Noi siamo gli stranieri.

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Y/n:

Mezz'ora prima...

Alcune donne mi guidarono per la corte, dicendomi semplicemente di seguirle.

Non dissero nulla, ma giuravo di poter sentire le loro occhiatacce bruciarmi la pelle.

Anche se comunque non le biasimavo.

A un certo punto, arrivate in una specie di cava con un grande pozzo al centro, si fermarono.

Come Clopin aveva detto, di fianco al pozzo, intento a bendarsi una ferita lungo la spalla, c'era un ragazzo.

E che sorpresa quando realizzai che quel ragazzo era lo stesso che mi aveva salvata dagli aggressori.

Lui non sembrava essersi nemmeno accorto della presenza mia e delle altre signore, ma non appena lo vidi esclamai: "tu!", sorridendo.

Il giovane si girò, e con tono confuso chiese: "Mh?Chi mi sta cer- OMMIODDIO SEI TUUU" .

La sua espressione si tramutò da una di confusione e quasi irritazione, a una di stupore e gioia.

"Speravo che ce la facessi!Perdevi così tanto sangue che credevo che il mio intervento fosse stato inutile...diamine fanciulla!Ne stai perdendo altro...vai, fatti curare dalle tue ancelle, e poi torna da me.Ti aspetterò.".Aggiunse lui, con un espressione di appoggio misto a preoccupazione.

Nonostante io fossi rimasta piuttosto sconvolta da come avesse chiamato le ragazze che mi avevano accompagnato, e quest'ultime avessero uno sguardo omicida negli occhi per quello che intuii essere lo stesso motivo, annuii, sorridendogli.

(In tutto questo, avevo ancora, ovviamente, le mie braccia incrociate attorno il mio petto).

Lui ricambiò il mio sorriso, facendomi segno di andare.

Nel frattempo le mie guide erano chiaramente ancora innervosire per come il ragazzo le aveva definite, ma decisero, per un motivo che non compresi, di non dire nulla.

Sapevo che il loro Re gli avesse ordinato di non dire nulla di scortese nei miei confronti, ma non lo avevo sentito dire nulla per quanto riguarda quello che lui aveva chiamato "suo cognato"...

Non che volessi che ciò accadesse eh!

Ero solo confusa da che tipo di rapporto quei due potessero avere, considerando la relazione che Clopin pareva avere con ogni parigino, e quel ragazzo era palesemente uno di noi.

La risposta più ovvia era che appunto fosse stato il marito di sua sorella, ma non capivo come il sovrano avesse permesso quell'unione...

Decisi che glielo avrei chiesto dopo, e riportai la mia attenzione al presente.

Vidi infatti che le mie guide, malgrado il loro malumore, avevano riempito dei secchi di acqua dal pozzo e mi fecero cenno di seguirle.

Io eseguii, e mi portarono in una specie di stanza separata dalla zona del pozzo.

Lì mi dissero di spogliarmi, e io, anche se con grande imbarazzo, sfilai quel poco che restava del mio vestito e della mia biancheria.

A quel punto mi gettarono addosso all'acqua, per poi insaponarmi, mentre io sbattevo i denti dal freddo.

Finito di lavarmi, mi asciugarono con un asciugamano per poi bendare le mie ferite che per fortuna avevano concluso di sanguinare.

E griderai CON me -CLOPIN(NDP) x FEMALE READER-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora