Si svegliò sudata e a corro di fiato, negli occhi ancora l'immagine di quella persona-statua e dei ricordi della donna.
Si guardò intorno: era notte e l'orologio segnava le quattro del mattino.
Non ricordava bene dove fosse e perché si trovasse lì e non nella sua camera ma dopo un paio di minuti di rincoglionimento riuscì a collegare tutto.
Era sola e non le piaceva essere sola in una stanza che non conosceva dopo gli eventi del giorno prima. Si alzò lentamente con l'obbiettivo di tornare in camera ma un giramento di testa la costrinse a rimettersi a sedere.
"Okay" pensò "ora ci riprovo". Il secondo tentativo fu più fruttuoso e riuscì ad uscire dall'Infermeria.
Tirò fuori dalla tasca lo Specchietto Comunicante e seguì le indicazioni della piantina per arrivare all'ascensore. Lo chiamò e, quando le porte si aprirono, per poco non le prese un colpo.
All'interno c'era una chioma corvina che ben conosceva.
Anche lui sembrava stupito di vederla perché per un attimo non disse niente, forse per pietà del suo povero battito cardiaco il quale stava per esplodere.
«Ma tu non dormi mai?» le chiese lei quando si fu ripresa dalla sorpresa.
Ash aveva in mano un libro, ma non aveva idea di cosa si trattasse visto che lo teneva dalla parte della quarta di copertina.
«Dovresti essere in infermeria» replicò lui, ignorando la sua domanda.
Aveva una grandissima voglia di ignorarlo a sua volta, ma cercò di rispondergli nascondendo il fastidio che stava provando per il tono che aveva utilizzato.
«Preferisco dormire nel mio letto»
«Non è saggio affaticarti. Dovresti cercare di riprendere energia.»
Il tono che usò la irritò. Era come se fosse troppo piccola, o troppo stupida dato che non conosceva la sua età, per capire e fare qualsiasi cosa. Strinse la labbra per evitare di perdere la calma.
«Sto bene. E tranquillo, non credo che troverò qualche Scelera in camera» fece sarcastica lei premendo il tasto del suo piano.
Lui non disse niente, ma da come la guardò non sembrò approvare molto la sua battuta.
Le porte si aprirono alla fermata di Emerald. Guardò Ash indecisa su cosa dirgli.
«Bè... a domani» optò per una scelta neutra.
«Ti accompagno» disse Ash con un tono che non ammetteva repliche.
Emerald però non doveva averlo capito e protestò dicendo:
«Non c'è bisogno. Ricordo la strada...»
Ma lui era uscito dall'ascensore.
«Non è per quello. Non sei molto responsabile, a quel che vedo. E voglio assicurarmi che non ci siano altre brutte sorprese.»
Non sapeva se prenderlo come insulto o meno ma continuò a camminare in silenzio per tutto il tragitto.
«Nessuno svenimento di percorso» disse sarcastica Emerald appena furono davanti alla porta.
Come la volta prima, Ash non sembrò apprezzare il suo sarcasmo.
Emerald aprì la porta, un po' indecisa se dargli un pugno o invitarlo a farsi una risata una volta ogni tanto.
«Allora... buonanotte» fece lei.
Non era sicura che le avrebbe ricambiato l'augurio, ma Ash disse:
«Buonanotte, Emerald» e se ne andò.
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Raptor Memoriae
FantasyCosa succederebbe se un giorno una ragazza si svegliasse in un castello e non ricordasse più nulla del suo passato? Se le dicessero che il suo arrivo non è stato determinato dal caso ma che lei ha un compito? Questo è ciò che accade alla giovane Eme...