<<Che cosa hai detto?>> chiese lui usando un tono che non sapevo quale emozione esprimesse. Disgusto? Imbarazzo? Disagio? Un accenno di felicità? Timidezza? Era intraducibile.
Che cosa avevo detto? Perché dovevo farmi sempre condizionare dall'atmosfera della situazione?
Non ci pensai due volte prima di liberarmi dalle sue braccia, che nel mentre si era affievolita per via della sorpresa, e correre via. Sono consapevole che questo era un comportamento da codardi, ma ehi, non ho mai negato di esserlo. Sono una codarda e non posso farci nulla.
Mentre me ne andavo mi sembrò di sentire la voce di Vanitas chiamarmi, ma forse era solo un'impressione. Scesi le scale con rapidità. Per rapidità si intende la velocità massima con cui una persona è in grado di scendere decine e decine di scalini con dei tacchi. Ammetto che non era tanta.
Continuai a correre, e senza accorgermene avevo già raggiunto il secondo piano. Ed è proprio in questo piano che mi venne un'idea malsana, ma che in quel momento mi sembrava la miglior decisione che potessi prendere.
<<Cosa posso servirti signorina?>> disse il barista dall'altro lato del bancone.
Non ero esperta in alcolici, così ne scelsi uno totalmente casuale. L'importante era dimenticare ciò che era successo solo pochi istanti prima.
Devo dire che non sono scappata per ciò che ho detto, ma più che altro per la reazione indecifrabile di Vanitas. Con lui sto davvero bene, avevo paura di rovinare tutto. Avevo paura di ritornare nella mia gabbia di solitudine.
Solo quando il barista mi porse il drink, realizzai che non avevo soldi con me. Ringraziai il cielo che le spese del bar erano pagate direttamente dall'università, quindi i soldi non erano un problema. Ma il problema era un altro.
Sentii dei passi svelti che scendevano le scale. Non avevo la più pallida di chi fosse, ma la minima possibilità che possa essere lui mi fa prendere il drink e correre giù per le scale, raggiungendo il primo piano.
A quanto pare il dj era arrivato. Tutto il piano era riempito dall'assordante musica di non so quale genere, ma sicuramente non era nulla di tranquillo. Queste cose non fanno per me, ma dovevo scappare da lui, così mi unii alla mischia che ballava a ritmo di musica, alcuni con dei drink in mano. Provai a sciogliermi anche io, bevendo in poco tempo il contenuto del bicchiere e muovendomi cercando di rimanere a tempo.
Questa è la storia in cui ho scoperto di non reggere affatto l'alcool.
Dopo un po' che ballavo, sentivo la musica farsi sempre più lontana e la vista si annebbiava, alternata a dei giramenti di testa che per poco non mi facevano cadere a terra.
Non mi ricordo cos'è successo dopo. Ricordo solo le mie gambe tremare e la testa che vorticava. Poi il buio.
Mi risvegliai sdraiata su un divanetto. Riuscivo a sentire la presenza di qualcuno nelle vicinanze. Aprii gli occhi con fatica, anche perché in quel momento avrei voluto solamente riposare.
Appena riuscii ad aprire gli occhi il necessario per capire chi c'era al mio fianco, mi sentii svenire di nuovo. Perché era qui? Come aveva fatto a trovarmi?
<<Stai bene?>> mi disse lui, interrompendo il silenzio tombale che ci circondava. Realizzai solo in quel momento che eravamo soli al terzo piano.
<<V-Vanitas?>> dissi ancora stordita, come se volessi assicurarmi che fosse veramente lui.
Provai a sedermi, così da poterlo vedere meglio, ma mi sentii ricadere. Delle mani, però, erano già pronte a reggermi e ad aiutarmi. Le sue mani.
<<Perché sei scappata così?>> chiese lui inginocchiandosi davanti a me così da potermi guardare negli occhi.
Io non risposi. Mi limitai a distogliere lo sguardo.
<<Senti...>> iniziò lui <<riguardo a quello che mi hai detto prima... sono rimasto semplicemente colpito, non fraintendere>> disse prendendosi varie pause, come se non sapesse neanche lui cosa dire.
<<È strano per me tutto questo. Sono abituato ad innamorarmi e a non essere mai ricambiato. Mi piace stuzzicare le ragazze e vedere le loro reazioni ai miei comportamenti. Con questo se una ragazza dovesse ricambiare i miei sentimenti non ci sarebbe più il divertimento in un certo senso...>>
<<Ti sei voluto mettere insieme a me solo perché volevi divertirti a guardare le mie reazioni nei tuoi confronti?>> dissi con non so quale coraggio, con un tono apatico, perché questa rivelazione mi aveva fatto male, ma non lo volevo ammettere.<<T/n ascoltami...>>
<<Ora userai la frase a effetto "ma con te è diverso, io nonostante tutto mi sono innamorato di te e voglio passare il resto della mia vita al tuo fianco">> lo interruppi io, imitando la sua voce <<non funziona con me Vanitas>>
<<T/n...>>
<<È inutile continuare Vanitas, dovremmo dare fine a questa farsa>> dissi per poi alzarmi lentamente e andare via. Non so dove precisamente, ma mi basta semplicemente stare lontana da tutta questa storia.
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Vampire Diaries - Vanitas x reader
FanfictionÈ difficile essere un vampiro quando migliaia di persone ti danno la caccia. T/n è un vampiro corrotto che esce solo di notte. In una delle sue uscite incontrerà Vanitas, un giovane ragazzo che saprà aiutarla, in cambio di un favore: essere la sua r...