I PEZZI DEL PUZZLE

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Manuel parcheggiò la moto, si tolse il casco e lo appese al manubrio. Solitamente non aveva bisogno di presentarsi a gran voce, di sbandierare la sua presenza perché il rumore della moto era già un'avvisaglia per far affacciare uno dei gemelli dalla finestra, spesso Simone, raramente Jacopo, ormai riconoscendo il rombo; invece, quella volta non comparve nessuno ad accoglierlo, così, notando la porta socchiusa, si avvicinò e la spinse leggermente per poi entrare in casa.

Il silenzio governava, tutto sembrava in ordine, tranne il casco di Simone, poggiato all'ingresso. Salì le scale a due a due fino a raggiungere il corridoio. La porta di Simo era socchiusa e Jacopo spuntò proprio da lì, non aspettandosi la figura di Manuel di fronte.

<Ciao> si salutarono all'unisono.

<Come mai non hai detto a Simò che m'hai visto co' Laura?> sussurrò.

<Già ho incasinato una volta il vostro rapporto, non ho intenzione de' farlo due> rispose. Si guardarono negli occhi e fu bello, lo percepirono entrambi.

<Capito> annuì come se dovesse riflettere su ciò che era giusto dire: <Grazie> si scostò per poterlo lasciar passare.

<Ho letto i tuoi tweet. Non fa' il cazzaro co' Simone> aggiunse, voltandosi prima di scendere al piano di sotto. Manuel non fece in tempo a rispondere ma un leggero sorriso apparve sul suo viso. Abbassò lo sguardo sulla maniglia e la tirò verso il basso per poi entrare nella stanza di Simone. Si rese conto dopo di essersi preso la libertà di aprire la porta senza bussare; infatti, Simone rimase spiazzato da quell'ingresso.

<Mi hai fatto spaventare> commentò subito, poggiandosi una mano sul petto dalla sorpresa.

<Scusa... Jack mi ha distratto e mi sono dimenticato di bussare> parlò in italiano. Gli venne spontaneo. Entrambi se ne accorsero ma fecero finta di nulla.

<Come mai sei qui?> domandò Simone aspettando una risposta con le sopracciglia alzate, mostrando gli occhi ancora più grandi del solito.

<Dovevamo usci', non te ricordi?> tornò l'intercalare romano che a Simo piaceva tanto.

<Non ti avevo detto che fossi stato libero> sorrise in modo incondizionato.

<Se va beh. Quando la smetti de fa' il prezioso co' me? Non te mollo eh!> con lo sguardo Manuel passò in rassegna, di nuovo, la libreria di fronte a lui. Il peluche a forma di pinguino era ancora lì, nello stesso posto ma accanto ad esso notò qualcosa di nuovo. Così si avvicinò e riconobbe il sasso che gli aveva regalato in spiaggia.

<Allora non lo hai buttato via...> commentò, prendendolo e rigirandoselo tra le dita con una felicità che non riuscì proprio a mascherare.

<Faccio il prezioso ma non sono così stronzo> accennò una mezza risata, allungandosi e spettinandogli i capelli con le dite.

Jacopo aprì la porta di scatto e lì trovò in quel modo, con le mani quasi intrecciate nel rubarsi quella pietra. I due si bloccarono con le dita a mezz'aria e si voltarono verso il terzo, aspettando che dicesse qualcosa.

<Okay... imbarazzante. Stasera mangiate qui, no? Che pizza volete?> domandò cercando di distogliere lo sguardo. Simo tirò indietro la mano, nascondendola dietro la schiena.

<Direi er solito. Io col salame piccante> Manuel parlò per primo per poi lasciare la parola all'altro.

<Io con le verdure grigliate> aggiunse Simone. Jaco annuì e poi richiuse la porta. Manuel scoppiò a ridere e il più alto non riuscì a trattenersi: <Jack lo abbiamo proprio traumatizzato ao> commentò sedendosi sul letto. Simo si poggiò lì accanto, con la pietra ancora tra le dita. Sfiorava gli spigoli, i lati, ormai riconoscendoli a memoria.

Pinguini - Simone x ManuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora