capitolo 1

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contro ogni voglia che possa esistere sulla faccia della terra sento il rumore della sveglia e così mi sveglio, mi alzo dando inizio a questa giornata.

la prima cosa che faccio è guardarmi allo specchio e fermarmi a riflettere.

smetto subito dopo rendendomi conto del ritardo; la scuola inizierà tra soltanto mezz'ora.
nonostante io abbia una bassa voglia di andarci non posso presentarmi il primo giorno in ritardo.

fortunatamente mia madre è già uscita per andare a lavoro, sennò ne avrebbe fatto una tragedia.

ringrazio il cielo per aver fatto sì che avessi fatto la doccia il giorno prima, in questo modo mi vesto soltanto, prendo lo zaino, mi pettino ed esco.

non faccio nemmeno colazione perché sento di poter vomitare!

ho la fortuna di avere la scuola a pochi metri da casa mia, ma è stata a sua volta fortuna non aver fatto ritardo.

prendo le mie cuffiette, infilate con fretta nella tasca poco fa', e le indosso. facendo partire la playlist degli arctic monkeys.

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ormai alle porte della scuola realizzo solamente in quell'istante della situazione imbarazzante che si creerà intorno a me.

cioè...io...la nuova arrivata...

presa dalla fretta e furia, e con la paura di fare ancor più ritardo, mi dò una mossa e accelero il passo verso l'entrata.

l'email scolastica diceva che l'aula di biologia era l'aula 4 ... giusto?

poso i libri restanti nell'armadietto e mi precipito nell'aula di biologia.

OH MIO DIO! HO SBAGLIATO CLASSE!!

quando Dio stava distribuendo l'attenzione nel leggere l'email e il non leggerle di sera quando si è stanchi io ero in fila per la stronzaggine, si vede!

chiudo la porta, cercando di non guardare la faccia delle persone già presenti.

in seguito vado in segreteria, e dopo aver scoperto che in realtà fosse l'aula 5, mi dirigo in quella direzione.

contro ogni mia aspettativa, però, noto ancora l'assenza del professore.

sfruttando quest'occasione, mi affretto a prendere posto.

non appena occupato il posto, noto il professore entrare dalla porta. girandomi mi accorgo che tutti gli occhi dei compagni sono rivolti verso di me.

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se c'è una cosa, solamente una, che non volevo accadesse, è l'essere al centro dell'attenzione.

odio essere sotto gli occhi di tutti.

odio cercare di capire cosa possano pensare loro di me.

"è bella?" "è carina?" "è stupenda e simpatica?"

o peggio

"che razza di studente è?" "non ti sembra una stupida imbecille?"

invece mi ritrovo davanti la cattedra, con il professore accanto, e gli occhi dei miei compagni addosso.

e le mie guance? vanno a fuoco. di un rosso che sembra mi abbiano pitturato la faccia.

"benvenuta gemma, hai voglia di parlarci un po' di te in modo da farti conoscere meglio?" dice il professore chiudendo la porta.

NO. ecco cosa avrei voluto rispondere, e credetemi, lo stavo per fare, ma mi trattengo.

dopo un lungo silenzio rispondo alla domanda che mi si era stata fatta qualche secondo fa.

"si.. buongiorno a tutti. mi chiamo gemma olivero  e sono italiana..." dico...ma cosa cazzo mi sta prendendo?

io in imbarazzo in questo modo non esiste.

"bene, sarà un piacere per noi accoglierti, volevi aggiungere qualcos'altro?" dice.

"no grazie, va bene così" dico sarcasticamente sgranando gli occhi, ma con tanto di quella verità che non me avete idea.

con tanto di tensione addosso, decido di tornare al posto, e noto un alto livello di disinteresse nei volti nei miei compagni; buon per me.

arrivando al mio posto, occupandolo, mi concedo alle mie ansie, ai miei problemi, e a tutto il mio passato.

tutto ciò che ho vissuto non deve più tornare. e lo spero tanto.

non voglio mai più mettere in atto l'istinto di sopravvivenza...

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4 anni prima...

felicità! è questo che emano!

scendo le scale a più non posso dopo aver sentito il rumore del campanello e con un grande sorriso stampato in faccia mi dirigo ad aprire la porta di casa.

"papa!" urlo e vado incontro a lui abbracciandolo.

"eccoti gemmy! ma quanto sei cresciuta! oh fatti vedere tesoro..."

e mi strinse in un abbraccio Ancor più caloroso...

passammo intere giornate a giocare ai giochi di società, cantare, ballare, qualsiasi cosa.

mi divertii davvero tanto con lui... ma la me di anni fa non si sarebbe mai aspettata che quelle sarebbero state le ultime volte in cui l'avrebbe visto.

dopo esse, lui se ne andò. e su di lui il silenzio più assoluto.

da quel momento fino ad ogni giorno del presente non ebbi più sua notizia.

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1g: coleichesaemozionare
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-al prossimo capitolo...
~ emily speranza

*mi firmerò con questo pseudonimo


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