9. Il palombaro a otto zampe

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C'era una volta una ragnetta che viveva vicino ad uno stagno. Sapeva che di solito gli stagni sono pieni di prede, perché è lì che le zanzare depongono le uova e in seguito si trasformano, uscendo in grandi quantità dallo specchio d'acqua, perciò si era costruita una bella tela e aspettava.

Essendo un territorio molto bello e ricco di cibo, l'argine dello stagno aveva però attirato una gran quantità di altri animali: altri ragni (che facevano ragnatele più grandi ed efficaci di quelle della ragnetta), lucertole, topi e uccelli. Vivere lì era pericolosissimo!

La povera ragnetta si ritrovava a dover scappare continuamente, inseguita ora dai rettili e ora dai volatili, sempre trafelata e con la pancina più vuota di quanto non desiderasse.

«Mangio poco e corro troppo» Si disse «Ma guarda quanti begli insetti escono dall'acqua! Se solo ci fosse un modo di mangiarli! Ma io non so volare come fanno gli uccelli o le libellule, perciò non posso passare sopra lo stagno per acchiapparli, e non sono grande o brava abbastanza per costruire una ragnatela così grande che possa funzionare come un ponte sopra l'acqua... forse dovrò andarmene per sempre? Dovrò rinunciare al mio sogno di vivere qui?».

Dovete infatti sapere che c'era un panorama splendido: le canne alte, le piante in fiore e le erbe verdi si protendevano sull'acqua ondeggiando per il vento gentile, in lontananza si vedevano colline coltivate, un cielo azzurro che sembrava non finire mai, alberi altissimi e rigogliosi, e quando la sera arrivava il tramonto sembrava che l'acqua dello stagno brillasse di fuoco rosso e oro.

No, quel posto era troppo bello: la ragnetta non voleva lasciarlo. Stava riflettendo su come avrebbe potuto fare a nascondersi dagli uccelli quando vide qualcosa di lucido che si immergeva sotto il pelo dell'acqua, sgambettando. Si avvicinò alla riva più che poteva, stando attenta a non bagnarsi troppo i piedi, e vide che era un grosso insetto adulto, non una larva, che si era immerso come un pesce e ora stava già risalendo con un vermicello stretto fra le zampe.

«Ehi!» Gridò la ragnetta «Chi sei tu?».

L'insetto le si avvicinò, sgambettando con un solo paio di zampe, come se fosse un pattinatore umano sottosopra.

«Sono una notonetta» Disse l'insetto «Perché?»

«E sei un cacciatore?»
«Un cacciatore molto bravo, per giunta!» rise l'insetto, facendo una capriola sott'acqua «Tu invece cosa sei?»
«Sono un ragno»

«E che fai quaggiù per terra? Se vuoi un po' di succose zanzare dovresti andare più in alto, magari su quelle canne laggiù, e fare una grande ragnatela»
«Non posso: ci sono già tantissimi altri ragni, più bravi di me, più forti di me e più grossi di me»

«Invece ne ho visti anche di più piccolini!»
«Sì, ma quelli lì si accontentano di prede minuscole, che a me non bastano proprio. Ho già provato, ma non riesco a stare lì»
«E allora cacci qui per terra, come i ragni lupo? Non è una buona idea, le prede migliori qui volano, però se non puoi fare di meglio...»
«In verità non so cacciare a terra» disse la ragnetta, con un po' di vergogna «Prendo qualcosa, ma molto poco. Sono negata! E poi ho sempre molta paura, perché questo posto è pieno di uccelli che potrebbero mangiarmi, così sto nascosta sempre. Tu non hai paura degli uccelli?»
«E perché dovrei?» rise la notonetta «Quando uno viene giù e cerca di acchiapparmi, subito scendo sott'acqua e puf! Non mi vedono più»

«Ma come fai a non annegare?»

«Sono bravo a nuotare! E per respirare, sai, ho due camere d'aria costituite dai miei peli idrofughi, che respingono l'acqua e trattengono l'aria. Prendo un po' d'aria in superficie e vado giù: c'è da divertirsi, in fondo a questo stagno, perché è pieno di prede e senza nessun predatore. A parte me, s'intende»

Il Ragno che Tesseva RaccontiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora