L'ospedale era enorme. Era impossibile descrivere quante stanze ci fossero e nemmeno quanto capiente fosse. Fortunamente c'era un insegna grossa con la scritta : segreteria. Non lasciava spazio ad interpretazione. Due ragazze lo accolsero con la tipica di fretta di chi lavorava intensamente.
- Buongiorno, le serve qualcosa? - chiese una delle due con delicatezza.
- Si vorrei vedere Marta Concetti - tradiva un po' l'emozione.
La dottoressa esaminò qualcosa al computer. - Mi spiace ma non può ricevere nessuno - disse l'altra.
- Voglio solo parlare con la madre di lei, se può indicarmi la stanza.
Le ragazze confabularono qualcosa. - Va bene, terzo piano stanza cinquasette. Ci potete dare i vostri nominativi? -
- Certo, Nathan Roseto e Elisa Giannella.- chiuse lui.
Presero le scale senza guardare i corridoi dei primi due piani. Entrate in un ospedale equivaleva a conoscere storie che l'umano preferiva non sapere. Certe volte essere ignoranti è meglio, non tutta la cultura trasporta benessere.
Arrivarono al terzo piano, la stanza era in fondo, lui vide la sagoma della madre che parlava co. due uomini, uno era suo marito e l'altro indossava un camice bianco. Passò quelle camere sentendo un odore di rassegnazione asfissiante.
non essere sensitivo adesso perfavore
Cercò di pensare a qualcosa positivo, sia per superare il trauma degli ospedali sia per aiutare la signora Concetti. Lei lo vide e gli andò incontro. Fu un abbraccio caloroso e forte, lui resisté fino a un certo punto, poi colarono le lacrime
- Nat è viva, non ci credo.
Poi altre cascate, con quel risata isterica di sfondo. Elisa e il marito di Rosa si congiunsero perchè rimanere impalati era troppo imbarazzante.
La conversazione fu lunga, molto lunga. Il dottore aveva detto che prima delle sette nessuno sarebbe entrato in quella stanza e pertanto aspettarono nelle sedie accanto. Parlarono tantissimi, i quesiti erano molti da ambedue le parti.
- Dunque come è stata rinvenuta? - chiese Elisa.
- È stata trovata sei ore fa in un angolo di Via Massimo D'azeglio, a Settimo. Dormiva rannicchiata, dalla mattina. Nessuno si era accorta di lei perchè quella zona è scura anche di giorno. Poi un uomo ha votato una figura in lontananza. Si era avvicinato in modo cauto e aveva trovato una donna distesa completamente nuda. Prese la sua giacchetta e gliela mise addosso. Poi cercò di svegliarla ma non lei non dava alcun segnale. Così chiamò subito il 118 e aspettò paziente. Marta respirava affannosamente. Poi l'hanno portata qui. - finì Rosa con un briciolo di emozione.
- Adesso come sta? - chiese Nathan.
- Continua a dormire, i dottori hanno detto che è in coma e non hanno fatto nessun pronostico su quando si risveglierà.
Roberto avrebbe voluto aggiungere qualcosa, ma se ne stette zitto per evitare di aggravare il precario equilibrio di sua moglie. Nel mentre salì un poliziotto.
Era un bel signore, sulla cinquantina, con un fisico che avrebbe fatto invidia a tanti ventenni. Aveva uno sguardo serio e contratto, con una postura sicura. I capelli tirati all'indietro gli davano ancora più autorialità. Tutti lo osservarono con curiosità.
- Buongiorno agente Brambati - disse Rosa.
- Buongiorno a tutti, io sono Davide Brambati, maresciallo del dipartimento di Torino. Se non le dispiace vorrei farle alcune domande sugli avvenimenti - disse rivolto alla madre e lei acconsentì.
che rigidità
In tutto quel guazzabuglio di emozioni, Nathan non aveva pensiero il gusto di classificare le persone. Elisa lo lesse nel pensiero e rise.
Rosa e l'agente parlarono in privato e nessuno osò intromettersi, sebbene la curiosità fosse molta.
- Roberto posso chiederti una cosa?
- Dimmi Nat - rispose il padre affaticato da quella giornata.
- Chi avete chiamato oltre me ed Elisa?
Avrebbe voluto rispondere che l'invito era solo per il ragazzo e la giovane non era inclusa, ma si trattenne.
- Un po' tutti i parenti, qualche suo amico e basta.
- Quali amici? chiese Nathan aggrottando le sopracciglia.
- Valentino, piangeva di gioia. Era al settimo cielo. Poi è venuto Carlo un suo vecchio compagno. Infine, circa un'oretta fa, si è presentato Rayan con i lacrimoni - Roberto vacillò nelle ultime sillabe.
Tuttavia per Nat il pensiero era un altro, quel Marco. Aveva elaborato un pensiero e sperava che si avversasse, sarebbe una coincidenza incredibile.
Ma una piccola parte avrebbe voluto che non fosse così
Riprese il controllo
-Carlo come fa di cognome? - chiese trapelando una certa preoccupazione
- Fammi pensare... Porro, Marco Porro. Erano amici, anche se lei lo accennava poche volte.
cazzo, è lui
Poi sentì l'eco di Rosa, con la sua voce più squillante, qualcosa che le aveva dato stupore. Nathan, d'istinto, si avvicinò e Elisa fece altrettanto.
- Che è successo? - chiese
L'agente fece un'espressione contraria, non voleva altra gente tra i piedi.
- Marta è stata molto fortunata - disse Rosa con voce sibila. - Le è stato trovato un quantitativo solitamente letale di eroina nel corpo.
Il maresciallo comprese che la conversazione sarebbe continua anche con loro
- Non solo eroina - disse serio. - erano presenti Md e piccole percentuali di crack, probabilmente dal taglio dell'eroina. Quel miscuglio avrebbe potuto uccidere chiunque.
Rosa rabbrividì
- Agente, avete qualche pista su chi la possa aver ridotta così? - chiese Elisa
- Non è solo questo, signorina?
- Mi chiami Elisa - sicura.
- Bene Elisa, non si riconduce al ritrovamento. Qui parliamo di una ragazza rapita per sette anni, in stato di totale incoscienza. Dietro questo caso si sono aperte mille suggestioni, il nostro dipartimento ha patito le pene dell'inferno e la signora Concetti ne è consapevole. Oggi le cose sono riaperte per grazia di Dio, ma non ci sono piste credibili, anche se ho una bozza.
- Quale? - stavolta fu Rosa.
- Abbiamo ritrovato un ragazzo in possesso di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti. Esattamente : Eroina, Md, Ecstasy e Crack. Faremo test della sua sostanza e vedremo se corrispondono.
- Scusi dove lo avete arrestato - chiese Nathan che fino ad ora era rimasto taciturno.
L'agente rimase sorpreso dalla domanda, ma non si trattava di oltraggio alle informazioni e quindi acconsentì a quella richiesta.
- Vallette, perché? - freddo e intimidatorio.
- Curiosità personale - chiuse Nathan
Ma aveva le idee ben chiare su cosa fare dopo. C'era qualcuno con cui doveva parlare
Carlo Porro, vecchia conoscenza
Avrebbe riaperto i ponti del passato
Arrivò il dottore.
- Potete entrare, due alla volta e non più di dieci minuti - e se ne andò. Rosa salutò l'agente e prese per braccetto Roberto. Nathan avrebbe atteso per entrare.
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