Camminava avanti e indietro nella stanza freneticamente. La preoccupazione lo stava assillando.
"Ti prego ti prego rispondimiii!"
Guardava continuamente il cellulare, niente, non visualizzava nemmeno. La paura gli attanagliava le vene e temeva gli fosse successo qualcosa di tremendo e non poteva più aiutarlo né tanto meno proteggerlo.
"Hee, ti prego! Mi sto preoccupando!"
Ad un certo punto gli venne l'idea di chiamarlo. Era disperato.
"Perché non ci ho pensato prima?!"
Non perse tempo.
Il telefono suonò per qualche minuto ma non ricevette alcuna risposta, così riprovò.
"Ti prego rispondimi!" Ripeteva.
Questa volta, per la sua gioia, qualcuno rispose alla chiamata, ma non era Heeseung, quella non era la sua dolce voce.
"Chi sei tu? Che cosa vuoi?" Fece la persona dall'altro capo del telefono, parlava in inglese.
Sunghoon entrò in paranoia.
"Cosa hai fatto a Heeseung?" Chiese subito, alzò la voce più del dovuto.
"Chi?!"
"NON FARE FINTA DI NON CONOSCERLO, HAI IL SUO CELLULARE!"
"Aaaaaaah ho capito! E chi saresti tu?"
"Sono il suo ragazzo."
Si sentirono delle risatine di più di una persona.
"NON PRENDERMI PER IL CULO! DOV'È HEESEUNG? ESIGO UNA RISPOSTA!"
"Calma, amico! Gli abbiamo preso il telefono, lui sta bene."
"PERCHÉ?!"
"Quel pezzo di merda ha rifiutato di farci un servizietto, così ne ha pagato le conseguenze."
Sunghoon si sentì il sangue ribollire nelle vene, ma non aveva la possibilità di sfogare la sua ira su di loro come voleva. Digrignò i denti ed ebbe l'impulso di tirare un pugno al muro.
"BRUTTA TESTA DI CAZZO! SE LO RIFAI UN'ALTRA VOLTA..."
"Cosa? Prendi l'aereo e vieni a picchiarci?"
Altre risatine di sottofondo.
"NON PROVOCARMI!"
"Calma, amico, come ti chiami?"
"Park Sunghoon."
Le voci si ammutolirono tutte e anche il ragazzo.
"Ho già sentito il tuo nome... Sei per caso il principe del ghiaccio?"
"Esattamente."
Dopodiché tutti cambiarono atteggiamento e ne furono pressoché intimoriti, evidentemente erano dei fan. Lo sconosciuto si rese conto di aver fatto una cazzata a sfidare una persona così di spicco come un pattinatore professionista, famoso e ricco. Buttò giù la chiamata.
"Pezzo di merda!" Esclamò sempre più incazzato.
Si doveva sfogare in qualche modo, ma come? Sotto mano aveva solamente il suo cuscino. Lo afferrò, e gli tirò un pugno così forte da scaraventarlo contro il muro, tirò un calcio contro lo stipite della porta.
Poi la rabbia lasciò spazio alla tristezza. Ecco perché non gli rispondeva ai messaggi da quasi un mese!
Chissà se Heeseung aveva bisogno di lui! Voleva proteggerlo a tutti i costi, come un samurai nei confronti del suo sovrano, in quel momento avrebbe preferito conficcarsi una katana nel petto, piuttosto che restare lontano da lui, non poter fare niente quando aveva bisogno della sua protezione e del suo amore.
Quanto avrebbe voluto un suo bacio! Sentire il calore del suo corpo quando lo stringeva a sé, farlo fino a notte fonda, sentire urlare il suo nome nel momento in cui entrambi raggiungevano il culmine del piacere, in modo che i ricordi associati al suo nome fossero indelebili.
Rammentava in particolare una notte; avevano messo "Red Lights" in loop, talvolta Heeseung cantava qualche pezzo. Era incredibile la sua voce! Sunghoon la risentiva ancora nei suoi sogni, gli riecheggiava nella testa e non gli faceva mai chiudere occhio. Quanto avrebbe voluto risentirla!
"Ti prego canta, amore mio." Gli chiese un pomeriggio, seduti sull'erba di un parco esteso e deserto.
Come si chiamava quella canzone? Credo... Off My Face... Quanto vorrei riascoltarla!
"Mordimi." Aveva chiesto a Heeseung una volta, abbracciati per tenersi al caldo.
"Sei sicuro?"
"Sì, voglio essere tuo... Mordimi, amore mio, ti prego."
Quel dolore! Quel piacevolissimo dolore che non scorderà mai, quel livido che aveva tutt'ora sul collo ne era un ricordo eterno.
E ora? Beh quei tempi facevano ormai parte del passato e non sarebbero più tornati. Si sentiva completamente solo e vivere per lui non aveva più senso.
Buttò il telefono sul letto, per poi seguirlo, affondò la faccia tra le coperte e gridò, per poi piangere a dirotto.
Non si mosse da lì per qualche ora, finché non arrivò Jake.
"Hey, Honie! Come va?" Fece allegramente, entrando in camera. Divenne serio quando vide l'amico.
"Che hai?"
"Jake, è terribile! Non potrò più parlare con Heeseung." La sua voce usciva debole, attutita dal letto.
"Perché?"
"Gli hanno rubato il telefono."
Gli si sedette affianco.
"Mi dispiace."
"Mi manca così tanto! Lo voglio qui! Adesso!"
"Sai che non è possibile."
"Lo so, ma lo rivoglio!"
Ad un certo punto a Jake si illuminò il viso.
"Hoonie, ho la soluzione!"
Sunghoon si tirò su a sedere e presto la massima attenzione a quello che avrebbe detto.
"Che città comprendono le tue gare?"
"Vediamo... Tokyo, Busan, Berlino, Mosca..."
"Intendevo negli stati uniti. Non hai delle gare lì?"
"Sì a dire il vero... A New York, Seattle, Saint Paul e... Chicago!" Un lume di speranza si accese nel suo viso.
"JAKE, POSSO INCONTRARLO!" Gridò dalla gioia.
Saltò giù dal letto.
"Fermo un attimo con l'entusiasmo! Non sai quanto è grande quella città, non sperare di trovarlo." Lo ammonì l'amico.
"Sarà lui a trovare me... Appena saprà dove gareggerò, verrà senz'altro."
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❄️Heart of ice❄️- Heehoon
FanfictionBastò un attimo, solo un nano secondo e si ritrovò a terra, o meglio dire, sul ghiaccio. Fu sufficiente la visione di quel ragazzo per fargli perdere l'equilibrio. Quando un tipo come Heeseung ha un cuore gelato, sarà impossibile scioglierlo, ma non...