2

2 0 0
                                    

«Okay, riprova un'altra volta. Magari meno forza»

Riprovò a concentrarsi sulle mani, anche se si sentiva un pò in soggezione con tutti quegli sguardi addosso, e lo indirizzò verso la fine della stanza.

Per fortuna in quel momento si trovavano nella sala di allenamento, e quindi al posto di spaccare una finestra, come era successo il giorno prima, l'energia si scagliò su un grosso muro che assorbì l'impatto.

«Molto bene, molto bene» le disse Dominic e pareva essere sinceramente impressionato da ciò che stava facendo.

Lei, però, lo era di meno.

Le avevano detto che si sarebbe allenata per manifestare la sua Perla, ma era tutta la mattina che si allenava ed era riuscita solo ad inviare scaglie verdi contro al muro.

«Ma ancora il mio potere non si è neanche fatto vedere!»

Quentin rise, forse perché era sembrata molto una bambina imbronciata da quel tono e le disse:

«Ci vuole tempo, ragazzina. La nostra Perla costituisce la nostra essenza, ma è anche quella più faticosa da manifestare. Tutti noi abbiamo iniziato così: devi imparare a combattere per difendere il Mondo e la tua Perla costituisce il tuo jolly. Ma ti sarà abbastanza inutile averla senza sapere combattere.»

Questo la rassicurò un pochino, ma non voleva aspettare per la Perla e nessuno riusciva a darle quantificazioni precise.

In media in quanto si manifestava la Perla? 2 mesi? 2 settimane? 2 anni?

Non aveva voglia di essere il peso della situazione: ognuno di loro aveva una vita che stava mettendo in pausa per aiutare lei ad ambientarsi ed educarla, non voleva che la odiassero perché gli stava facendo perdere tempo.

Riprovò ancora. E ancora. E ancora, fino a che le mani non le pesarono.

Una volta sbagliò la mira e ruppe un vaso che stava su uno scaffale, si girò sperando che non fosse nulla di prezioso o costoso, ma un movimento di polso di Amethyst lo fece tornare a posto come nuovo.

«Se vuoi riposarti, Emerald» le propose Dominic «Possiamo mostrarti come di solito ci alleniamo tra noi.»

Non se lo fece ripetere due volte: aveva paura che le mani le si sarebbero staccate da quanto erano esauste e poi, voleva vedere come combatteva un Guardiano esperto, o almeno, più esperto di lei.

«Mostriamo a Emerald come riesco a batterti facilmente» fece Amethyst alzando e andando sulla pedana di allenamento dove la raggiunse Dominic alzando gli occhi al cielo.

«Trasformi sempre tutto in una competizione tu, vero?» Le chiese ironico il ragazzo.

Amethyst sogghignò, ma tempo un secondo che un raggio violetto fuori uscì dalle sue mani. Dominic riuscì a deviarlo per un pelo, o così almeno parve a lei, indirizzandolo verso il muro con una luce blu proveniente dal suo palmo.

«Piano, Amethyst» la riprese Ash, ma lei non diede cenno di averlo ascoltato, perché con entrambe le mani creò una superficie di energia che sparò in direzione di Dominic che finì per sbattere contro il muro.

«Ma non si fanno male, così?» bisbigliò preoccupata a Cassiopea, che era al suo fianco.

«Ad Amethyst piace giocare, non gli farebbe mai male sul serio» la tranquillizzò lei, ma vide un paio di volte nella sua espressione delle ondate di ansia.

Dominic aveva capito che Amethyst non sarebbe andata leggera così, dopo essersi limitato per un po' solo a difendersi dai suoi colpi, iniziò a contraccambiare e l'allenamento si trasformò in un duello concitato.

Raptor MemoriaeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora