Sta attenta quando corri.

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Clopin:

SMUT DETTAGLIATO.

Merda...

Merda!Merda!Merda!

Era tutto ciò a cui riuscivo a pensare in quel momento.

E adesso?

L'unica cosa che potevo fare era toccarmi, ma non con lei addosso!

Certo...era una ragazza estremamente attraente, ma non ero un incivile!

Ma poi, a un certo punto, rammentai di avere due stanze.

Me ne ero completamente dimenticato perché la seconda non la usavo mai, essendo un privilegio che mi era stato concesso in quanto Re.

E dato che trovavo ripugnante avere dei vantaggi in quanto sovrano, a meno che il vantaggio in questione non migliorasse le qualità di leader, come per esempio saper leggere e scrivere, rimase inutilizzata.

Fino ad'allora.

E non fui mai così grato di avere due stanze.

Ora quello che mi restava da fare era alzarmi senza destarla dal sonno.

Potevo solo immaginare quale sarebbe stata la sua reazione se si fosse svegliata e avesse notato il rigonfiamento nei miei pantaloni.

Avrebbe creduto che fossi un pervertito.

Che la volessi lì solo come giocattolo.

Nel senso, era chiaro che provassi un forte desiderio per lei, e diciamo che il mio durello ne era la prova.

Ma di sicuro non tenevo a lei solo per quello scopo.

Così, lentamente e delicatamente, la spostai dal mio petto, adagiandola gentilmente sulle coperte.

Dopodiché, nel modo più silenzioso possibile, mi alzai, e a passo felpato mi diressi nella mia seconda stanza.

Non essendo utilizzata, non c'era assolutamente nulla dentro, fatta eccezione per una palla che Esmeralda aveva preso per la sua Djali, una capretta.

Alla morte della sua padroncina, avevo intenzione di trasformare quella stanza in più in una cuccia per la intelligente bestiolina.

Non che non avessi già proposto alla mia sorellina di utilizzarla per la sua capretta, essendo che per questioni di spazio a differenza mia non aveva una seconda stanza.

Ma lei disse che voleva averla sempre vicina a lei.

Le proposi anche di farla diventare una stanza in più per se stessa, ma lei rifiutò nuovamente.

Diceva che se io non avevo una stanza in più, allora nemmeno lei doveva averne una, perché sarebbe stato ingiusto.

E malgrado le avessi detto che invece mi avrebbe reso felice sapere che lei avesse questo privilegio rispetto a me, lei continuò a rifiutare, così quella stanza rimase inutilizzata.

Alla fine però, proprio quando avevo iniziato a far vivere lì Djali, accade una cosa stranissima.

Intatti il poeta un giorno entrò in camera mia per la prima volta dopo la morte della mia Esmeralda.

Erano passate alcune settimane dalla perdita, era lì per consolarmi.

Si era anche portato dietro una bottiglia di super alcolico.

E griderai CON me -CLOPIN(NDP) x FEMALE READER-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora