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Ariel pov

Dopo le parole di Travis volevo andarmene ma non vendo la più pallida idea di dove andare, l'idea migliore è stata quella di ubriacarmi per silenziare tutti i problemi che si insinuavano nella mia testa tormentandomi.

Adesso non volevo preoccuparmi volevo solo rilassarmi prima di cercare un misero b&b dove potevo dormire.

Mi avvicino al bar per ordinare un drink sperando di farcela con i pochi contanti che avevo.

<<Un midori sour>> dico al barista prima di sedermi sul sgabello in pelle rossa che si abbinava alla luce che illuminava la parete.

<<Subito>>

Non volevo crederci che ero rimasta senza casa, senza un posto dove stare.

<<Ecco a lei>> il cameriere mi porse il bicchiere ed in un secondo il liquido mi scivolò lungo la mia gola pronta ad ordinarne un altro.

<<Un altro giro>> dico posando il bicchiere sul piano bar.

<<Glielo preparo>>

Poco dopo un'altro bicchiere finì sul piano bar vuoto ed un terzo non tardò ad arrivare facendo la stessa fine di quelli precedenti.

Per una sera non volevo pensare ai problemi, volevo essere serena e senza pensieri.

Il suono del mio cellulare partí e io mi affrettai a rispondere.

Con mio stupore era Vince, non mi aveva mai chiamata prima d'ora.

<<Ariel dove diavolo sei?>> la sua voce era abbastanza arrabbiata e irritata dalla mia assenza ma non mi preoccupavo visto che orami non lavorato più per lui, ma per quello stronzo di Travis.

<<Sono al Lux a bere>> dico senza riflettere.

<<Al lux a bere?Lo sai di chi è quel locale?>> mi riempie di domanda e nel mio stato non ero in grado di rispondere a tutte quelle domande in poco tempo.

<<Non mi riempire di domande Vince>> lo sgridai appoggiandomi al bancone.<< So perfettamente chi sia il proprietario del Lux, quello stronzo di Travis Black, non lavoro più per te Vince ma per lui quindi smetti di urlare>> dissi portandomi una mano sulla tempia per il mal di testa che avevo.

<<Lavori per lui?E io adesso che dovrei fare? Tu sei la mia ballerina non la sua!>> mi urla sbraitando come un matto.

<<Ho detto non urlare mi fa male la testa>>dico urlando anch'io attirando l'attenzione di alcune persone, ma non mi importava nulla.

<<Ariel hai dieci minuti per tornare qui e lavorare o se no ti faccio pentire di essere nata>> mi minaccia.

Le sue parole non mi mettono alcuna paura, sarà per l alcol che circola nel sangue.

<<Non lavoro più per te ficcatelo in quella testa>> dico per poi staccargli il telefono in faccia stufa di sentirlo parlare.

<<Un altro giro e dammi qualcosa di forte>> mi rivolgo di nuovo al cameriere cercando altro alcool ma la mia richiesta fu rifiutata a causa di qualcuno alle mie spalle.

Matter of fateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora