DUE CONQUISTE

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<Posso offrirti da bere?> chiese un ragazzo, sedendosi sullo sgabello accanto.

<Ho già questa in realtà...> Simone smorzò tutto il pathos, sollevando il bicchiere ancora pieno.

<Peccato. Allora posso bere con te?> gli prese la birra dalle mani per assaggiarne un sorso. Lo guardò seducente dritto negli occhi mentre deglutì. Simo non negò, non parlò proprio. Era la prima volta che un ragazzo ci provasse con lui in modo così spudorato, anzi, era la prima volta che un ragazzo ci provasse con lui. Punto.

<Piacere, Jorge> allungò poi la mano per presentarsi. Simo ricambiò a sua volta.

<Sei di Roma?> chiese Simo facendo incontrare i due bicchieri in un tintinnio di vetro. L'altro scosse la testa: <No, Milano. Mio padre ha origini spagnole, di Valencia>. Simone annuì e rimase immobile davanti a quegli occhi che non si distaccarono neanche per un attimo. Continuò a fissarlo dritto con uno sguardo attento, interessante, interessato.

Jorge era più grande di qualche anno e lo capì anche senza doverlo chiedere. Notò sulle sue mani le unghie tinte di nero, rovinate.

<E tu invece, chi sei? Non ti ho mai visto da queste parti...> gli chiese dopo.

<Ho appena bidonato la mia ragazza in realtà. Sono qui per caso...> sollevò le spalle e buttò già l'ultimo sorso di birra. Jorge allungò una mano sul bancone per chiedere al barista un altro bicchiere per entrambi, poi gli sfiorò una spalla.

<Quindi sei bisessuale... interessante> mantenne la mano su di lui. Simo la guardò: le dita erano affusolate, le mani curate nonostante lo smalto. I capelli erano ricci ma corti, la carnagione mulatta e gli occhi verdi. Quando allargava le labbra nel suo sorriso spuntava una fossetta sulla guancia sinistra. Era bello, Simo non lo negò mai, e quel contatto, anche se quasi superficiale, fece scorrere un brivido su tutto il suo corpo, lungo la schiena, fino al cavallo dei pantaloni.

<Non ho mai affermato di essere bisessuale...> non si rese conto nemmeno lui della sfacciataggine con cui rispose, ma si drizzò con le schiena e l'altro scostò la mano, quasi spaventato da tanta sicurezza.

<Scusa. Non volevo... è che, è un locale gay, pensavo che lo fossi, almeno per metà> Jorge si sentì inopportuno sfiorandolo in quel modo, così fece scomparire quel bel sorriso che Simone aveva guardato per minuti infiniti.

<Non ho mai affermato nemmeno il contrario, se è per questo. Rilassati> Simone cercò di fargli tornare il sorriso, stavolta poggiandogli una mano lui stesso sulla coscia. Lo fece in modo naturale, come se lo avesse sempre fatto.

<Quindi chi sei Simone?!> Jorge tornò a sorridere e con il busto si avvicinò verso di lui, nuovamente: <Hai un buon profumo...> insinuò e Simo stavolta rimase al gioco.

<Se vuoi te lo presto la prossima volta> iniziò a fare il civettuolo come forse non fece mai in vita sua. Era un tipo timido, di solito, ma quella volta si sentì sicuro di sé.

<Quindi ti rivedrò?> chiese. Simo buttò giù un grande sorso della sua birra per cercare di non perdere quel coraggio che mostrò.

<Chissà. Se capitasse di nuovo una pioggia del genere potrei anche fare un salto> lanciò uno sguardo fuori dal locale. Ormai le gocce non erano più esagerate e moleste così si decise a finire quel secondo bicchiere e sollevarsi.

<Già vai via?> Jorge l'osservò rimettersi la giacca di jeans.

<Sì, domani mattina ho impegni> rimase sul vago, non volendo mandare all'aria quella conoscenza confessando di essere ancora uno scolaro minorenne.

Pinguini - Simone x ManuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora