Parte 1 LA PARTENZA

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HARRY

Non posso credere che me lo stiano facendo davvero. Ho 16 anni, sono troppo grande per andare al campeggio estivo!

Ho cercato di farmi appoggiare da Gemma, ma non ha sentito ragioni.

Avrei potuto passare l'estate in camera a comporre nuova musica, a scrivere, tranquillo e beato e mi sarei divertito molto di più.

Ma se anche lei è contro di me, temo di non poterci fare niente.

"Però me la lego al dito, sorella. Mi avrai sulla coscienza, se tornerò esaurito e avrò buttato un'estate della mia vita nel cesso", le dico, fingendo di essere serio.

" Sei tragico come sempre. Vuol dire che se invece andrà bene, come penso, mi offrirai una super coppa gelato con panna e topper di tutti i tipi:"

" E tu cosa mi darai se torno depresso? Mi porterai a mangiare sushi fino allo sfinimento? Sei più ricca di me, quindi ci sta."

" Affare fatto, Harry! Adesso decidi cosa mettere in valigia e ricordati la chitarra, domani mattina passa il pullman."

" Neanche mi accompagnate in macchina, ma siete proprio crudeli! Catapultato di botto nell'inferno. Esci adesso, questa conversazione è stata inutile, mi stai fortemente antipatica, sai?"

Ci siamo abbracciati e abbiamo riso, poi sono tornato ai preparativi. Hanno un bel dire che il campeggio è per giovani fino ai 21 anni, ma a me sa tanto di Boy Scout.

Spero solo che non mi costringano a mettere una divisa, perché giuro che la brucio.

Non mi piace cambiare abitudini, non gradisco le novità e questa esperienza è un condensato di entrambe le cose elevato alla massima potenza.


Il pullman è pieno a metà, per il momento. Deve passare a prendere ancora altri ragazzi.

Sembra che si conoscano già fra di loro, probabilmente sono compagni di scuola o hanno già trascorso delle vacanze insieme nelle estati precedenti.

Mi sento un pesce fuor d'acqua. Li studio dal mio posto in fondo.

Alcune ragazze sono troppo truccate e si danno delle arie da dive .

I maschi, anche se coetanei delle femmine sembrano ancora dei ragazzini e in effetti siamo degli sbarbati.

Mi immagino già cosa succederà: due gruppi ben separati e inconciliabili, le ragazze a flirtare con gli animatori e i ragazzi a fare cazzate da bimbi dell'asilo.

Che situazione odiosa!

Ad ogni fermata scruto il nuovo arrivato o la nuova ochetta di turno, sperando di trovare nei loro sguardi qualcosa di familiare, di simile a me, ma per il momento ancora non ho provato empatia per nessuno e nessuno si è preoccupato di venire a scambiare due parole con quello nuovo, visibilmente imbarazzato.

Decido di nascondermi dietro a un libro che tiro fuori dallo zaino. Quello è stato sempre il mio schermo, fin da piccolo, il mio rifugio; ma da sopra le pagine di Fahrenheit 451 continuo a guardarmi intorno.

Sarà un mese lungo e difficile e mi sentirò più isolato che non nella solitudine della mia stanza.

L'autista annuncia che quella sarebbe stata l'ultima fermata prima di partire alla volta del campeggio e tutti i ragazzi applaudono entusiasti, si stanno già accordando per come formare le coppie e suddividersi i bungalow.

Mi prende il panico. Con chi sarei stato in camera? Non conosco nessuno e nemmeno qualcuno mi ispira simpatia o un minimo senso di fiducia.

Il pullman si ferma davanti a una villetta a schiera. Sale un ragazzo che saluta a bassa voce, più per educazione che non perché conosca qualcuno, infatti gli rispondono in modo distratto.

Non è alto ma riesce ad essere imponente lo stesso, forse perché trasuda personalità.

Come ho fatto a capire che è carismatico? Non lo so, neanche ha parlato a parte quel " Ciao" , saranno i suoi occhi azzurri e magnetici, sarà quel sorriso che gli appare nel momento in cui cattura il mio sguardo.

Mi ha riconosciuto come l'altro estraneo al gruppo, in un attimo.

Ottimo spirito di osservazione, amico.

Si dirige senza esitazione verso il fondo, verso di me e mi tende la mano:

" Piacere, Louis, sei nuovo anche tu?"

" Io sono Harry, sì sono nuovo e anche abbastanza a disagio. Mi fa piacere che tu sia venuto a salutarmi."

Sorride, caspita... sorride. Deglutisco.

Sorridi ancora Louis, ti prego, mi fai stare bene quando gli angoli della tua bocca si alzano e gli occhi ti si illuminano.

Vedo una luce in fondo al tunnel, è ancora flebile ma c'è ed è viva.

Forse questa vacanza non sarà quell'incubo che mi immaginavo.

" Quanti anni hai, Harry?"

" Sedici e tu?"

" Diciotto ma non è un problema, non sentirti inferiore, mi sembri molto più maturo dei ragazzi della tua età, lo intuisco anche dalle tue letture, non penso che sentiremo la differenza di questi due anni."

" Non penso nemmeno io, Louis. Sono piuttosto fiducioso."

Non posso fare a meno di aprirmi in un caloroso sorriso.

Louis mi osserva, alza una mano e mi accarezza ai lati della bocca.

" Ti vengono le fossette quando ridi! Sono molto carine, oddio cosa sto dicendo?"

Scoppiamo in una risata, momento imbarazzante superato.


" Harry, direi che non ci sono alternative migliori al fatto di dividere noi due l'alloggio. Credo che gli altri siano già accoppiati e organizzati."

" Per me va bene, sono un tipo tranquillo ma spero non ti dia fastidio se suono qualche volta la chitarra, è quasi un bisogno fisico, comunque mi basta mezzora al giorno."

" Ottimo! Adoro la musica e so suonare anche io, ma il pianoforte, quello non potevo portarmelo. Credo che ci divertiremo molto, potremmo anche comporre qualcosa insieme, lasciamo aperte tutte le possibilità."

Il viaggio trascorre tranquillo, ci raccontiamo delle nostre vite, genitori, sorelle, la scuola, il calcio, grande passione di Louis, la musica e le mie piccole esperienze sul palco a cantare nelle feste di paese per amici e parenti; nemmeno ci accorgiamo di essere arrivati. Quattro ore volate via.


Il camping è ben strutturato, ai piedi di una collina coltivata a vigneto ed alberi da frutto, sul lato sinistro un boschetto. Sono presenti un edificio centrale per le sale comuni, la segreteria e la cucina, poi tanti bungalow, c'è anche una piscina e più in là...santo cielo!


" Louis, guarda! C'è anche un maneggio! Ho sempre desiderato provare ad andare a cavallo!"

" E allora ci andremo, Harry. Ogni tuo desiderio sarà esaudito."

" Ahaha Louis, sembri un dannato maggiordomo!"

" Bene, allora sarò il tuo Jeeves, da buon inglese conoscerai senz'altro Wodehouse".

" Certo! Mi fa morire dal ridere come scrive."

" Ecco, è arrivato il nostro turno, ci assegnano l'alloggio." Dice Louis.

Il nostro bungalow è in una parte defilata del campo, all'ombra di un grande albero, ha uno spiazzo antistante porticato, ampio, corredato da tavolo e sedie per esterno. Già mi ci vedo a suonare la chitarra al chiaro di luna, come sono romantico, mamma mia, se non sto attento farò venire il diabete al mio compagno di stanza e non voglio che si ammali, è troppo carino e simpatico,




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