Un angelo bandito dal Paradiso

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Caddi in una depressione che mi provocò anche danni all'alimentazione: mangiavo solo la colazione in quanto non avevo fame. Dimagrì di circa due chili in quattro giorni. I miei erano preoccupattissimi, mi portarono pure da uno psicologo ma restavo sempre muta.
Margot, invece, era partita per Nizza, come ogni anno, a trovare i suoi parenti.
E io? Be, io ero sola e non avevo altri amici.

Un giorno in corridoio mi avviccinai al miglior amico di Denis, del quale mi aveva parlato molto quando stavamo insieme, ma non avevamo mai scambiato una parola.
Io: C...ciao...
Lui:Hey!
Io:Sai qualcosa di Denis?
Lui: Denis? Quale Denis?
"Ok,'sto qua mi prende per il culo-.-"
pensai al momento, ma avevo veramente bisogno di sapere dov'era, così gli mostrai una sua foto col cellulare.
Lui: Ahhhh, Lorenzo dici?
Io: No, Denis.
Lui: Scusa ma quello è il mio miglior amico, saprò come si chiama.
Mi guardava più serio di una persona che è ad un funerale e se ne andò.

Una sera decisi di andarmene e di andare a cercare Denis. Così, alla cieca.
Non avevo la patente, ma rubai la macchina di mio nonno che non la usava da mesi perché era in ospedale.

Andai dritta nella strada statale, e, guarda un po', c'era una specie di baracca con delle finestre da cui uscivano sfilze e sfilze di fumo. Non ci feci molto caso... finché non vidi Denis uscire dalla porta del luogo con una canna in mano e una ragazza che teneva stretta ai fianchi.
Fermai la macchina e abbassai il finestrino. Mi vide e indietreggiò.
Avrei voluto uscire e tirargli uno schiaffo ma 1) erano tutti fumati e chissà che qualcuno mi tirava una coltellata e... 2) stavo provando un sentimento troppo forte da cui ero come paralizzata.
Vedere il mio ragazzo che si fuma una canna tenendo sui fianchi una ragazza che non sono io!!
Mi fece morire. Volevo morire.
Lui: Che diavolo ci fai qui?!
Io: E tu, drogato puttaniere?!
Solo dopo mi resi conto che non avevo mai detto cose simili.
Lui: Dai, Lo, non prendertela!
Io: NON PRENDERTELA?! Senti fai quel che vuoi ormai sei quasi un adulto: fumati tutto, anche il cervello. E trombati le tue puttane, ma, perfavore, sparisci dalla mia vita!
Lui: No, Lo, non andartene!
Mise il braccio dentro al finestrino per prendere il mio, ma chiusi il vetro e glielo maciullai per qualche secondo.Sentivo dalle sue dita odore di erba, che schifo!
Io: Mi hai detto tu di dimenticarti!
Iniziò a dire qualcosa, ma misi la radio a palla e misi in moto la macchina. Non volevo ascoltarlo. Non volevo sentire la sua voce, che dopotutto amavo.

Passai due settimane a casa senza andare a scuola, senza rispondere ai messaggi di Denis, o di Margot, senza far caso alle trent'otto chiamate della mia migliore amica, sia sul cellulare che sul telefono fisso. Ero traumatizzata dall'idea di amare una persona che, in poche parole, si è presa gioco di me, e che fuma e che bacia la prima ragazza che trova.
"Io lo amo, mio Dio se lo amo!" mi ripetevo subito dopo aver pensato alla scena di lui che fumava con quella tipa.

Il lunedì, alla terza settimana in cui volevo stare a casa, entrò Margot e mi tirò per l'orecchio. Mi schiaffeggiò un po' e dopo mi abbracciò riempiendomi di bacini e preoccupandosi peggio di mia madre.
Margot: Ero a Nizza, perché non hai risposto!? E perché una mia compagna mi ha detto che eri assente da due settimane?! Stai male?!
Risposi seccata di sì.
Margot: E quanto hai?!?
Io: Niente.
Margot: Come niente?!?!
Io: Niente.
Mi toccò la fronte che, appunto, era fresca. Così, mi guardò di sbieco e io le spiegai.
Io: Mi sono lasciata con Denis.
Margot: COOOOOSA?!
Le cadde il cellulare dalla mano.
Le dissi tutto e dopo mi convinse ad uscire dopo quattordici giorni di astinenza da vita sociale.

Il giorno seguente andai a scuola ed entrai in classe tutta struccazzata, non capivo tanto bene cosa succedeva, cosa ero io che potevo essere usata come un oggetto.
Incontrai Denis in corridoio per tre volte ed io lo evitai. Lui mi toccò la spalla come per richiamare la mia attenzione, ma io rimasi immobile.

Il pomeriggio andai dal dentista per farmi un controllo dei denti. Ero nella sala d'aspetto, quando il blocco di riviste iniziò a tremare. Ogni secondo di più. La mia sedia si scassò così tanto che caddi a terra. Ero sola. Cercai di alzarmi, ma un pezzo del lampadario mi cadde sui piedi. Gridai di dolore. Macerie mi caddero in testa e tentando di respirare della ghiaia mi finì in bocca e tossii. Grida dalla sala operatoria mi spaventarono e notai una macchia di sangue schizzarsi da fuori la porta, come se uno strumento per tagliare i pezzi di denti fosse caduto sul braccio di qualcuno ferendolo.
Non riuscivo quasi a respirare, chiusi gli occhi ormai aspettando la mia ora.
"Ti prego, Signore, almeno fammi morire in fretta, senza tanto dolore. Denis ti amo." pensai, pentendomi subito per l'ultima parte, venuta automatica. Ma un braccio mi toccò la mano. Un braccio caldo.
Una voce: Vieni con me, amore mio.
Poi non ricordo più nulla di quel giorno.

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Ciao persone,
Votate votate votate e leggete la storia di AliceDallas! grazie vi amo e Se non ho tanti commenti elimino tutto ragazzi...dietemi se vi piace o tolgo tutto

Quel Tuo Bacio MaliziosoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora