4. L'estraneo dal viso dolce

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«Come i fiori, anche certi ricordi
emanano un dolce profumo.»
- A. Randisi

Poteva anche considerarsi un comportamento maleducato, o per lo più non consono ad una ragazza, ma non mi importava per nulla al momento

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Poteva anche considerarsi un comportamento maleducato, o per lo più non consono ad una ragazza, ma non mi importava per nulla al momento. Il mio unico pensiero era far valere la mia idea, per quanto l'argomento trattato fosse futile.

«Non hai letto Orgoglio e Pregiudizio? Non è mai un bene giudicare senza conoscere» il fatto che avesse capito che il mio riferimento era rivolto a lui, devo ammettere, mi colpì abbastanza. Me lo aspettavo un po' più ottuso di così.

«Non mi serve conoscervi per sapere come siete fatti, signore» feci un leggero inchino per chiarire il concetto, e mi avviai verso l'uscita di quella piccola stanza fatta di libri

«ora ci diamo del lei?» un sorriso con conseguente fossetta affiorarono sul suo volto, si stava divertendo? Beh non gli avrei dato modo di continuare a farlo, uscii da quella sezione e tornai al bancone.

Lui non mi seguii ma più che sollevata mi sentii stranamente delusa, sembrava una persona colta, per quel che avevo potuto notale, trattava bene i libri e ha saputo ordinarli nella giusta sezione in pochissimo tempo, in più era bello; ma probabilmente mi divertiva soltanto la possibilità di discutere con lui, tutto qui.

Finì la giornata, non lo vidi in giro ne tanto meno uscire, mi ero distratta un paio di volte e altrettante volte sono andata in magazzino per prendere dei libri; probabilmente era in quel momento che lui era uscito. Sicuramente non era più in libreria, controllai tutto prima di chiudere il negozio.

Il signor Clifton mi affidava questo compito ogni domenica e io adoravo farlo, rimanere da sola in quel posto magico mi riempiva il cuore di gioia, e mi sentivo pienamente responsabile. Anche quella domenica lo feci, ma un dettaglio minuscolo mi saltò all'occhio.

Sul bancone, sopra la lettera che mi aveva lasciato Irissa, era apparso un fiore; una piccola margherita rivolta verso un foglio di carta. Come ho fatto a non accorgermene?

Presi tra l'indice e il pollice il fiore e lo annusai, sapeva di fiori di campo e mi pizzicò un po' il naso per il polline. Girai il foglio e lo tenni in mano:

"Se una persona mi piace molto, non dico mai il suo nome ad altri: sarebbe come cederne una parte."

Era una frase di Oscar Wilde, possibile che sia stato quel ragazzo? Feci un leggero sorriso guardando il fiore e quel foglio «certamente è una persona intrigante» e non lo avrei mai più detto, quella frase sarebbe rimasta tra le pareti di quella libreria, come il suo ricordo.

Tornando a casa mi accorsi del passare delle stagioni, il sole stava tramontando nonostante l'ora tarda, l'estate era sempre più vicina, e quell'anno nulla mi avrebbe impedito di visitare Langwater, avrei finalmente potuto vedere la cittadina sul mare di persona.

Appena tornata a casa, come sempre, Irissa mi attendeva per potermi parlare della sua giornata, chiedermi della mia e discutere di pettegolezzi vari.

Di solito parlavo poco, non era di mio interesse, ma sta volta qualcosa mi accese di curiosità, la famiglia Keenbane sembrava aver attirato l'attenzione di chiunque sull'isola.

Come biasimarli, d'altronde è difficile ci siano eventi memorabili in un posto come questo, in più avevano invitato tutti a un gala di benvenuto. Senz'altro d'effetto.

The Secrets of Hakeghreek CastleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora