Prologo

34.4K 957 220
                                    


"Effeuiller la marguerite" è un'espressione francese che si riferisce all'atto di sfogliare i petali di una margherita uno dopo l'altro, dicendo alternativamente "m'aime" (mi ama) e "ne m'aime pas" (non mi ama). Questo gesto viene spesso usato simbolicamente per esprimere l'incertezza o la ricerca del sentimento amoroso corrisposto.


Dedicato a coloro che hanno effeuillé la marguerite dell'amore, contando sui petali cadenti la speranza di un amore vero e corrisposto. Che ogni "m'aime" respinto sia una lezione di resilienza e ogni "ne m'aime pas" un passo verso la scoperta di sé stessi. Che le pagine di questo libro siano come petali di margherita, offrendo conforto e comprensione a chi ha conosciuto l'amaro della delusione. Che attraverso questa storia possiate trovare conforto nel sapere che l'amore, anche se incerto e mutevole come i petali al vento, può ancora sbocciare in modo inaspettato e meraviglioso.






Nella quiete dei miei pensieri, riflettevo sul passato intricato che avevo tessuto intorno a me come una corazza impenetrabile. Da quando potevo ricordare, avevo vissuto nascosta dietro un velo di timidezza e incertezza, circondata dalle pareti protettive che avevo eretto intorno al mio cuore. Ero sempre stata Primrose, la ragazza che preferiva la solitudine alle compagnie superficiali, che trovava conforto nel silenzio delle proprie paure piuttosto che nell'incertezza del confronto sociale.

A diciotto anni, il mondo intorno a me sembrava oscillare tra possibilità irrealizzate e il peso opprimente delle mie stesse insicurezze. Ricordavo ancora l'amore che avevo conosciuto, una fiamma che aveva illuminato la mia esistenza per un breve istante prima di spegnersi lasciandomi con solo un cuore ferito e un'ansia crescente verso qualsiasi nuova emozione.

Ero terrorizzata dall'idea di non essere abbastanza, di non piacere agli altri, di non essere capace di risplendere come facevano le Primule nei prati primaverili. Avevo costruito attorno a me un giardino segreto di dubbi e paura, nutrendo il timore profondo di non riuscire mai a mostrare al mondo la mia vera essenza.

Quel giardino era diventato il mio rifugio, ma anche la mia prigione. 

Ogni giorno combattevo con la speranza e il terrore di poter rompere le barriere che mi avevano tenuto al sicuro per così tanto tempo. Avevo paura di crescere, di cambiare, di lasciare che il passato avesse il potere di definire il mio futuro.

Avevo sempre vissuto con il peso invisibile di non sentirmi abbastanza. Era come se fossi stata marchiata dalla convinzione che l'amore fosse qualcosa di lontano, irraggiungibile per me. Nonostante il mio cuore fosse gonfio di desiderio, mi sentivo intrappolata nel labirinto delle mie insicurezze.

Quando il calore dell'affetto si avvicinava, io lo respingevo involontariamente, convinta di non meritare quel dono. I sussurri della mia mente, i rimorsi passati, e l'eco di delusioni che avevo vissuto si intrecciavano nella mia anima. Mi ero chiusa a chiave, temendo che se avessi concesso l'accesso al mio mondo interno, avrei trovato solo vuoto.

Ma c'era una speranza tenue, una fiamma tremolante nel buio. Nonostante tutto, c'era una parte di me che sognava di essere vista, di essere amata senza riserve. Eppure, ogni volta che mi avvicinavo a qualcuno, l'ansia cresceva. E se fosse stato solo un'illusione? E se l'amore che tanto desideravo fosse solo un miraggio, destinato a svanire appena tentavo di avvicinarmi?

Avevo lottato con la mia stessa essenza, prigioniera di una convinzione che sembrava impermeabile alla logica. Mi aggrappavo alla mia solitudine come a un rifugio sicuro, incapace di comprendere che l'amore non è un premio da guadagnare, ma un fiore da raccogliere e non calpestare.


BLOSSOMDove le storie prendono vita. Scoprilo ora