dopo una camminata non troppo lunga arriviamo in un bar.
ha l'entrata molto accogliente, con al centro di ogni tavolino un piccolo vaso con una rosa e un girasole.
Matilde, dall'espressione che le si legge in faccia, è molto soddisfatta di avermi portata in questo bar.
"gemma visto? è così carino come bar." mi dice "il bar è di proprietà del papà di una mia amica, e fanno cose davvero ottime. ti...va di fare colazione...vero?"
dall'espressione preoccupata alla fine devo dire che mi ha fatta sorridere.
è così carina con me, non voglio essere cattiva con lei, voglio darle un'opportunità.
non sono tutte persone cattive quelle che mi si avvicinano.
"si è davvero bello, e si, ho davvero molta fame ahah" dico con un sorriso alla fine.
Matilde sembra aver notato il cambiamento del mio umore.
e facendo un solo sorriso, non di più per non farsi notare, mi fa' strada e ci andiamo a sedere in un tavolino all'interno.
l'interno è molto carino e accogliente.
è a tema fioresco, non da me, ma il che non mi dispiace.
voglio prendere l'iniziativa e aprire in discorso con Matilde, ma ho paura di rovinare tutto.
è già tanto che ho deciso di non comportarmi da stronza, però...
ma Matilde mi precede.
"non so se tu avevi già in mente di ordinare qualcosa, ma devi assolutamente prendere il cornetto con il pistacchio. lo fanno squisito qua." dice velocemente, senza respirare un attimo.
il che, fa ridere entrambe.
"bhe no tranquilla, vorrà dire che prenderò quello" le rispondo.
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siamo appena uscite dal bar e ci stiamo dirigendo a scuola.
non me lo aspettavo proprio, ma lo devo dire: mi sono divertita.
è strano, ma lo voglio rifare.
sento la possibilità di poter cambiare con lei.
beh, anche se quando abbiamo dovuto pagare il conto abbiamo mezzo litigato.
non fraintendetemi, ha insistito perché lo facesse lei.
e io gliel'ho solamente concesso perché...tutti stavano iniziando a guardarci e si stava cercando fila alla cassa.
è buffa, ma è Matilde.
non sarebbe lei sennò.
arrivate quasi a scuola ci salutiamo, visto che abbiamo corsi differenti a prima ora.
vado nel mio armadietto e prendo i libri e quaderni necessari.
dopodiché lo richiudo.
ma noto una figura in fondo al corridoio fissarmi.
il che è abbastanza inquietante, ma probabilmente sarà solo frutto della mia immaginazione.
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anche se non sembra, dato dal fatto che non ne parlo mai, non faccio che pensare costantemente alla scatola dei ricordi.
sono passati parecchi anni da quando mio padre me la regalò, e mi ricordo ancora le parole precise:
gemmy, questa è una scatola, la nostra scatola dei ricordi.
ti va di fare un piccolo giochetto? aprila quando avremo litigato o saremo lontani per tanto tempo...non posso fare altro che pensare a quelle parole.
e ora, distesa nel letto, la mia attenzione si poggia sulla scatola.
è decorata molto bene.
color rosa con cuori rossi intorno.
non è molto grande di grandezza, ma grande di ricordi.
e questo, questo si che fa paura.
mi alzo e poggio i piedi per terra, cammino verso di essa, la afferro e la porto nel letto sedendomi accanto.
è il momento di aprirla.
non so se sono realmente pronta a scoprire quello che c'è dentro. non so in realtà se lo sarò mai.
ma continuare ad andare avanti scavando fossa sul passato non serve a niente, serve saperlo affrontare.
avere le palle ed essere abbastanza forte da affrontare affrontare e affrontare.
il mio momento è arrivato.
è adesso, in quest'attimo.
sono pronta.
ora.
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1g: coleichesaemozionare
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-al prossimo capitolo...
~ emily speranza
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istinto di sopravvivenza
Randomun passato difficile, un carattere amaro. Gemma ha sempre saputo di non dover più mettere in atto l'istinto di sopravvivenza, ma ciò sembra dover accadere. Non riesce a darsi pace per troppe domande sul passato, esattamente dalla data di scomparsa...