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Pov Ariel
La mia vita era ormai una serie di eventi che si ripetevano in loop per il resto della giornata.

Andavo a lavorare per cercare di sopravvivere in una misera sala di ballerine per uno strip club più sporco del quartiere, dove la massima paga era quella di 450$ al mese che a stento mi permettevano di mantenere un tetto sulla mia testa.

Sono scappata il più veloce possibile dalla mia famiglia poiché non era una delle migliori, mia madre morì quando ero piccola rimanendomi a mio zio visto che mio padre scappò quando seppe della gravidanza di mia madre. Mio zio non faceva altro che rendere la sua vita di un grigio giocandosi tutto nel gioco d'azzardo. Ci mancava che scommettesse anche la sua stessa testa pur di ricevere quei quattro soldi che puntualmente si rigiocava. Spesso lo beccavo a rubarsi delle piccole somme dei miei risparmi che non ci davo molto peso poiché mi faceva pena, ma un giorno rubò tutti i miei soldi che avevo conservato per anni sacrificando tutta la mia vita per quella piccola somma.
Giocandosi i miei ultimi risparmi avevamo quasi rischiato di non avere più una casa.
Da quel giorno mi ero promessa che la mia vita dovesse prendere una piega totalmente diversa, che non dovevo temere che i miei guadagni andassero in quelle luride mani mandando a fottere mesi e anni di lavoro.

Da lì che decisi di lavorare in una piccola bottega che mi faceva guadagnare il giusto per trasferirmi a Los Angeles dove avrei potuto lavorare sperando di guadagnare di più, ma ciò non accadde.

Il mio lavoro consiste nel ballare su un palco con vestiti striminziti per eccitare uomini ricchi con il fine di fargli sganciare qualche mancia. Ma il mio capo Vince é un bastardo,
ci sottrae tutto lasciandoci il 10% del nostro profitto e fidatevi che non é tanto.
Ormai mi sono abituata a lavorare in questo modo che non ho pensato a lasciare questo lavoro perché Vince non c'è lo permetterebbe, sarebbe capace con il potere che possiede di farci scomparire dalla faccia della terra.

Ho preferito mettere in pericolo la mia vita piuttosto che vivere con la paura di ritrovarmi a vivere sotto ad un misero ponte a causa di quel ludopatico di mio zio.

<<Ariel, Rhonda, Bailey e Hanna sul palco tra dieci minuti>> ecco che la voce di Vince rimbomba nel piccolo camerino che abbiamo a disposizione per poterci cambiare.

<<Dio quando finirà quest'inferno?>> domanda Hanna non essendo abituata a vivere una vita di questo tipo.
Lavora da poco con noi e ancora cerca di convincere Vince a cederle qualcosa in più nella sua paga, ma non ha capito che se vuole di più dovrà accontentarlo come meglio vuole, capitemi.

<<Quest'inferno é casa nostra Hanna abituati>> le rispondo posando dei brillantini su tutto il mio corpo.
La mia unica arma nella mia vita é il mio corpo, fortunatamente ho tutte le forme giuste al posto giusto, le gambe snelle, la pancia piatta e un seno sodo anche se non molto abbondante.

Prendo il body bianco pieno di glitter rossi che mettendo in risalto la mia chioma rossa quasi da farmi sembrare un angelo, più che un angelo la mia anima rispecchia quella di un diavolo tentatore. Il fato non è mai stato dalla mia parte ho dovuto attenermi a ciò che mi è stato riservato e invece di piangermi addosso ho preferito gestirlo in modo da ottenerne un punto a mio favore.

Salgo sul palco con una leggera luce che a stento faceva intravedere il pavimento, nonostante avessimo tutte delle décolleté estremamente alte.

Dopo anni mi sono abituata a ballarci sopra nonostante quando ero alle prime armi avevo il terrore di camminarci per paura di cadere ma fortunatamente ciò non è mai successo.

Inizio a muovere i fianchi sulle note di una delle canzoni che ormai si ripeteva nel Strip Club, le mie mani si posavano prima sui fianchi per poi salire all'altezza del mio seno attirando l'attenzione di molti uomini sulla mia figura non facendo caso alle mie colleghe.
Alcuni di loro mi guardavano imbambolati come se avessero appena visto un angelo caduto dal cielo, altri invece non vedevano l'ora di portarmi dietro al parcheggio per soddisfare qualche loro desiderio.
Non mi sono mai spinta oltre a qualche balletto nel prive poiché tengo ancora alla mia dignità di donna anche se ho la piena consapevolezza che mettendomi ancora più in mostra guadagnerei molto di più.

