Capitolo dieci: Nickolas

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Sciacquai le mani nel mio bagno e sentì la porta dell'ufficio aprirsi, capendo che fosse Ava spensi il getto e asciugai le mani con della carta e facendo attenzione aprì la porta nascosta dietro la libreria per poi poggiarmi al muro con le braccia incrociate mentre la guardavo da dietro le sue spalle.

Canticchiava qualche canzoncina mentre era concentrata a colorare i bozzetti bianchi e grigi di quel progetto. Sorrisi quando la vidi accomodarsi per bene sulla mia seiìdia e senza disturbarla le camminai silenziosamente affianco per poter prendere dei documenti e il pc portatile, quando la vidi alzarsi le poggiai istintivamente una mano sulla spalla "rimani pure lì, io starò qui" dissi con voce calma indicandole con lo sguardo il posto prorpio davanti a lei.
Presi quasi tutto ciò che mi serviva e mi sedetti all'angolo della scrivania "vuoi più spazio o ce la fai Nick?" Alzai immediatamente lo sguardo e feci un ghigno "Nick?" Ripetei il mio nome stranamente più felice e le sue guance iniziarono a tingersi di rosa per poi ritornare a testa bassa per passare la punta delle matite su zone già colorate "hai bisogno di più spazio o no?" Ripetè cercando di risultare più dura ma sapevo che in realtà si stava rimproverando mentalmente per aver ceduto alla tentazione di chiamarmi così, poteva tranquillamente dirlo, mi avrebbe solo fatto più che contento...

"No sto bene principessa" risposi per poi aprire il computer e ritornare alla parte di lavoro più dura, quella economica.

Le ore passavano e la principessa pensò bene di mettere anche delle canzoni di sottofondo dal suo telefono, per quanto essa mi disturbava dallo svolgere ciò che stavo facendo non le dissi nulla, se lei si divertiva allora a me andava tutto bene "Ava, ti va di mangiare da me sta sera?" Le chiesi e lei alzò lo sguardo di colpo facendo si che i suoi capelli biondi le solliticassero gli zigomi rosati dal trucco "come mai?" Chiese stranita e io le risposi facendo spallucce "io vivo da solo e tu lo stesso, poi casa tua è di fronte alla mia, quindi non ci sarebbero problemi nel ritornare" mi scrutava e poi sospirò "va bene" sorrisi discretamente e annuì ritornando a lavorare per finta, mi sarei fatto una bella nottata in bianco dopo la nostra cena.

"Io inizio ad andare" mi avvisò la principessa mentre metteva il telefono nella borsetta e si alzava dal mio posto "va bene, alle 20:00 ti voglio al mio cancello" la avvisai e dopo che alzò gli occhi al cielo se ne andò aggiustandosi il vestitino con eleganza e subito dopo scomparì dal mio ufficio "non vedrò l'ora di doverti punire principessina" dissi tra me e me mentre rimettevo tutto apposto nelle cartelle apposite. Come lei anche io dopo cinque minuti buoni mi alzai e uscì da lì per andare a passare il tesserino e dirigendomi verso i parcheggi sotterranei notai due brioche enormi al cioccolato nella vetrina del bar dove Ava prendeva sempre il suo caffè mattutino, dirottando la mia direzione finì alla cassa per ordinare proprio quei due ultimi pezzi e una volta presi in un sacchettino bianco camminai velocemente verso la direzione di prima. Salì sull'auto e poggiai il sacchetto sul sedile di fianco, misi la cintura e accesi il veicolo emettendo un rombo di accensione.

Entrai in casa e poggiai il sacchetto sulla penisola nera e grigia in cucina, guardai dentro il frigo e mi portai una mano sulla fronte "merda" sussurrai richiudendolo e mi girai mettendomi a cercare Ava in casa sua ma non la vidi da nessuna parte. Volevo chiamarla per chiederle se desiderava mangiare qualcosa in particolare ma negai direttamente la mia idea, salì in camera e trovai il pacchetto di sigarette sul letto, ne presi una e la accesi facendo subito un tiro, uscì sul balcone rimettendomi a cercarla ma come prima di lei non c'era traccia, dove era finita?

