SIMONE STRONZO: 2S

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Simo diede appuntamento a Lorenzo, quella stessa sera, perché avrebbe preferito piangere davanti a lui che restare in casa con Jaco nella stanza accanto, rinchiuso in quelle quattro mura che faticavano a reggere tutto il suo nervosismo. Le pareti sembravano sottili e fragili e le forze motrici dei gemelli troppo potenti da reggere.

Prese la sua vespa e s'incontrarono sotto casa del biondo. Non era mai entrato nel suo appartamento e questa non sarebbe stata la prima volta, perché semplicemente non ci sarebbe mai stata, una prima volta. Era più facile baciarsi nella grande villa Balestra, fare sesso nella grande villa Balestra, nascondersi nella grande villa Balestra.

Soprattutto perché i genitori di Lorenzo non erano a conoscenza della sessualità del figlio e Simone non sarebbe sicuramente subentrato nelle sue questioni familiari. Non gli interessava creare casini, forse perché infondo non ci teneva nemmeno così tanto a lui. Lo sapeva. Lo aveva capito dopo averlo tradito la prima volta ma ormai l'errore era stato commesso e non poteva tornare indietro.

<Lo so che non stiamo insieme e ci stiamo soltanto frequentando, però non pensavo che ti vedessi con qualcun altro, avresti potuto dirmelo no?> iniziò Lorenzo quando si chiuse il portone del palazzo alle spalle.

<Hai ragione. Ho fatto una cazzata ma non ci ho pensato> Simo abbassò lo sguardo. Era in totale vergogna perché Lorenzo lo aveva probabilmente immaginato con Manuel, nudo, in atteggiamenti che avrebbe avuto con lui e non con un altro, e si sentì morire. Che imbarazzo...

<Me ne sono accorto. Non ci hai pensato, infatti. Comunque, sei un ragazzo davvero bello Simo, con te mi trovo anche bene, però non è quello che voglio e non lo vuoi nemmeno tu> Lore fece un passo avanti, sfiorandogli lo zigomo per fargli alzare la testa. Costringerlo a guardarlo negli occhi fu una tortura: Simo si sentì giudicato e sapeva di meritarselo, certo, però sperava di non essere davvero condannato.

<Non è così> sapeva di mentire ma fu la prima frase che gli venne da dentro, dalla gola e non dal cuore.

<E invece sì, se no non saresti uscito con Manuel, non lo avresti fatto con lui e ci avresti pensato> Lorenzo in quelle parole peccò forse di presunzione facendo sentire l'altro ancora più male di quanto già non stesse a causa di Jaco, a causa di tutta quella situazione.

Ecco: l'unico a cui cercava di non pensare era Manuel perché se si fosse concentrato anche sui suoi sentimenti sarebbe stato ancora peggio. Non negava a se stesso quanto gli fosse piaciuto, quanto gli stesse mancando, ma non voleva che quell'idea sopra valicasse quel sentimento di tristezza.

Simo non rispose, si avvicinò solo un po' con il volto per lascargli un bacio lieve sulle labbra. L'ultimo. Che ipocrita! Togliersi dai piedi Lorenzo era la scelta migliore, sarebbe stato un problema in meno.

<Mi dispiace> sussurrò dopo. Una lacrima gli scese pure sulla guancia e si rese conto che forse doveva davvero lasciare il rugby per dedicarsi alla carriera cinematografica.

<Dispiace anche a me> rispose Lore. Simo si rimise il casco e salì sulla sua vespa. Lo salutò con un cenno della testa e sfrecciò via.


<Posso entrare?> Dante spuntò con la testa dalla porta. Il ragazzo annuì mettendo in pausa il videogioco sul quale era concentrato. Si tolse le cuffie e si voltò verso il padre.

<Che succede pa'?> chiese Jacopo.

<Nulla. Volevo solo sapere come stessi. È passata una settimana da quando avete litigato te e Simone e mi sembra l'ora di fare pace, no? Non si risolve nulla alzando i muri> spostò la sedia della scrivania e si accomodò di fronte a lui.

Pinguini - Simone x ManuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora