Le settimane passavano e finalmente mi sentivo meglio, sia con questo nostro rapporto strano sia nel potermi fidare di lui.
In realtà non aveva mai portato altre donne in casa sua e in un certo senso fu anche un sollievo, prima era un'altra cosa quando non ci conoscevamo.
"Mi prendi anche a me del caffè prima di andare dal tuo amato?" Mi chiese Elsa "se continuerai a chiamarlo così farai girare delle voci false qui dentro" lei di risposa mi sorrise in faccia "doppio espresso grazie!" Negando con la testa mi diressi alla caffetteria e ordinai sempre i soliti, pagai e aggiungendo quello di Nickolas ai 'soliti' mi incamminai per i vari piani.
"Tieni, buon lavoro amica mia" le augurai poggiando il suo piccolo caffè nel cartone apposito sulla scrivania "ma non lavori più con nessuno?" Chiesi guardando la mia vecchia postazione "no, e non credo che assumeranno altre, meglio" sbuffò sdraiandosi sulla sedia d'ufficio "posso fare e dire quello che voglio" mi sedetti con una coscia coperta dalla calzamaglia color caffè su un angolo della scrivania e la fissai "lo hai sempre fatto" le ricordai "perché eri te, ci saremo viste le tette un miliardo di volte, cambia se ci fosse stata un'altra collega o capo" disse indicandomi per poi farmi l'occhiolino "ma tanto anche lui te le ha viste" continuò facendo spallucce e accese il portatile suo e il computer fisso dell'azienda.
Eravamo immerse nelle nostre chiacchierate quando qualcuno bussò alla porta "Ava in ufficio" mi ricordò Nick affacciandosi "vai" mi sussurrò anche la mia migliore amica spingendomi via dal tavolo "a dopo" le dissi rassegnata dal suo non volermi qui "ciaoooo!" Esclamò facendomi l'ennesimo occhiolino.
"Oggi avrò la riunione del progetto che hai colorato, i clienti decideranno definitivamente se accettare l'offerta o no" mi avvisò mentre ci dirigevamo verso il nostro ufficio "bene" risposi e mi aprì la porta per farmi entrare per prima.
"C'è altro da fare?" Chiesi sedendomi al suo posto con un ansimo, le rotelle mi fecero scivolare verso la libreria al muro e per poco non feci cadere dei quaderni di colori da lì "ops" balbettai riavvicinandomi alla sua scrivania "ah, ti ho portato anche il caffè" gli dissi indicando con lo sguardo il sacchetto con le bevande calde "lo berrò dopo, prima devo controllare alcune cartelle" mi alzai da lì quando mi fece segno di farlo e lo guardai abbassando un vestitino color caffè che avevo indossato "altri progetti?" Chiesi e lui annuì "quando hai fatto delle riunioni con i clienti?" Chiesi incrociando le braccia "non ho fatto niente, sono ancora i vecchi lavori del vecchietto che assistivi prima" annuì anche io "ahhh" ansimai girando i tacchi e tirai fuori dalla busta il mio caffè latte.