Feci altri tiri e non appena finì quella sigaretta la spesi sulla balaustra come sempre e la buttai nel giardino, rientrando mi slacciai dei bottoni della camicia pensando che forse si trovava nel suo salotto, proprio l'unico posto che non potevo vederla nei suoi atti.

Sospirai e decisi di togliere del tutto la camicia rimanendo solo in pantalone e pantofole, presi il telefono e chiamai uno dei ristoranti di sushi più vicino a queste zone e non appena risposero ordinai varie tipologie di esse.

Le 20:00 arrivarono e il tavolo era già pronto, mancava solo il cibo cinese che avevo ordinato ma della principessa non ce n'era davvero l'ombra così la chiamai ma quando gli squilli andarono a vuoto decisi di uscire di casa e invece di suonare al suo campanello saltai sul piccolo recinto di cespuglietti d'erba e camminai intorno alla casa guardandoci dentro dalle vetrate, camminai spedito verso la parte del soggiorno, quella poco più coperta da pareti concrete e mi affacciai ad una finestra.

Errore madornale

Le dita dei suoi piedi erano arricciate mentre l'orgasmo si stava impadronendo di lei sopra quel divano in mezzo a quella sala, il mio amico tra i pantaloni si fece anche lui forza per poter rimanere dentro quelle cuciture strette ma appena la sentì urlare il mio nome gli occhi mi arrivato fin dietro la testa. Portai subito la mano sul pacco che si stava gonfiando sempre di più e mi morsi un labbro, non stava guardando video ne niente, era venuta pensando a me... solo a me.

Strinsi nel pugno il cazzo che ormai pulsava dal dolore e capendo che non fosse in pericolo ritornai subito in casa mia, dannato il suo potere!
Corsi ai piani superiori e oltre alla camicia mia rimessa abbassai pantaloni e mutande.

Quando vidi quanto si fosse indurito spalancai anche io gli occhi, Dio come avevo resistito fino a qui?
Lo impugnai e iniziai anche io a pensare a lei in quell'intimo sexy con la quale si ostinava a rimanere ogni singolo giorno mentre era a casa, ripensai a tutti i momenti in cui la beccavo toccarsi durante tutto quel mese pazzo e a quando cercasse di non farsi beccare anche se aveva fallito già da subito.

Mi poggiai al comodino dove mi mettevo di solito per darle una buona visuale e portai la testa indietro immaginando le sue grandi e gonfie labbra baciarmi quel dannato colletto della camicia e sentì i primi stimoli dell'arrivo dell'orgasmo, mi ressi al legno del comodino al pensiero che mi avesse fatto in ogni senso una sega in ufficio sempre in questa giornata e mi scappò un ansimo grottesco, mi morsi il labbro cercando il controllo ma appena vidi di sottecchi che la principessa perversa era entrata in camera sua trattenni un ghigno sapendo che i suoi capezzoli si sarebbero induriti a questa vista e che magari si sarebbe bagnata più di quando si eccitava da sola, Dio che sogno, aumentai la velocità e un secondo dopo vidi mille arcobaleni scoppiarmi davanti gli occhi.

Il mio seme cadde addirittura per terra per quanto quell'orgasmo fosse stato intenso e velocemente camminai sempre con quei pantaloni abbassati verso uno dei piccoli comodini ai lati del letto dove trovai della carta per pulirmi le dita e la punta del membro, appena lo feci alzai pantaloni con mutande e camminai verso il bagno, buttai la carta nel wc e presi il mocio già unto d'acqua per poi passarlo sugli schizzi fatti da me.

Alzai lo sguardo e notai che la principessa non si trovasse più in camera sua ma che si stava cambiando nel corridoio, lo sapeva che potevo vederla anche lì? Alzai le sopracciglia alla bella vista e facendomi forza riportai il mocio al suo posto per poi lavarmi le mani con abbondante sapone.

SPAZIO AUTRICE:
SI CONTINUA CON IL POV DI AVA SETTIMANA PROSSIMA!! CIAO DARLINGS<3

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