Il lavoro arretrato le aveva costato fatiche immani. Non aveva immaginato la mass informe di gente arrabbiata per la lentezza del servizio clienti. Si chiedeva certe volte se fosse portata per quel mestiere, poi girava la questione su un'altra questione : quello era l'unico lavoro che poteva fare in quel momento. Gli studi li aveva abbandonati ormai da un pio d'anni e tra loro due quello era l'unico stipendio stabile che entrava nelle casse familiari. Rayan faceva lavoretti sporadici, che raramente diventavano indeterminati. Lui ne aveva bisogno e lei lo avrebbe accontentato.
Controllò l'orologio; manca poco e il suo ragazzone sarebbe venuto a prenderla. Si sistemò la frangetta e sperò di essere decente. Cercava ogni escamotage per stimolare la sessualità del compagno, con scarni risultati. Era uno dei tanti argomenti di cui avrebbe voluto parlare con il partner. Entrò Giada, una collega giovane mentre lei esaminava alcune richieste arrivate sul server.
-Ehy Marta, c'è qualcuno qui fuori che ti vuole fuori dall'edificio.
-Chi è?- chiese lei curiosa.
-Un bel ragazzo, dice che deve parlare con te- rispose.
-Mi copri questo quarto d'ora sotto mio nome per le chiamate?-
-Certo, tanto mi annoio da morire- era un apprendista, che passava più il tempo a preparare caffè e sistemare scartoffie varie.
-Grazie Giada.
Scese dalle scale e aspetto che la reception si svuotasse. Colta l'occasione uscì e trovò Valentino alla soglia del grosso impianto. Vide subito un espressione tesa sul suo volto, e non era normale.
-Ciao Vale che ci fai qui?-
-Abbiamo poco tempo, puoi farti un giro qui dietro?- chiese lui.
-Perchè cosa è successo?-
-Seguiti e ti spiego- disse sentendo fremere ogni arto del suo corpo.
i due presero una stradina a ridosso dell'azienda che fungeva da call center. Era il covo dei dipendenti che volevano fuggire alla tempesta di chiamate di assistenza, il capo ne era conscio ma sorvolava. Marta la conosceva bene.
-Allora, cos'è successo?
-Prima promettimi di non dire niente.
-Oggi saremo già alla seconda quindi nessun problema.
-Non sto scherzando- disse Valentino con lo sguardo più serio che avesse mai utilizzato.
-Va bene. te lo prometto- stavolta si era messa sull'attenti.
-Rayan gestisce un circolo di droga.
silenzio.
silenzio.
voci indistinte.
voci indistinte.
Era Vale, che cercava di farla riprendere. (Era svenuta?)
-Riprenditi!
-Si sono qua- non sapeva quanto tempo avesse passato in stato di torpore, probabilmente qualche secondo. Il suo cervello elaborava troppe l'informazione per formulare qualche pensiero coerente. Cercò il primo percorso di senso.
-Come l'hai saputo?
-È ininfluente, meno sai e meglio è. D'ora in poi devi stare sull'attenti, mi raccomando.
-Da quanto?- lei ormai stentava a trattenere le lacrime, che sapevano di sconfitta personale.
-Cosa?
-Che è nel giro della droga.
-Due anni.
In quel momento sentì arrivare un po' di risposte. I suoi attacchi di rabbia, la cassaforte mai aperta, le difficoltà a trovare un lavoro a tempo pieno. Certo ne aveva già un altro. C'erano troppe domande e sapeva che Valentino non le avrebbe mai dato risposte esaustive. Gliene avrebbe sicuramente parlato, stavolta non l'avrebbe fatta franca. Tuttavia voleva ottenere ancora qualche indizio per arrivare alla resa dei conti con Rayan in una posizione di sicurezza. Fu proprio in quel momento che vede una sagoma nera pararsi davanti ai suoi occhi. Poi il buio, che invase lentamente il suo campo visivo. L'ultima cosa che vide fu Valentino che assieme a lei precipitava per terra. Poi tutto si spense.