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Il viaggio si potrebbe riassumere con una sola parola : incredulità. Elisa le continuava a ripetere le stesse domande e lui continuava a ripetere che erano le stesse che vagavano nella sua testa. Aveva preso la sua piccola Y ed era corso all'ospedale prima che il cervello gli mostrasse razionalmente che tutto ciò non aveva senso. Quando accadde quel fattaccio aveva vent'anni, oggi ne aveva ventisette e troppe cose erano cambiate. Lei, la sua amica Marta, era tornata. Si differenziavano di tre anni, lei compieva gli anni qualche giorno dopo di lui, dunque era semplice ricordarsela la data : 24 luglio. All'idea che quella ragazza fosse viva quasi si mise a piangere, come se un vortice rimasto per tanto tempo nell'ombra fosse uscito travolgendolo a cascata. Ora doveva calmarsi o gli sarebbe scoppiato il cuore

perché tanta ansia?

Nessuno riteneva possibile che lei fosse ancora in vita, pure la madre aveva ormai abbandonato ogni speranza sebbene puliva ogni giorno la camera di Marta nella speranza che un giorno bussasse chiedendole scusa per tutto.

E Rayan fu al centro di una dei più grandi casi di omicidio torinesi negli ultimi venti anni. Tutti lo accusarono di essere colui che l'aveva rapita e fatto chissà cosa. Tutta l'opinione pubblica era contro di lui. Tuttavia ebbe un alibi di ferro, quel pomeriggio consegnava volantini pubblicitaria di una marca di alimentari. Insindacabile, aveva venti testimoni fra clienti e colleghi. Veniva invitato alle trasmissioni e con le lacrimosi agli occhi raccontava di quanto la perdita lo addolorasse e per questo non riuscisse a trovare un lavoro stabile che perlomeno lo occupasse nelle giornate. Addirittura avevano aperto una piccola donazione da parte degli spettatori ricolmi di pena nei suoi confronti. Lui era un ottimo comunicatore, ci sapeva fare secondo Nathan e questo indulgeva le persone a credergli a prescindere da cosa dicesse

quante palle

C'era qualcosa che non quadrava, in più il caso Valentino che lasciava ancora più ombre che non sarebbe... l'ospedale.

Arrivò troppo bruscamente all'entrata e dovette fare una svolta irruente. Elisa imprecò e lui si scusò. Parcheggiò e si avviò all'uscio del grosso ospedale

- Sei pronto? - chiese lei.

- Si, almeno lo penso - ed entrarono.

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