capitolo 14

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"ciao gemmy"

appena sentite quelle parole, è come se avessi smesso di vivere un secondo.

tutto quello che avevo desiderato per giorni, mesi e anni si era avverato.

non potevo crederci, mi sembrava surreale.

come uno di quei sogni talmente lucidi che ti fanno dubitare di star sognando.

solamente che nel mio caso era la verità, la realtà.

non stavo sognando.

"papà" rispondo con voce secca e fine.

presumo abbia capito la mia totale paura.

lui non mi risponde, rimane in un lungo silenzio che fa suscitare in me la paura che potesse pentirsi, ma poi non fu così.

in lui caddero delle lacrime che lo costrinsero a piegarsi a terra e guardami.

Matilde alla vista di tutto ciò scoppiò a piangere guardandomi.

io, invece, rimasi paralizzata.

"io...io volevo solo che imparassi a sopravvivere senza di me" dice "che capissi la gravità della cosa prima di affrontarla"

in me però dopo queste parole non regnava più la paura, ma la rabbia.

"tu...ti rendi conto? ti rendi conto del male che è successo in questi anni? del dolore che avrei provato se in quattro anni non sarei riuscita a vederti? NE HAI IDEA PAPÀ?"

lui non mi rispose.

"papà, è così che ti dovrei chiamare. ma sei stato soltanto uno sporco menefreghista. non pensando a me e a come mi sarei sentita. ma facendo soltanto la cosa peggiore che potessi fare: tenermi all'oscuro di tutto"

lui alza lo sguardo e mi guarda.

"so cosa ho combinato, me ne sono reso conto troppo tardi. permettimi di vivere gli ultimi giorni o mesi della mia vita con te. ti prego..." dice con una voce fine che a malapena riesco a sentire per il pianto.

lo guardo negli occhi, mi abbasso per guardarlo dritto, negli occhi.

ma non riesco a fare altro se non fare una cosa, a piangere.

scoppio in un lungo e rumoroso pianto abbracciandolo più forte che potessi.

cercando di unire in un unico grande abbraccio tutti quelli che avrei voluto dargli in questi anni.

quando non sapevo più niente di lui.
quando era la festa del papà.
quando mi mancava tanto.
quando piangevo per lui.

per una volta, mi sono concessa di liberarmi dal dolore.

con una persona la quale, tralaltro, se mi avessero detto in questi quattro anni che mi ci si sarei ritrovata ad abbracciarlo e sfogarmi con lui, non ci avrei creduto.

pian piano, passando i minuti, le lacrime smettevano di scendere.

cercando di dare spazio alle parole

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1g: coleichesaemozionare
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-al prossimo capitolo...
~ emily speranza

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 15, 2023 ⏰

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