Chiamami Amico Ma Tienimi Più Vicino (Libro 1)

Capitolo XII

Harry giaceva appoggiato al petto di George mentre si sdraiavano insieme sul divano a guardare un film. Quando aveva cominciato a sentirsi assonnato, gli era sembrato naturale rannicchiarsi con l'uomo e George era sembrato fin troppo felice di accontentarlo. Era il paradiso e Harry non stava nemmeno più guardando il film, si stava semplicemente abbandonando al semplice piacere di essere trattenuto dall'uomo.

Nelle ultime due settimane avevano dormito tutte le notti nello stesso letto, nonostante avessero fatto sesso solo una o due volte. Harry stava rapidamente diventando dipendente dall'addormentarsi tra le braccia di George e una parte oscura della mente di Harry stava cercando di avvisarlo del fatto che era in serio pericolo.

Compagni del cazzo, amici con benefici, qualunque cosa diavolo dovessero essere non dormivano l'uno nel letto dell'altro. Non si rannicchiavano insieme sul divano o si salutavano a vicenda la mattina, eppure facevano tutte queste cose. Sapeva che avrebbe dovuto porre fine a tutto ciò, o almeno sollevare la questione con George, ma si stava divertendo troppo.

I tocchi affettuosi di George erano il paradiso e Harry era troppo occupato a crogiolarsi in loro per volerli perdere. "Ti stai addormentando." Disse George con indulgenza, posandosi un bacio sulla tempia. "Il film è così noioso?"

"Mm, mi sto solo riposando gli occhi. Cogliendo ogni possibilità che posso prima di avere il nostro piccolo mostro domani." Disse Harry, stringendosi più vicino mentre le dita di George gli accarezzavano i capelli.

"Dorme molto meglio ora che non sta più mettendo i denti." Disse George con uno sbadiglio. "Oh roba questa, anch'io sono distrutto, andiamo andare a letto."

Harry si addormentò non appena la sua testa toccò il cuscino, avvolto tra le braccia di George e sorridendo stupidamente per il fatto. Il suo sonno fu però di breve durata e presto trovò la sua pace infranta dal lento strisciare di vecchi e familiari incubi. I volti di coloro che erano morti lo perseguitavano, inseguendolo attraverso foreste infinite mentre una minaccia sempre presente incombeva su di lui.

Sentì la paura afferrarlo e si sentì come se fosse in profondità sott'acqua, cercando disperatamente di trovare la superficie. Era in preda al panico e terrorizzato, una terribile consapevolezza che filtrava attraverso di lui che se non fosse riuscito a trovare una via d'uscita sarebbe rimasto intrappolato lì per sempre. Il suo terrore crebbe mentre i morti continuavano a inseguirlo, i loro occhi vuoti lo condannavano a vivere quando non lo erano.

"Va tutto bene, va tutto bene. Ti ho preso." Sentì dire una voce, da qualche parte lontana e distante. "Ssh, sei al sicuro, sei al sicuro."

Si aggrappò alla voce come una zattera di salvataggio e si trascinò attraverso il pantano degli incubi. Riemerse e si ritrovò tra le braccia forti, stretto contro un petto sodo. Aveva il respiro affannoso, e il polso gli martellava dietro gli occhi.

"Va tutto bene, amore. Fai un paio di respiri profondi."

La voce di George era calma e rassicurante e Harry lasciò che lo radicasse mentre ascoltava le gentili istruzioni. Cercò di regolare il respiro mentre la mano di George gli accarezzava i capelli, ancorandolo un po' di più alla realtà.

"Sei al sicuro, amore. Sei al sicuro." Ripeté George, e Harry si aggrappò all'affermazione, credendo vagamente che fosse vera.

"Dio, George. Mi dispiace." Mormorò Harry, con l'imbarazzo che si insinuava.

"Non scusarti, stupido stronzo. Anch'io ho già abbastanza dannati incubi, so come il terrore può attanagliarti."

Harry si sentì sollevato dal fatto che George non lo considerasse patetico, che non si fosse umiliato e che non sarebbe più stato il benvenuto nel letto dell'uomo. Sapeva che George non era così, naturalmente, ma un'infanzia piena di rifiuti lo aveva preparato per una vita di insicurezza.