"Dici che è da accettare una struttura del genere? Insomma non sembra adatta per un Hotel a vista mare" mi chiese lamentandosi, poi girò il foglio che aveva in mano e mi fece vedere tutti i dettagli "non è male, ma cambierei alcune cose" risposi analizzando la tristezza di quel disegno "ad esempio?" Chiese lui "sono solo cinque piani, aggiungerei balconi e magari creando un sesto potremmo aggiungere due attici con piscina" risposi "e aggiungerei piante su ogni balcone, anche questo... assolutamente" continuai mentre il mio caro capo annuiva "mi chiedo ancora perché sei una assistente e non una CEO anche te" lo guardai male e lui lo capì "sarò anche una assistente ma vengo pagata milioni al mese" risposi appoggiando la schiena sulla sedia davanti a lui, tirai fuori il telefono e ci smanettai senza uno scopo specifico "non te la prendere principessa" disse calmo e trattenni un sorriso, tossì e guardai altrove "la prossima volta te lo comprerai da solo il caffè" gli dissi notando ancora la busta lì in quell'angolo di scrivania "allora ti chiuderò dentro fino a che non me lo prenderò" lo guardai da finta offesa "questo è sequestro di persona lo sai? Voi uomini vi sentite sempre così superiori, ugh!" Sospirai recitando "sbaglio o sei sempre te quella che segue i miei movimenti huh?" Lo guardai e sorrisi da innocente "é l'unico caso in cui ti do effettivamente controllo" risposi facendo anche le spallucce, cosa che lo fece ridacchiare "passami il mio caffè e iniziamo a modificare questi progetti" annuendo gli tirai fuori il caffè e glielo poggiai davanti "hai ancora fatto ciò che ti ho detto" mi ricordò "é perché voglio lavorare, ecco tutto" risposi beccandomi la verità, anche se era una verità divertente "facciamo finta di crederci" alzai gli occhi al cielo e lo affiancai con la mia sedia "bevi e sta zitto" ordinai facendolo ghignare.
"Così sembra migliore no?" Chiese mostrandomi due tipologie di balaustre nel catalogo "sono pericolose quelle in vetro per un hotel" gli feci notare "meglio quest'altro, semplici e sicure" dissi indicando delle balaustre di acciaio "e se optassimo per un misto? Acciaio e vetro" lo guardai "ci sono delle immagini?" Chiesi incuriosita e lui le cercò online "vada per quelle allora" in modo calmo lui ritornò a disegnare e dopo un'altra oretta quel bozzetto era finito "vado a stampare delle copie" avvisai "veloce" rispose e alzandomi camminai via, avrei fatto un piccolo viaggio anche nell'ufficio di Elsa.
"Ciao!" La salutai ancora "tanto lavoro?" Chiesi vedendola che le mani tra i capelli "no-" rispose strillando e aggrottai le sopracciglia "come mai?" Chiesi chiudendo la porta "sembra che hai lottato con un piccione in pieno tornado" "quel vecchio del cazzo mi ha assegnato alcuni suoi lavori! Non ne posso più! Voglio licenziarmi!" Alzando le sopracciglia le corsi dietro poggiai la bozza sulla scrivania e le massaggiai le spalle "forza donna! Pensa che tra non molto quel tale morirà per quanto è andato a furia di fumo e alcol" cercai di falle salire il morale "fatti una pausa con me e mi accompagni alla sala fotocopie, magari andiamo anche a prendere un energy drink, che ne dici?" Lei annuì e si alzò nel bel mezzo del mio massaggio "l'avete fatto voi?" Chiese prendendo in mano il progetto "modificato più che altro" spiegai uscendo da lì "a quanto pare il mio vecchio capo aveva lasciato molti progetti a metà e ora ci tocca finirli" lei annuì "belli i balconi così" sorrisi in modo calmo "siamo finiti a discutere per colpa di quei balconi" le dissi e lei porgendomi il progetto mi guardò in cerca di altre parole "perché?" Chiese con un vocione mentre entrammo nella sala fotocopie.
Una piccola sala dove potevi fotocopiare ogni genere di cose, grande quanto un garage o più piccolo con delle pareti color panna "perché lui le voleva solo in vetro e io in acciaio, quindi bum! Messe insieme" lei mi aiutò a tirare fuori della carta e la mise nella sezione giusta mente io la accendevo "voi avete la giusta chimica e dopo tutto ti sta assecondando" mi ricordò come se non lo sapessi già "lo so" risposi e lei poggiandosi alla grande stampante mi fissò "fatti avanti ora che puoi"
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Voyeurism Neighbors
ChickLitCOMPLETO Fin da giovane non mi ritenevo più normale, mi piaceva vedere le cose dei grandi e ora che ero grande amavo vederli anche dal vivo. Il voyeurismo non era una passeggiata e il mio vicino di casa di certo non aiutava. Potevo essere riconosciu...