Sento lo sguardo di tutti i presenti sul mio corpo pieno di brillantini, che sotto i riflettori non faceva altro che farmi notare da tutti quanti.

Mentre continuavo il mio spettacolo mi sento una persona alle mie spalle.
<<Ariel lo sai che sei una bomba ma così facendo non farai guadagnare nulla a noi>> La voce di Rhonda arriva alle mie orecchie quasi come un rimprovero.
Sapevo che il suo unico obbiettivo non era far guadagnare a tutte in modo equo ma guadagnare personalmente, ma in fondo come darle torto era ciò che facevo anch'io ed è per questo che mi venne un idea.
<<Vuoi guadagnare qualcosa?>> le chiedo sussurrando al suo orecchio scendendo con i fianchi verso il basso non smettendo di muovere il mio corpo e di fissare il mio pubblico.
<<Come tutte le sere Ariel>> mi risponde ballando scendendo alla mia altezza.

<<Allora fidati di me>> furono le ultime parole che uscirono dalla mia bocca prima di iniziare a slacciare il body di Rhonda, lei era una delle tante che al Club metteva a piena disponibilità il suo corpo, non la giudico ma io fino a questo punto non mi ridurrò mai.

Inizio a far scivolare le bretelle piene di perle sulla sua spalla molto lentamente avvicinando le mie labbra rosse su di essa posandoci dei leggeri baci, notando che l'azione stava portando i propri frutti.
Diversi uomini stavano posando sul palco banconote da 200 e 500 dollari, sapendo che almeno stasera una misera parte sarebbe stata nostra.

<<Rhonda adesso girati>> le dico mentre faccio scorrere le mie mani nei miei boccoli rossi così da attirare ancor di più l'attenzione.
Quando Rhonda fu totalmente girata presi a far scivolare anche l'altra spallina così da farla rimanere seminuda.

La musica finì e a quel punto il sipario si stava per chiudere e io sfruttai quei pochi attimi per farmi lasciare altre mancie posando le mani di una ballerina a caso sul mio ventre muovendomi in modo provocante.
Vidi altri uomini posare ancora delle banconote ,così a palco chiuso rientrai nel mio camerino soddisfatta.

<<Ariel subito nel mio ufficio>> ecco che il mio senso di vittoria svanì quando sentì la voce di Vince rimbombare nella sala.

Presi il mio accappatoio di seta e me lo poggia sul mio corpo avviandomi nell'ufficio di quello schifoso.

Trovai già la porta aperta al mio arrivo e appena mi vide mi invitò a sedermi.

<<Vince dimmi che tra poco devo andare in scena >> in realtà non era vero ,avevo a disposizione una pausa di mezz'ora ma stare da sola con lui mi faceva ribrezzo .
<<Il teatrino che hai appena fatto, perché so che è opera tua ha avuto molto successo>> disse alzandosi dalla sua sedia di pelle per poi avvicinarsi alla mia figura.
<<Mi chiedevo il perché non mettere in mostra questo bel corpicino che hai, sai sarebbe molto apprezzato te lo dice un esperto >> il solo suono della sua voce mi portava la nausea ma non potevo farmi vedere turbata o debole, o ne avrebbe approfittato.
<<Vai al sodo Vince>>
<<Ci sono molto vicino vedo>> dice leccandosi le labbra fissando il mio corpo.
Che schifo!
<<Passando al sodo>> dice sfiorandomi con le sue dite le mie cosce <<Volevo proporti una promozione, guadagneresti il 30% dei tuoi guadagni a patto che tu faccia uno spettacolo un po' particolare con un cliente di fiducia>> dice riservandomi uno dei suoi sorrisi più sadici.
<<Vince non sei il tipo di offrirmi tutti quei soldi per un solo spettacolo dimmi tutto>> dico cercando di allontanarmi il più possibile dalla sua figura.
<<Ho sempre saputo che a differenza delle altre tu fossi più perspicace sai>>
<<Vai al dunque >> ribadisco
<<Può fare di te ciò che vuole>>.

Matter of fateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora