Capitolo 20

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Era passata quasi una settimana da quando era stato ritrovato il cadavere di Juanito, ma le analisi della scientifica non erano ancora arrivate

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Era passata quasi una settimana da quando era stato ritrovato il cadavere di Juanito, ma le analisi della scientifica non erano ancora arrivate.
Negli uffici tutto andava a rilento, non avevano piste valide da seguire e questo rendeva il lavoro ancora più frustrante.
La sera dell'evento con la Quica e León si erano avvicinati tanto a prendere il braccio destro di Pablo Escobar, e ora sembravano distanti anni luce da lui.

La convivenza tra l'agente Peña e Tania si era rivelata funzionale, vedendosi solo la sera e la mattina.
Peña aveva ceduto alla sua collega il suo letto matrimoniale, mentre lui stava sveglio fino a tardi sul divano a ricontrollare insistentemente ogni dossier sperando che gli fosse sfuggito qualcosa la prima lettura.

Insomma, entrambi si vedevano poco nell'appartamento: Tania passava la maggior parte del suo tempo libero con Trujillo, con cui aveva legato molto, o nell'appartamento sottostante insieme a Connie.
Di Peña invece non ne sapeva molto: si vedevano in ufficio ovviamente, ma di come passasse il suo tempo libero non ne era a conoscenza. Come sempre deteneva il primato di uomo del mistero.

Cercava di passare meno tempo possibile dentro l'appartamento con lei, in quanto Tania si impegnava, involontariamente, in tutti modi ad attirare la sua attenzione.
Girava sempre per l'appartamento con solo una maglietta addosso che la copriva fino a metà coscia senza pantaloni, lasciando poco spazio all'immaginazione.
Ogni volta che faceva la doccia cantando a squarciagola usciva poi dal bagno andando fino alla camera da letto a prendere i vestiti solo con un asciugamano avvolto attorno al corpo nudo.

E tutti sapevano che Peña fosse un grande amante del genere femminile e che il genere femminile fosse facilmente attratto da lui, ma con lei era diverso.
Si sforzava di non fantasticare su come fosse passare una notte con lei, nonostante Tania riuscisse a mandarlo fuori di testa anche solo con dei piccoli gesti quotidiani, come per esempio aspirando il fumo di una sigaretta o controllando le schede psicologiche di alcuni suoi pazienti con quell'aria corrucciata di concentrazione che le donava un aspetto bellissimo.

Quando tornava alla sera parlavano poco.
Stava facendo di tutto per starle lontano, impegnato seriamente nel contrastare un qualsiasi sentimento poco adeguato verso una collega, tanto più per una di quasi vent'anni in meno.

Tania, dall'altra parte, aveva ripreso la sua vita in mano molto velocemente grazie alla sua forza d'animo, o almeno questo era quello che voleva far vedere.

Si sentiva finalmente integrata dai suoi due colleghi: Peña ogni sera le aveva curato le ferite sul collo, senza proferire parola e Murphy era spesso salito a trovarla quando la sapeva da sola nell'appartamento per accertarsi che stesse bene.

Quella sera l'avrebbero portata a distrarsi in un pub insieme a Carrillo.
Sarebbe stata una serata di chiacchiere e bevute. O almeno quella era l'intenzione.

*

Si erano avviati al pub tutti e tre in macchina insieme: Tania, Murphy e Peña, mentre Carrillo era già seduto al tavolo ad aspettarli.

Raggi di luna e dita sul grillettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora