La lettera

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Mi fiondai davanti la sala operatoria e vidi che il corpo di Lorenzo era coperto da un lenzuolo.

"No, non è possibile. Non ci posso ancora credere. Fino a ieri parlava. Poco. Ma parlava. Ora non sbatte nemmeno le ciglia. Non parlerà mai più. Non sentirò la sua voce mai più. Mai più. E' finita." pensai disperata.

Matilde arrivò e mi abbracciò, non riuscivo a frenare le lacrime.

Entrai e scoprii il volto di Lorenzo. Era bello. Anche morto.

Io: Ti prego, svegliati. Non andartene.

Gli bisbigliai nell'orecchio, e per un secondo credetti anche che forse mi aveva sentita.

L' infermiera mi prese per le spalle e delicatamente mi fece uscire, dato che dopo poco sarebbero arrivati i dottori e il corpo sarebbe stato messo in obitorio.


Ero in giardino: mi tremavano le mani, le gambe si muovevano da sole a scatti e il viso era tagliato da righe nere di mascara colante.

Voce: Ehi, tesoro. Su, ci sono io. Non piangere.

Mi abbracciò da dietro, ed ero talmente in shock che solo dopo qualche momento capii che la voce era inconfondibilmente di Margot.

Fu lì che capii che lei mi voleva un mondo di bene, ed era una vera amica. Avrebbe potuto fregarsene di chiedere informazioni a quelle sbandate (rischiando la vita, dato che quelle girano per la città con droga e coltelli), avrebbe potuto rimanere a casa ad ascoltare musica al posto di sprecare così tanta benzina per venire da me in ospedale.

Si sedette accanto a me.

Margot: Non ho ancora realizzato tutto questo.

Io: Non dirlo a me.

Margot: Avrei dovuto lasciarti godere questi ultimi momenti di Lorenzo, al posto di cercare di allontanarti da lui.

Fissava il vuoto, anche lei. Come me.

Io: L'importante è che io l'abbia fatto nonostante tutto , non credi?

Margot: E' che... Io ci tengo a te. Non sai quanto. E avevo paura di perderti: di ricevere un giorno una telefonata e sentirmi dire che eri stata uccisa da un drogato. Non volevo che iniziassi a conoscere nuova gente. Gente sbandata. Perderti. Restare sola.

Iniziò a singhiozzare.

Margot: Ma non avevo capito che Lorenzo non l'avrebbe mai fatto. E quello che provo per te è così forte che non mi lasciava pensare e capire che tu sei responsabile. Lo so che hai la testa sulle spalle, ma non riesco a non preoccuparmi di te. Loanne io ti voglio così bene, non sarai mai sola. MAI.

Non riuscivo nemmeno a parlare, così provai ad annuire col capo ma mi era impossibile anche quello.





Tornai a casa. La mia lingua era ancora impastata.

Fissai lo schermo del cellulare aprirsi, e vidi di nuovo la Torre Eiffel con i mille coloratissimi fuochi d'artificio... e quella maledettissima scritta.

La mia domanda era: "Quando riuscirò a stare bene? Riuscirò mai a tirarmi su dopo questa caduta?".

E mi ripetevo che la risposta sarebbe soltanto stata: "No, mai. IMPOSSIBILE."



Ero fuori in un giardino pubblico a leggere "Camminare, correre, volare", quando una ragazza bionda mi si avvicinò. Aveva pantaloni neri stracciati, una maglia coi teschi, Vans nere, collana attillata nera con borchie di metallo, rossetto rosso fiammante e eyeliner color carbone. Corpo perfetto.

"Ma certo: lei è la ex di Lorenzo! Che diamine vuole da me?!"

Lei: Hey, ragazzina...

Io: C...ciao... Che vuoi da me?

Lei: Sei tu per caso una certa Loanne Mûre?

Io: S...si...

Lei: Bene, allora tieni questa.

Mi lanciò una busta, la presi al volo.

Lei: Te la consegno in nome di Lorenzo Cirrenti: mi diede questo incarico, ossia darti questa il giorno dopo che sarebbe morto.

"Intanto: 1) come sa dove ero? e 2) Lettera? Incarico? LORENZO?!"

Quando se ne andò aprii la busta col cuore in gola e trovai una lettera scritta da Lorenzo a una certa "MALATTIE TERMINALI C.m.m.t. France, Paris":

" Cara MALATTIE TERMINALI C.m.m.t.,

sono un ragazzo italiano, vado alle superiori e tra poco avrò diciott'anni. O meglio, non li avrò mai, ma dovrei farli tra poco. Sono affetto di un' emoraggia al fegato. Questo è infettato e il suo lavoro non è sufficiente per la vita di un essere umano. Inoltre i miei succhi gastrici non funzionano e sono 'malati'. Dovrei morire fra qualche settimana.

Va tutto storto, però c'è una cosa che rende alla mia vita un senso: Loanne Mûre.

Io la amo tanto, e, come vedete, è di origini francesi, come voi che state leggendo questa lettera.

Ho saputo che molta gente versa soldi per salvare noi ragazzi, e nella mia bozza ci sono ormai sufficienti soldi per creare uno spettacolo grandioso per la mia bellissima ragazza.

Non chiedo nulla per me, ma dei fuochi d'artificio multicolore sopra la Torre Eiffel per la sera (verso mezzanotte) del ventuno luglio. E la scritta: 'Svegliami quando inizierà agosto, Loanne Mûre".

Ne sarei grato se lo faceste.

Cordiali saluti,

Lorenzo Cirrenti" .

Io: L... Lorenzo...

Dissi incredula.

Quel Tuo Bacio MaliziosoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora