3. Schloß Harbke

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È il terzo giorno. Estate quindi la scuola ancora non è iniziata. Sono le 12:13 e Clara ancora dorme come tutti in casa. Mi faccio una doccia e mi metto dei jeans corti a vita bassa e una maglia aderente verde moss con una spalla cadente da cui si vede una bretelle di un top nero. Mi faccio una coda alta, indosso gli anfibi e decido di andare a pranzare dal Cafe BAHNWÄRTERHÄUSCHEN ma stavolta ordino stufato di carne e patate al forno. Comincia a piovere così decido di rimanere
all'interno. Le grandi vetrate mi permettono di vedere la pioggia, che cade incessantemente come un cuore infranto. Ogni goccia sembra rappresentare le lacrime che non riesco a piangere e il suono della pioggia mi fa sentire ancora più sola. La pioggia è fredda e mi porta via ogni calore che avevo dentro. Mi sembra di essere immersa in un mondo triste e malinconico, ma allo stesso tempo romantico e avvolgente. Il campanello di entrata della porta interrompe le mie riflessioni. Non potevo non riconoscerlo. Eike. Ieri non l'avevo guardato bene ma adesso potevo notarlo bene. Alto almeno 1.90m, biondo, occhi verdi e con delle goti rosse piene di lentiggini che ricomprovo anche il piccolo naso alla francese con la punta appuntita che guarda in alto.
- "Ci sono 80 milioni di abitanti in Germania e incontro proprio te"
"Ciao, scusa per ieri sera" - dice Eike appoggiandosi alla sedia davanti a me.
- "stai bene?" - dico squadrandolo.
"non proprio. - sbadiglia.
- "vuoi unirti al mio pranzo?"
"certo"
Non lo conoscevo ma mi faceva pena. Difficilmente si reggeva in piedi per la sbornia della sera prima. Ordina del porridge e un pretzel con lo speck e il formaggio e lo divora come se non ci fosse un domani.
"non ti ho mai vista qui" - dice masticando.
- "sono appena arrivata" - rispondo cercando di nascondere il mio disgusto dal suo parlare mentre mastica.
"hai già visto Loitsche?"
- "più o meno"
"Schloß Harbke?"
- "cosa?"
"Sono le rovine del castello di Schloß Harbke. Si trovano in un bellissimo parco che in cui si può fare una breve passeggiata, ci si può rilassare e nella caffetteria del castello, se ci va, possiamo mangiare un caffè e una torta o un gelato" - spiega.
All'idea di "rovine" mi brillano gli occhi.
- "è lontano?"
"48 minuti se prendiamo l'autobus"
Finito il pranzo usciamo e andiamo verso la fermata dell'autobus, che dopo 5 minuti arriva. Durante il tragitto Eike mi ha parlato bene di Loitsche illustrandomi i paesaggi fuori dal finestrino. Una volta arrivati entriamo nel parco e ne rimango senza fiato.
- "Wow, guarda questo posto! È così bello e suggestivo!" - urlo tirando il braccio di Eike.
"Carino eh" - ride.
Schloß Harbke sembra uscito da una fiaba. Una di quelle che mia nonna mi leggeva da piccola.
Camminiamo un po' per andare verso la caffetteria x
- "Mi piace camminare tra queste rovine antiche e immaginare come fosse la vita qui un tempo. Potrei passare ore a esplorare questo parco, guardando i muri crollati, le finestre vuote e gli archi gotici. È come se potessi sentire la storia qui, sentire la vita che è passata attraverso questi luoghi" - sostengo con gli occhi di un neonato che è appena arrivato nel mondo.
"vieni, prendiamo un caffè"
Entriamo nel bar e ci accomodiamo affianco alla finestra e nemmeno li smetto di guardare il panorama alla finestra.
"ti piace così tanto?" - sorride .
- "Spero di poter tornare qui presto!"
"c'è tanto da vedere qui in Germania, proprio
qui devi tornare?" - domanda sarcastico.
- "mi ci devo portare!"
"e come ti trovo?"
Non ci avevo pensato. Lui non ha il mio numero. Così dalla mia tasca tiro fuori il mio Nokia N70 per poter prendere il suo numero.
"Ma questo è il nuovo modello! È introvabile! Come l'hai avuto" - dice con le mani tra i capelli.
- "Magia" - dico ridendo - "dettami il tuo numero che ti aggiungo alla rubrica"
Così mi detta il suo numero e a mia volta gli detto il mio che pian piano scrive sul suo Nokia 9210 Communicator.
Finito il caffè andiamo nel prato del parco e ci sediamo per terra quando si avvicina un gruppo di 3 ragazzi e 2 ragazze.
"Possiamo sederci affianco a voi? Qui c'è ombra, aspetta Eike?" - dice una delle 2 ragazze.
"Amabel?" - risponde Eike.
"Era da tanto che non venivi qua" - dice uno dei ragazzi sedendosi affianco a me.
