17. I Wish I Could Turn You Back Into A Stranger

124 7 2
                                    

Una cartina lunga e dell'erba fresca, mentre mi crogiolavo sul divano di casa di Georg che ballava tra la folla.
Con le convulsioni e scatti repentini, anche chiudere una canna era diventato complicato, talmente tanto che gettai tutto all'aria e presi qualcosa da bere.

-Come va la serata?-
Bill stava bene, non dava segni di disconnessione dalla realtà; che dall'ultima sbronza avesse imparato la lezione? Sperai vivamente di si, non avrei sopportato che fosse ancora Tom a reggermi la fronte.

-Bene, credo-
In verità no, niente di quella serata era andato bene, e si prospettava sarebbe andata a peggiorare, lo dedussi dallo sguardo di Bill puntato sui miei occhi probabilmente iniettati di sangue.

-Hai fumato?-
Domandò avvicinandosi a me e strattonandomi il viso con le dita.
Si, e non solo quello.
-Con Arlene molto tempo fa, è tutto a posto Bibs-
Cercai di tranquillizzarlo ma la mia voce tremolante e il mio scatto repentino per rimuovere le sue mani calde dal mio viso scarno, gli fecero capire che qualcosa non andava.
-Che cosa ti sei calata?!-
Era arrabbiato, tanto arrabbiato.

In effetti da fatta ero calma e tranquilla, con la testa tra le nuvole e nessun pensiero intrusivo. Adesso, stavo dando i numeri e sembravo una pazza paranoica. Era come vedere Bill da tutte le angolazioni e vivere quella scena estenuante dall'esterno, con me che tentavo di blaterare qualcosa per giustificare la mia stupida tentazione.

-Niente, solo... Era per recuperare una cartina e poi niente può andare peggio di così Tom è uno stronzo-
Parole sconnesse che fuoriuscivano dalla mia bocca come fossero trasportate da correnti troppo forti per tenerle a bada, e nessun tipo di tappo avrebbe potuto equiparare una diga. Anche questo era un ragionamento insensato a dire il vero.

-Ronnie Anne, cosa cazzo hai fatto-
E di nuovo il mio nome non mie era mai parso così tanto brutto. Ma questa volta fece quasi più male, perché Bill era sempre stata la mia unica ancora di salvezza.
-Bibs ti prego calmati, non mettertici anche tu-
Avevo detto disperata, esasperata, se avesse iniziato a pesare anche lui, di sicuro non avrei retto.

-Non mettertici anche tu?! Ti senti quando parli? Ti sei appena calata degli acidi e mi chiedi addirittura di calmarmi?!-
Si vedeva quanto fosse fuori di senno, amareggiato. Io dal canto mio, avevo già perso la cognizione della realtà e vedevo la sua immagine sgretolarsi e deformarsi, fino a sparire.

Mi svegliai nel letto della camera degli ospiti di Georg, con al mio fianco Gustav, che russava come un ghiro. Sul letto di fronte al mio, con le mani poggiate sulle tempie e i gomiti sulle ginocchia, Bill mi guardava con aria delusa e avvilita.

Quando mi vide aprire gli occhi scattò in piedi, prendendomi il polso e trascinandomi fuori da quella stanza.
Teneva il mio braccio in una morsa talmente salda che quando me lo lasciò gettandomi contro il muro, intravidi un brutto livido rossastro.
-Bill mi fai male!-
Le mie ultime parole prima di essere scaraventata alla parete imbiancata proprio accanto all'entrata del salotto.

-Come cazzo ti è saltato in mente?! Lo sai che cosa ci hai fatto passare?! Per poco non abbiamo dovuto chiamare un ambulanza!-
Mi venne spiegato in seguito che avevo preso a vomitare senza sosta, diventando pallida, ritrovandomi quasi senza respirare.
-Chi mi ha retto la fronte?-
Quella era l'unica domanda che mi frullava in testa in quell'istante, non mi importava se fossi quasi morta, perché se fosse stato Tom a tenermi la fronte, allora avrei avuto la mia conferma.

Nessuna risposta arrivò mai, ma al suo posto si palesò un bello schiaffo in piena guancia, che con i molteplici anelli di acciaio del moro, fece ancora più male. Voltai la testa nella direzione opposta a quella della sberla, tenendomi il viso con la mano, e guardando il ragazzo di fronte a me con riluttanza: non riuscivo quasi a credere che Bill mi avesse fatto del male fisico.

E poi uno spintone, che fece cadere il moro in terra di schiena. Bill si alzò di scatto dal pavimento, con occhi furiosi, tentò di tirare una manata anche al colpevole della sua caduta.

-Cosa cazzo fai?!-
Una voce roca, ancora impastata dal sonno, apostrofò il moro con durezza, bloccandogli la mano per evitare di tirare un secondo schiaffo, forse più forte del precedente.
Quando mi voltai e vidi il rasta, con due occhiaie marcate al di sotto dei bulbi oculari leggermente socchiusi per il sonno e l'incazzatura, quasi fui grata che avesse dormito sul divano.

-Cosa cazzo faccio io?! Chiedilo a Ron! Che ha ben pensato di calarsi chissà cosa!-
E subito anche lo sguardo di Tom si puntò su di me con fare colpevole, ma contrariamente alla reazione esplosiva di suo fratello, mi avvolse le spalle e mi tirò al suo petto.
-Ora ci penso io a lei, Bill-
Lo apostrofò con durezza per poi trascinarmi velocemente all'esterno.

Quella troppa vicinanza al suo corpo mi fece andare in subbuglio lo stomaco, o forse era solo la fame per aver saltato la prima colazione. Il rossore sulle mie gote però non era di certo dato da quello.

-Cosa cazzo hai fatto Ronnie?-
Chiese con fermezza il rasta, a un palmo dal mio viso stralunato.
Lo guardai fisso negli occhi per un po' di tempo, prima di aprire bocca.
-Metanfetamina-
All'epoca non avevo intenzione di continuare, ma forse fu la seguente serie di eventi e le rispettive cause che mi protrasse verso la dipendenza.

Contro ogni aspettativa, Tom mi abbracciò, forte e a lungo, dandomi un bacio sulla guancia, dove il suo gemello aveva tirato lo schiaffo precedentemente.
-Non fa niente, Ronnie, promettimi che però non ti avvicinerai mai più a quella merda-
Mi tese il mignolo e mi sorrise.

-Giurin giurello?-
Inclinai la testa al lato, poi sorrisi anche io, anche se poco visibilmente.
-Giurin Giurello-

Ma le promesse sono fatte per non essere mantenute, questo ormai lo sapevo bene.

Nei giorni seguenti non parlai con Bill, e nemmeno con il rasta per la verità. Georg e Gustav, che non sapevano di questo assurdo litigio, non capivano come mai di punto in bianco fossi diventata così fredda e chiusa. Mi restava solo Arlene, alla quale avrei raccontato tutto, provando ad omettere la parte della sniffata. Sicuramente non ne andavo fiera.











[Bill ha avuto il coraggio di alzare le mani su Ronnie, fortuna che è intervenuto Tom, che per la prima volta sembra non comportarsi da antagonista.
Un forte abbraccio,
Arabelladoove❤️]

𝑰'𝒍𝒍 𝑲𝒏𝒐𝒘 [𝑻𝒐𝒎 𝑲𝒂𝒖𝒍𝒊𝒕𝒛]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora