io alzai gli occhi sulla sua faccia. Autumn Jackson, chi altro mai avrebbe potuto avere degli occhi da cerbiatto così grandi e penetranti?

Mi limitai ad annuire. Le passai l'aggeggio infernale che avevo tra le mani e lei lo avvicinò subito alla faccia per controllare.

«Mi piace molto la tua acconciatura. Dicono sia l'ultimo trend su TikTok. Credo di aver visto un video sul profilo di Hailey Bieber, è così?»

La mia fronte si piegò perplessa per la velocità con cui mi stesse parlando e controllando il nostro lavoro. «Io...» Mi strinsi nelle spalle, «io credo di aver visto uno o due video.»

Bugiarda, Primrose. Non avevo visto un video, ne avevo letteralmente la home page intasata di quelle trecce sui ciuffi frontali.

Alla faccia di Jordan e le sue critiche.

«Sei la sorella di Jordan, vero?» Mi stavo preoccupando per il fatto che non fosse ancora arrivata alla fatidica domanda che mi ponevano tutti.

«Così sembra...» Tossii schiarendomi la voce che usciva sempre fuori come un sussurro.

«Deve essere divertente avere sempre lui ed i suoi amici tra i piedi.» Sorrise. Non mi sembrò proprio un sorriso ingenuo, anzi.

«Direi più estenuante.»

«Cosa c'è, non ti piacciono i ragazzi? Potrei capirti.» Autumn sollevò le spalle. Qualche ciocca castana e mossa si spostò in avanti.

Era complesso capire i ragazzi, figuriamoci quanto sarebbe potuto essere complesso approcciarmi ad una ragazza in quel senso. Non comprendevo il genere umano a prescindere.

Balbettai qualcosa di indecifrabile e non convinsi nemmeno lei su quello che volessi veramente intendere.

«Passami quel vetrino.» Indicò con la mano uno dei campioni presenti sul tavolo. Lo presi e glielo poggiai nel palmo.

«Non devi aver paura di cosa gli altri possano pensare di te.» Spiegò ma non spostò la concentrazione dal lavoro nemmeno un attimo.

«Non l'ho mai fatto. Sono invisibile per questi corridoi proprio per questo.»

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