Benedetta spinse il cancello del suo giardino, sollevando piccole e lunghe strisce di polvere. Il clima secco aveva asciugato il terreno e molte delle alte erbe, con le loro spighe o i loro frutticini, erano diventate giallastre e rigide.
Insieme a Benedetta c'erano tre bambini: Martina, con i capelli tagliati a caschetto e una salopette rosa, Marco, con il gel sulla testa e la maglietta di un gruppo rock, e infine Giovanni, il più grande del gruppo e con i capelli riccissimi, ancora in costume da bagno.
«Perché ci hai portati qui?» Domandò Martina, guardandosi intorno con aria sognante
«Perché devo farvi vedere una cosa» rispose Benedetta, con aria di cospirazione
«Questo ce l'hai già detto» borbottò Giovanni, grattandosi la testa «Però io volevo andare a comprare un fumetto che è appena uscito»
«Questa cosa è meglio!» esclamò Benedetta, prendendo il giovane per mano «Vieni, vieni! È meglio di un supereroe!»
«Ma io non volevo comprare un fumetto di supereroi».Benedetta sembrò non ascoltarlo e lo tirò fino all'angolo di giardino in cui si trovava la ragnatela dell'argiope, seguita dagli altri due bambini.
«Che cos'è quella cosa?» Domandò Martina, spaventata.
Benedetta si guardò intorno, cercando qualcosa di brutto, ma solo dopo qualche istante, seguendo lo sguardo della sua amica, si accorse che stava guardando proprio la ragnatela.
«Ah! Quella è la cosa che volevo farvi vedere».
Marco fece un verso simile ad un conato di vomito, poi quasi strillò «Che schifo».
Benedetta si indignò.
«Perché che schifo? È bellissima. Vieni, avvicinati».
Marco raccolse da terra un bastoncino e lo lanciò verso la ragnatela. Per fortuna aveva una pessima mira, perché la manco di almeno trenta centimetri.
«Smettila!» Esclamò Benedetta, spingendolo «Non puoi rovinare la tela della mia amica!»
«Hai come amico un verme schifoso?» domandò incredulo Marco, spalancando gli occhi«Non è un verme, ma un ragno. Un aracnide, un animale con otto zampe: i vermi invece non hanno zampe»
«Beh, fa comunque schifo»
«No! È un animale bellissimo. Tu dici questo solo perché sei ignorante»«Ehi!»
«Non è colpa mia se sei ignorante, cioè se ignori le cose. I ragni sono bellissimi, solo che tu non sai neanche come sono fatti: infatti li hai confusi con i vermi. Te li immagini schifosi, ma in realtà sono splendidi».
Con la coda dell'occhio, Benedetta vide che l'altro bambino, Giovanni, si stava avvicinando alla tela. Ebbe paura che anche lui volesse distruggerla e si girò di scatto, ma lui si abbassò solo un po' sulle ginocchia per guardare meglio il grande ragno al centro della tela.
«Questa è la tua amica ragno?».
Benedetta gli saltellò accanto, felicissima.
«Sì! L'ho chiamata Penelope. Penny per gli amici, ma lei non ne ha tanti. I ragni sono creature solitarie, lo sapevi?».
Giovanni non disse niente, limitandosi ad osservare il dorso colorato della piccola creatura, le sue strisce nere, bianche e gialle.
«Io ho paura» Disse Martina «Non mi avvicino!»
«Non è pericoloso» le disse Benedetta
«E se mi salta addosso e mi morde?»
«Non è un salticide, non sa saltare. È un ragno tessitore della famiglia araneidae, si muovono pochissimo e non ci pensano neanche a zomparti in faccia!»

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Il Ragno che Tesseva Racconti
Narrativa generale[Libro per bambini][Storia completa] Lo sapevate che i ragni volano, che fanno i subacquei, che scalano le montagne più alte del mondo? Benedetta è una bambina che sta per scoprirlo: mentre gioca a pallone nel suo giardino, incontra una ragnetta int...