7.2 Infausto e disonesto amore

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«Più dolce sarebbe la morte se il mio sguardo avesse come ultimo orizzonte il tuo volto, e se così fosse... mille volte vorrei nascere per mille volte ancor morire.»
- W. Shakespeare

Corremmo fino a non avere più il fiato, o così fu per me, Davin sembrava avere la completa certezza di dove stesse andando, mentre io ero ormai persa

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Corremmo fino a non avere più il fiato, o così fu per me, Davin sembrava avere la completa certezza di dove stesse andando, mentre io ero ormai persa.

Tutti gli alberi sembravano uguali, tutti immensi e verdi, mi guardai intorno per recuperare aria e mi accorsi finalmente in che posto mi trovassi. Era un lago, non troppo piccolo ma nemmeno immenso; la flebile luce del sole, che stava ormai per scomparire, rendeva quella vista ancora più bella.

«Come fai a conoscere questo posto?» David stava giocando con dei sassolini sul bordo di quel lago «lo ha scoperto Ni» disse semplicemente, chi era questo Ni di cui parlava? Possibile fosse solo un personaggio immaginario, ma il mistero rimaneva.

Decisi di accontentarmi di quella risposta allusiva e mi sedetti sul prato accanto a lui, quel posto era così rilassante che il problema di sporcare il vestito mi era completamente sfuggito «questo posto è bellissimo».

Rimanemmo lì per un po', ma in quel posto anche il tempo diventava qualcosa di banale, mi ero stesa completamente sul prato, lasciando che alcune foglie mi piovessero leggere addosso. «Dovremmo tornare indietro ora» mi tirai in piedi e guardai verso Davin, era scomparso.

«Davin?!» come poteva essere sparito in soli due minuti, il mio cuore iniziò a martellarmi nel petto e mi tirai in piedi velocemente guardandomi intorno, in cerca di quel ragazzo dai capelli castani.

Per mia fortuna lo vidi a quattro zampe un po' più lontano, che cercava di raccogliere un giunco che sporgeva dal lago «stai attento, non ti sporgere troppo è pericoloso» mi iniziai ad avvicinare ma non feci in tempo, il destino aveva un tempismo ironico nel dar via alle tragedie più inimmaginabili.

Il bambino cadde nell'acqua del lago ormai riflettente la luce della luna, trattenni il fiato, dovevo pensare in fretta e fare qualcosa. Non sapevo nuotare, sapevo solamente stare a galla e entrare in acqua faceva affiorare in me ricordi indesiderati, che finivano per tormentarmi.

Ma in quell'istante non pensai, il mio istinto non me ne diede il tempo, afferrai una pianta sul bordo del lago, sperando che reggesse abbastanza; e mi buttai in acqua. Afferrai Davin e lo feci aggrappare alla pianta fino a farlo uscire, ma quando stavo per uscire io, la pianta si spezzò e io ricaddi sotto il livello dell'acqua.

Inghiottì acqua dolce e provai ad agitarmi per poter tornare a galla, ma il mio vestito non era d'aiuto, sentii gli occhi e i polmoni bruciare, i ricordi della notte in cui persi i miei genitori si iniziarono a mischiare alla realtà e io mi ritrovai non so come stesa sul prato.

Una voce mi chiamava «stai bene? Ti prego dimmi qualcosa» non era la voce di Davin, ma la seguente lo fu «mi ha salvato, ti prego fai qualcosa Ni! Ti prego!» stava piangendo, io tossii e aprii gli occhi che fino ad all'ora non sapevo nemmeno fossero chiusi.

Tirai su il petto continuando a tossire e mi tenni su con una mano «è tutto okay, sei salva.» di nuovo quella voce suadente, e i miei occhi si incontrarono di nuovo con quelli castani con bordi più scuri del ragazzo della biblioteca, 'Signorino Keenbane'.

Ripresi fiato e finalmente anche le mie idee e i miei pensieri tornarono a respirare, Davin aveva gli stessi capelli e occhi del ragazzo, lo stesso sguardo e io ero stata davvero sciocca a non accorgermene prima; erano fratelli.

The Secrets of Hakeghreek CastleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora