4
STORMIl destino è quello che mescola
le carte, ma siamo noi
quelli che giocano.
~Shakespeare꧁꧂꧁꧂꧁꧂꧁꧂꧁꧂
Al click di una pistola il mio corpo si irrigidì completamente. Tornai con la mente a qualche anno prima...
Le luci rosse e blu dell'ambulanza e le auto della polizia illuminavano l'intero vialetto di casa. La gente si affacciava dalle loro abitazioni per curiosare, altri giungevano per consolare me, mia madre e mio fratello. Non so per quanto tempo restai a fissare il corpo di mio padre senza vita, con il segno di una pallottola in fronte. Era morto. Era stato ucciso. Ed io non ero riuscita a fare niente per salvarlo. Noi, non ci eravamo riusciti. La vita sembrava essersi fermata per qualche minuto, fin quando mia madre non mi scosse per assicurarsi che stessi bene. La guardai con lo sguardo perso e lei mi strinse piangendo. Mi ripromisi che chiunque fosse stato, l'avrebbe pagata cara.
Mi strinsi più forte al braccio di Dean, che era paralizzato quanto me. Mio fratello James mi venne accanto e mi prese la mano, per tranquillizzarmi. Sapeva quanto ci stavo male ogni volta che pensavo a come era morto nostro padre. Con una maledettissima pistola.
«Hey, Daiana, è tutto ok»
James mi prese il viso e mi diede un bacio sulla fronte. Dean nel frattempo andò a controllare cosa stesse succedendo e quando tornò ci riferì qualcosa che non avrei mai voluto sapere: Axel Wilson stava puntando una pistola a George.«Oh merda»
James sussurrò, non sapendo se andare a soccorrere l'amico o se restare con me.Wilson alzò la pistola al cielo e sparò tre colpi esatti, grazie ai quali tutti scapparono via.
Rimanemmo solo noi cinque.
A quel punto Axel alzò lo sguardo verso di noi e sembrò stupito di vedermi lì, non lo sapeva. E sicuramente non sapeva neanche che avevo assistito a tutto... Nascose la pistola e senza degnarci di un'altro sguardo andò via, dopo aver sussurrato qualcosa a George, che aveva il viso ricoperto di sangue. Anche Axel non era messo tanto bene, aveva un'occhio gonfio e il labbro spaccato.
Dovevo assolutamente allontanarmi da lui, non era sicuro per me.
꧁꧂꧁꧂꧁꧂꧁꧂꧁꧂
La mattina dopo a scuola non riuscivo a far altro che pensare alla notte precedente. Come poteva essere in possesso di una pistola? Avevo sentito che fosse un criminale a cinque stelle, ma non pensavo arrivasse a così tanto. Aveva solo diciannove anni. E aveva superato il limite. Volevo sapere per filo e per segno quello che era successo tra lui e George, e l'avrei scoperto subito. Uscii dalla classe con la scusa di andare al bagno, quando invece andai nel giardino della scuola, dove sapevo avrei trovato George. La sua classe aveva l'ora libera. Lo individuai, ma appena feci un passo verso di lui, una mano mi prese dal polso e mi fece voltare di scatto. Mi ritrovai faccia a faccia con la persona dalla quale avrei voluto nascondermi per sempre, dopo ciò che era successo.
«Lasciami stare»
cercai di divincolarmi, con scarsi risultati.«Devi ascoltarmi adesso»
disse duro lui, stringendo la presa sul mio polso.«Cosa vuoi? Puntarmi una pistola alla tempia?»
glielo rinfacciai sputandogli addosso tutta la mia rabbia. Quasi mi vennero le lacrime agli occhi, poiché mi vennero alla mente i brutti ricordi di papà.«Smettila di fare la bambina del cazzo e ascoltami »
mi trascinò in un posto più appartato.«Hai già detto a qualcuno di ieri sera?» domandò lasciandomi il polso e accendendosi una sigaretta.
STAI LEGGENDO
You- La storia si ripete
Подростковая литератураDaiana Martin è una diciottenne di origini spagnole e fa parte di una delle famiglie più ricche della California. La sua vita è sempre stata regolare, tra studio, amici, cotte amorose e sport, fin quando, il ritorno a scuola di un ragazzo temuto da...