"T/n questi sono i miei amici. Amabel, Hanna, Oldwig ma di solito lo chiamiamo 'Wig, Sebert e Christopher o più semplicemente Chris"
- "Ciao!" - dico timidamente.
"Ma io ti conosco!" - dice Hanna.
"Si è vero! Eri nella rivista, come si chiama...ah si! Burda (una delle riviste tedesche di moda più famose al mondo) !"
"Lo sapevo di averi già vista da qualche parte prima di ieri" - dice Eike sorridendo a trentadue denti.
"Eike hai un'amica famosa e non ci dici nulla?" - domanda ironicamente Oldwig ridendo.
Amabel ha 17 anni. É alta, con dei lunghi capelli rossi ramati e occhi azzurri accesi. Indossa dei pantaloncini corti a vita bassa e una maglietta oversize giallo zinco. Hanna ha 16 anni ed è l'opposto. Media altezza capelli biondi corti e occhi azzurri spenti. Ha una top marrone cedar strappato con le frange e una gonna lunga tie dye verde seaweed, arancione salamandra e marrone cinnamon. Oldwig ha 16 anni, indossa dei pantaloni larghi da pescatore e una maglia larga, occhi verdi e capelli scuri. Sebert, di 15 anni, invece dei jeans neri lunghi a vita bassa e una maglietta aderente strappata abbinata al suo taglio di capelli neri eccentrici e degli occhi azzurri coperti da imbarazzanti occhiali da soli simili ad un visore per robot. E infine Christopher di 17 anni, indossa una maglietta oversize con dei combat grigi con il cavallo basso. I capelli castano chiaro lunghi con dei rasta, raccolti da uno chignon che lascia cadere davanti due treccine decorate da perline azzurre abbinate agli occhi.
"Possiamo farci una foto?" - urla Hanna piazzandosi per terra di fronte a me.
- "d-d'accordo" - dico con un sorriso imbarazzato.
Non perché mi ha chiesto una foto ma per la situazione caotica.
Tira fuori il suo Motorola RAZR e scatta una foto.
"Grazie!" - dice senza nemmeno guardarmi distratta dalla foto.
"Come sei finita con Eike?" - chiede Amabel sedendosi.
"Non serve spieg-" - dice Eike prima di ritrovarsi la mano di Sebert sulla bocca.
"Stai zitto Eike sono curioso" - ride Sebert.
- "Eravamo ieri sera al concerto dei Tokio Hotel quando è caduto per terra ubriaco" - dico ridendo.
"Tu mi hai fatto cadere spostandoti" - dice liberandosi dalla presa di Sebert.
- "se uno sconosciuto si appoggia a me io non sto ferma se mi spavento" - rido ancora.
"Aspetta- Eike? perché eri al concerto dei Tokio Hotel?" - domanda Amabel.
"Ce l'hai ancora con Tom!?" - aggiunge Cristopher.
"Gli ho vomitato sulle scarpe" - esulta Eike.
- "mi avevi detto che eri lì per la birra gratis!"
"Anche" - ride.
"T/n devi sapere che Tom Kaulitz va nella nostra stessa scuola si è fatto l'ex di Eike mentre lui stava ancora con lei" - confessa Sebert.
"Non bisogna pubblicizzarlo" - dice imbarazzato Eike.
- "che stronzo!"
"non stupirti si fa chiunque quel ragazzo" - aggiunge Sebert
"tu quanto ti fermi qui t/n?" - domanda Amabel.
- "5 anni"
"5? così tanto? come mai?" - chiede Eike.
- "farò le superiori qui a fine estate a Brandeburg alla Wernher von Braun"
"anche noi andiamo lì" - esclama Hanna.
"vabbè basta discorsi seri? metto un po' di musica" - interrompe Sebert.
Così tira fuori una radio Majestic AH dal suo zaino e accende la prima stazione.
"Nein, nein, nein, na-na-na-na-nein
Nein, nein, nein, na-na-na-na-nein-"
"Vi prego no" - dice Eike.
- "Perché no? sembra carina"
"È 'Schrei' dei Tokio Hotel" - ride Hanna.
- "come non detto" - rido.
Così Sebert cambia stazione e passiamo le
ore a cantare.
"What is love?
Oh baby, don't hurt me
Don't hurt me
No more
Baby, don't hurt me, don't hurt me
No more
What is love?
Yeah..."
Alle 18 saluto tutti dopo aver scambiato il numero anche con loro. Eike mi accompagna a casa e ci salutiamo. Alle 20 arrivo a casa dopo aver trascorso una meravigliosa giornata. Apro la porta e...
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E...BEH LO SCOPRIRETE NEL PROSSIMO CAPITOLO AHAH
SPERO VI STIA PIACENDO.
SO CHE VOLETE SUBITO TOM MA SE NON ILLUSTRO ANCHE LA VITA DI T/N MI CRINGEREBBE.

STARDove le storie prendono vita. Scoprilo ora