Capitolo 3 - Di Messaggi e Bar Alternativi

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La cosa più assurda di tutta la faccenda era che Lizzie era nera di rabbia.

Perchè non l' aveva baciata? era l' interrogativo che continuava a porsi, senza mai trovare una risposta che la soddisfacesse almeno in parte.

Ed era letteralmente furiosa con sè stessa: da quando il comportamento di un uomo aveva il potere di turbare le sue notti?
Chiuse gli occhi fin troppo forte, imponendosi di dormire. Tentativo che risultò, ovviamente, vano.

Prese con rabbia il cellulare e digitò un rapido messaggio su whatsapp.

Sono stata bene stasera.
Visualizzato. Nessuna risposta.

Tu?
Niente.

Mandò una faccina, e poi un'altra, e un'altra ancora. Voleva una risposta, a costo di far suonare il suo fottuto smartphone tutta la notte.

Mentre mandava al diavolo tutto il genere il maschile nella sua interezza, il telefono finalmente squillò.

Non ero così a mio agio da anni.
Anni? Possibile che dicesse sul serio?

Ma non mi hai baciato. 
Elizabeth non era famosa per essere di molte parole. La risposta fu repentina quanto breve.

No.
Che genio. Altro squillo.

- Scusa.
Si sta scusando di non avermi baciato? Si chiese perplessa, ma decise di essere diplomatica.

Scrisse: Rimedieremo :)

Stavolta, però, non ebbe una risposta.

***

La prima cosa che Elizabeth vide svegliandosi fu la porta aprirsi con un colpo secco. Arrotolata nel piumone, si girò dall'altra parte.
«Svegliati Lizzie! Dobbiamo pulire casa prima che arrivi mia madre! LIIIZZIEE» Le strillò nelle orecchie Ali e lei si trattenne dal colpirla con qualsiasi cosa avesse a tiro. Non era esattamente amichevole appena sveglia, soprattutto se erano le sette del mattino.

Prima di iniziare le "grandi pulizie" in attesa della madre di Alyssa, Elizabeth decise di concedersi una colazione nel suo solito bar. Tuttavia, Lizzie non aveva fatto mente locale: era giovedì, quindi era chiuso. Fantastico.
Optò quindi per un bar poco lontano in Victoria Street, anche se non era la stessa cosa.

Ancora mezza addormentata, ordinò caffè nero e un krafen.
«Posso offrirle la colazione, Miss?» le disse qualcuno alle sue spalle, troppo vicino.
Lizzie sobbalzò lievemente. Jamie le aveva fatto prendere un colpo.

«Mi hai seguita?»
Jamie alzò un sopracciglio. «Perchè avrei dovuto?»

Elizabeth scosse la testa. Era ancora troppo addormentata per poter formulare pensieri coerenti. E sempre scuotendo la testa, cercò un tavolo dove sedersi.
«E se vogliamo dirla tutta, sei tu che hai invaso il mio territorio!» esordì lui.
La ragazza lo guardò con fare interrogativo.
«Questo è il MIO bar preferito.» spiegò.
«Solo perchè non sei mai stato da Buddy
«Da Buddy? Quello dietro alla St. Paul?»
«Sì.»
«E dimmi, là potresti mangiare una brioche alla marmellata di fragole così buona?» disse, letteralmente azzannando la sua pasta.


«Da Buddy è sicuramente migliore.» rispose, più che altro per spirito di contraddizione. Per quel che ne sapeva, Buddy non aveva brioche alla marmellata di fragole.

Lizzie doveva averlo detto, però, un po' troppo forte perchè il proprietario del bar in cui erano si voltò guardandola di traverso. Jamie cercò di non farsi vedere mentre scoppiava a ridere.

«Sei un coglione! Potevi avvertirmi!»
Ma il ragazzo per tutta risposta continuava a ridere. Spazientita fece per tiragli un innocente pugno sul braccio. Prima che il colpo andasse a segno Jamie la bloccò, quasi istintivamente. Sentì quasi come se le avesse trasmesso una scarica elettrica. Non era una brutta sensazione, seppur nuova.

Jamie, invece, dopo un iniziale momento in cui si era come pietrificato, si scostò di colpo, quasi si fosse bruciato.
Lizzie stava per scusarsi, confusa, senza sapere bene il perchè mentre lui borbottava un rapido «Devo andare...» mentre si alzava e sgattaiolava via dal bar.

The way you love - Another Jamie Campbell Bower FanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora