capitolo 13

3 0 0
                                    


il rumore della sveglia mi fa fare un sobbalzo, dando inizio a questa giornata.

non mi sono svegliata nel migliore dei modi, devo essere sincera.

avevo sognato l'incontro...o quantomeno quello che doveva essere.

avevo sognato che aspettavo con scarsi risultati mio padre da mia zia, ero sola, ma lui non arrivava.

per fortuna che era solo un sogno.

menomale che oggi al mio fianco avrò Matilde.

mia madre da ieri sera mi ha mandata 67 messaggi.

ed io, non le ho risposto nemmeno ad uno.

non avevo voglia di risponderle, non adesso.

non dovevo occuparmi la testa da altri pensieri, oggi avevo altro a cui pensare.

nel mentre che la sveglia mi aveva fatta saltare in aria, al contrario non aveva ancora svegliato Matilde.

dormiva beata, ed io, un po' la invidiavo.

decido di svegliarla con uno di quei suoni spaventosi di YouTube.

e lei...non l'ha presa proprio benissimo.

si è spaventata ed è caduta dal letto.

per poi dare inizio ad una battaglia di cuscini.

è stato un momento bellissimo, di spensieratezza.

quei 10 minuti dove non avevo pensato all'incontro che avremmo dovuto fare successivamente.

___________________&__________________

fidatevi, che se avreste visto la mia faccia di fronte alla porta di casa di mia zia, vi sareste spaventati.

ho un vuoto allo stomaco.

e credo, anzi ne sono sicura, che sia dovuto al fatto che rivedrò mio padre dopo anni.

avrei dovuto pensare al come comportarmi, magari a qualche domanda da fargli...

ma la verità è che sono terrorizzata, e non ho pensato niente di tutto ciò.

lui come si comporterà? mi abbraccerà?

mi farà domande o si aspetterà che gliele faccia solo io?

spero di no...non saprei gestire la situazione.

dio fa che non sia così...

"gemma" mi dice matilde liberandomi dai miei pensieri.

eravamo davanti la porta da tre minuti e ancora non aveva suonato.

decido, però, di interrompere questo loop e tenere premuto il citofono.

la paura me lo stava facendo suonare ben a lungo, ma ben presto non fu più così perché sussegui uno schiaffo di Matilde.

ha fatto male, aia! ma la sua azione è stata più che giusta...che imbarazzo!

sentendo dei passi dietro la porta mi pietrifico e mi vengono i brividi.

sento lo schiocco della porta, e successivamente la vedo aprirsi.

mi ritrovo davanti mia zia Lucrezia.

"gemma, tesoro" mi dice e poi posa lo sguardo su Matilde facendo un sorriso.

"temevamo non arrivassi più" continua.

'temevamo'... plurale. lei e...mio padre.

le rivolgo un sorriso STRA FINTO, perché non ne avevo voglia, e lei si sposta invitandomi ad entrare.

la mia attenzione fu catturata immediatamente da una giacca color porpora appoggiata nell'attacca panni...era la stessa dell'ultima volta che c'eravamo visti...

feci un sospiro e continuai a camminare, lenta come una lumaca, ma lo feci.

andavo notando quanto la casa, in realtà, fosse ancor più sistemata della altre volte.

e tutti questi piccoli dettagli mi facevano capire solo una cosa: stavo davvero incontrando mio padre.

avanzo fino alla cucina, non so perché proprio là, ma continuo a camminare.

mi giro intorno ma non vedo nessuno.

Matilde e mia zia Lucrezia alle mie spalle cambiano espressione nel viso.

io abbastanza confusa resto un attimo immobile.

per poi sentire alle mie spalle una voce proveniente dal soggiorno.

"ciao, gemmy"

_______________________________________

1g: coleichesaemozionare
•mettete mi piace per sostenermi 👍🏼
-al prossimo capitolo...
~ emily speranza

istinto di sopravvivenza Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora