Punta il grilletto sul cuore

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Mi risvegliai in un letto tutto bianco con delle coperte tutte bianche in una sala tutta bianca dove c'erano persone vestite di bianco. Anche io indossavo un vestito bianco.
Non è che magari ero in ospedale?
Una tipa bianca mi si avvicina.
Lei: Sì, sei in ospedale.
"Mi legge nella mente o cosa?" pensai. Lei: Dovresti smetterla di pensare ad alta voce, 'sta notte hai disturbato quello del letto affianco.
Non risposi, l'infermiera, però, mi sorrise.
Giusto un secondo dopo entrarono dentro i miei e SOLO UNA COSA POTEVA PASSARMI IN MENTE IN QUEL MOMENTO: "Oh, che scocciatura!".
Papà mi porse il quotidiano di quel giorno e lessi in prima pagina: "Ragazzo di diciassette anni salva ragazza fra le macerie di studio dentistico-brusco terremoto".
Rimasi giusto un po' scioccata.
Io: E chi mi salvata? Non ricordo granché...
Mamma: Un certo Lorenzo Cirrenti... Mai sentito?
Io: Può darsi di sì....
Mentii profondamente mentre pensai alle dolci parole che mi aveva detto prima di prendermi via da quel luogo in pezzi.

Dopo una mezz'oretta i miei furono costretti ad andarsene data la chiusura dell'orario di visita dei pazienti. E cosa feci dopo? Niente, piansi. Non sapevo che farmene di quel ragazzo. "Non si chiama nemmeno Denis!! Ma lui mi ama o no?! E perché mi ha detto bugie!?" dissi fra me e me.
In ogni caso pensai che un pensierino di riconoscenza dovevo farglielo...

Quando fui dimessa, come prima cosa, andai a casa a farmi una doccia e al tardo pomeriggio comprai una piccola scatolina rossa con dentro un ciondolo a forma di angelo. Il problema fu trovarlo... Non sapevo dove andarlo a cercare. Nemmeno da dove partire. "Di certo non sarà lì dei drogati dopo quello che è successo" pensai.
Così andai verso le rive, dove eravamo insieme usciti settimane prima e lo trovai sotto il ponte dove ci avevamo scattato delle foto. Fissava un battello che stava per passare a suo fianco. Era piuttosto cupo. Avevo quasi paura avvicinarmi, così gli appoggiai la mano sulla spalla e lui, lentamente, si voltò.
Io: Ehm... Ciao... Ecco...
Arrossii e frettolosamente gli porsi il regalo.
Mi fissò.
Io: Tutto bene?
Non gli chiesi spiegazioni di nulla: nè di cosa faceva lì del dentista, nè perché non mi aveva detto il suo vero nome, nè perché mi aveva detto di dimenticarlo, nè perché mi aveva chiamata amore, ne perché mi aveva salvato la vita.
Non prese la scatolina, ma toccò la mia mano e con forza mi scaraventò a terra.
Io: D...Denis...
Mi venne spontaneo, anche se pensandoci non era nemmeno il suo nome.
Dopo averlo chiamato per nome tirò un pugno a lato su un pezzo di pietra del ponte.
Mi cadde una lacrima, che mi scivolò giù fino al torace.
Raccolse la scatolina e la osservò per un po'. Ero letteralmente senza parole. Lo guardavo con gli occhi spalancati. Non capivo più niente.
Lui: Loanne...
Mi batté più forte il cuore.
Io: HMsksnaks...*parole indecifrabili*.
Lui: TU. DEVI. ANDARTENE.
Io: Cosa?!
Si avvicinò e mi fece per accarezzare la guancia, ma come una forza gli fece ritirare la mano indietro. Strinse un pugno.
Lui: Loanne, tu... Tu non puoi capire.
Io: Ma cosa stai dicendo?!
Lui: PERFAVORE, VATTENE. IO...
Si sedette a terra, sempre lontanto da me.
Lui: IO SARÒ SEMPRE IL TUO ANGELO, LOANNE, IO TI... TI... ORA VATTENE PERÒ. NON. POSSIAMO. STARE. INSIEME. CI SARÒ PER TE QUANDO SARAI IN PERICOLO, MA FINISCE TUTTO QUI. E QUANDO LE NOSTRE STRADE SI INCROCERANNO DI NUOVO, DOVRANNO SEPARARSI SUBITO.
Si alzò e mi diede un bacio sulla fronte. Poi se ne andò.
Non dissi niente. Non ci riuscivo.Quelle parole furono peggio di un grilletto puntato sul cuore.

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Ciao gente del Pianeta ,
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P.S.: se mi seguite vi ricambio
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Quel Tuo Bacio MaliziosoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora