Il sangue col vino noi lo mescoliamo.

18 2 3
                                    

Clopin:

(TW:AUTOLESIONISMO)

In tutta onestà, non avevo la minima idea di cosa fare.

Certo, la ragazza aveva stoffa e uno spirito coraggioso tanto quanto quello del mio popolo.

Mai mi sarei permesso di ferire, figuriamoci uccidere, una donna che aveva mostrato un così grande valore.

Sapevo di essere spietato, ma era l'unico modo che avevo per mantenere viva la mia famiglia.

Per non parlare di quanto spesso questo non stratagemma avesse funzionato...

Ero ovviamente paranoico e sospettoso verso chiunque non facesse parte della corte.

Ma chi poteva biasimarmi?

E adesso non avevo la minima idea sul da farsi con la ragazza.

È chiaro, la scelta più semplice e ovvia era di lasciarla andare a casa.

Ma, c'era un ma.

E se lei ce l'avesse con noi, o addirittura con me in particolare, per le conseguenze che il nostro tentativo di liberare mia sorella le avevano causato?

Sentii una fitta trafiggermi le carni quando ci pensai, ma cercai di scacciare quella terribile sensazione.

E non mi riferivo solo alla brutta ferita che si era fatta.

Mi sembrava una ragazza abbastanza intelligente da poter capire che in quell'ambito io non avevo alcuna colpa.

Ma sapevo di averle causato un torto.

E non uno di quelli piccoli.

Perchè, l'idea di attaccare Notre Dame era stata la mia.

E quelle ragazze, sue uniche amiche, per come aveva detto, sono morte per una richiesta che io avevo fatto ai miei sudditi.

Non che glielo avessi ordinato, il concetto di imposizione al mio popolo mi dà la nausea.

E non rimpiangevo minimamente di avere invocato aiuto dalla mia gente.

Lo avevo fatto per salvare la vita della mia sorellina.

Ma sapevo, che se io fossi stato in lei, ce l'avrei avuta a morte con il tizio che aveva mandato a morire due delle persone più care della mia vita.

Infatti, se lei avesse pensato questo, non l'avrei minimamente giudicata.

Con quale faccia tosta avrei potuto farlo?

Dopotutto, anche se ovviamente io non sapevo dei caduti che ci sarebbero stati quel giorno, la colpa era mia.

Lo sapevo e lo ammettevo.

Avevo sacrificato alcuni miei sudditi in un fallito tentativo di salvare mia sorella...

Avevo fallito.

Sia come Re, sia come fratello.

Ogni volta che pensavo a questa amara, seppure per me veritiera, affermazione, mi sembrava di impazzire.

Era come se mi venisse strappata la pelle dai muscoli pezzo a pezzo molto lentamente.

Era un dolore interiore insopportabile.

E griderai CON me -CLOPIN(NDP) x FEMALE READER-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora