«Dunque vediamo, così dovrebbe andare bene. Ecco sì»
In uno studio cinematografico negli Stati Uniti, più precisamente a Burbank in California, un uomo sui venticinque anni, dai capelli ricci e grigiastri e di statura normale, se ne stava chino sulla scrivania e aveva appena iniziato il suo primo progetto, Mickey Mouse, un buffo topolino dalle grandi e nere orecchie, vestito con una camicia rossa, pantaloni neri e scarpe enormi e gialle. Ci aveva pensato intensamente per due lunghi anni ed era venuto il momento di metterlo su carta.
«Chissà a chi interesserà un cartone che parla di un topo parlante e dei suoi amici, anch'essi parlanti, mentre là fuori si sparano e si ammazzano nel Grande Conflitto» pensò tra sé e sé il disegnatore mentre sorrideva al suo primo disegno in matita da lui realizzato e, finalmente, concluso.
Lui era Walt Disney: di umile famiglia, fin da piccolo aveva la passione per la cinematografia e l'animazione.
Di media statura, un viso delicato e i suoi baffi grigiastri risaltavano sulle sue labbra sottili. Sorrideva sempre, specialmente nel campo lavorativo.
Fare il disegnatore era il suo sogno più grande, ed ora, dopo numerosi sacrifici, era prossimo alla sua realizzazione. Il passo successivo era la pubblicazione del primo cortometraggio riguardante il topo parlante.«Willam, procedi con la macchina dell'animazione» ordinò Walt con tono gentile al suo collega e grande amico.
«Ricevuto capo. Allora questo topo è stato sudato, ma alla fine è venuto!» scherzò l'altro.
Erano grandi amici e ora anche colleghi, tutti e due stavano realizzando lo stesso sogno. Finalmente stavano dando vita a qualcosa di completamente loro: un cortometraggio per bambini.
«Ti ricordi il nostro primo incontro?» domandò William sorridendo.
Walt fece lo stesso «come potrei scordarmene? Ero alla ricerca di qualcuno che mi producesse il cortometraggio e tu sei stato il primo a credere in me» e lo abbracciò riconoscente per tutto quello che aveva fatto per lui.«Non ci avrei mai creduto che ce l'avremmo fatta» confessò Disney entusiasta.
«Nemmeno io» fu di rimando Will «ci siamo, guarda e dimmi se così ti piace» concluse accendendo il vecchio proiettore.Il piccolo schermo mandò le prime immagini di Mickey Mouse che si presentava e poi presentava i suoi amici: Paperina e Paperino, Pippo e Minnie, la topolina, nonché sua fidanzata. Era l'introduzione di quello che sarebbe diventato il primo lavoro del giovane uomo.
«Mi piace tantissimo, spero che anche i bambini apprezzino» commentò compiaciuto Walt.Bevve un bicchiere d'acqua, poi continuò le sue riflessioni ad alta voce «ho sempre creduto nei sogni, nella fantasia. Non bisogna mai smettere di sognare, se puoi sognarlo, puoi farlo.»
Quell'ultima frase sarebbe diventata il mantra di generazioni intere di bambini. L'aveva pronunciata con tutta la convinzione di questo mondo, ci credeva fermamente in ciò che faceva «i bambini devono godersi il loro essere tali, facciamo in modo di farli divertire, di farli viaggiare con la mente. Così non pensano alla guerra e alle bombe atomiche» concluse l'animatore con uno sguardo triste.
Non gli piaceva per niente il momento storico in cui si svolse questa storia: tra gli anni 15 e gli anni 20, il mondo sta perdendo la sua umanità nella Prima Guerra Mondiale e lui voleva fare tutto il possibile per portare un po' di allegria e spensieratezza nelle case, tramite il piccolo schermo.
«Walt, ascolta» prese la parola il collega William «lo sai quanto io ti stimi e adori lavorare con te, però devi essere realista, un cortometraggio non eliminerà i problemi del mondo» lo mise in guardia.Disney lo guardò dritto negli occhi «Lo so benissimo, ma almeno proviamo ad alleggerire la situazione. E poi i bambini non devono pensare ora alla guerra, lo voglio fare per loro» disse determinato. William scosse la testa «E sia amico, mi arrendo ma non dirmi che non ti avevo avvertito»
Con il calar della sera i due uomini lasciarono l'edificio e si diressero a casa. Nello stesso momento in cui la porta fu chiusa a chiave, con tanto di lucchetto, il foglio sul quale era disegnato Mickey Mouse prese a tremare, si illuminò di una luce dorata e poi si dissolse, scomparendo. Sul grande tavolo apparve... Mickey Mouse!
Il piccolo topo si guardò intorno, era un mondo nuovo e tutto da scoprire. Allargò le braccia e si fece accarezzare dal venticello che filtrava dalle tapparelle della finestra.
«Evviva!! Non ne potevo più di stare dentro quel foglio! Che desolazione! Meglio che mi dia una mossa» esclamò.
Il topo straordinario accese le luci della stanza e si mise a ballare una canzone da lui inventata: il tip tap di Topolino"E tippe tappe tipidà e questo ballo è proprio bello"
Ballava allegro come un piccolo essere umano «papà Walt mi vuole allegro come un bambino, quindi non devo deluderlo» pensava continuando a saltellare.
Tutto cominciò con un uomo, una matita e un topo molto buffo che prese vita.
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Disneyland:Terra Disney
FantasiSe ci si sofferma sulla parola Disneyland si aprirà un mondo davanti ai nostri occhi e nelle nostre menti. Disneyland, tradotto dall'inglese all'italiano significa Terra Disney, per l'appunto. E se Disneyland non fosse solamente un parco giochi? Se...