Capitolo 33

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Stefano's pov

La sera ci concedemmo una cena in un accogliente ristorante, il suo preferito.

"Voglio fare una pazzia," annunciai con un sorriso malizioso.

"Ah sì? Dimmi, cosa hai in mente?" chiese Veronica, incuriosita.

"Ci facciamo il bagno di notte qui al mare? C'è anche la luna piena," proporsi con entusiasmo.

"Ma sei impazzito? Non ho nemmeno il costume, ho solo l'intimo," rispose, esitante.

"Andrà bene anche quello," replicai, con un'aria giocosa.

Senza ulteriori indugi, ci dirigemmo verso il mare.

Mi avvicinai e la baciai, poi la spogliai con dolcezza.

"Ma sei matto? L'acqua è ghiacciata!" esclamò, sorpresa, quando la sollevai e la gettai in acqua.

Risposi con una risata, tuffandomi a mia volta.

"Vero, è un po' fredda," ammisi, avvicinandola per un altro bacio sotto la luna piena.

"Ti amo follemente, Veronica," le sussurrai, continuando a baciarla.

Era un momento magico, il mio posto preferito con la mia persona preferita. Ma bastò solo un secondo per rovinare tutto.

Il telefono squillò, interrompendo l'incanto.

"Stefano, aspetta," disse, improvvisamente tesa.

"Chi ti chiama a quest'ora?" chiesi, preoccupato.

"È l'ospedale..."

"Rispondi," le incitai, stringendole la mano.

"Pronto?" disse, visibilmente spaventata.

"SIGNORINA, È UN EMERGENZA. IL TUMORE AL RENE STA CAUSANDO GRAVI DANNI A SUA MADRE. VENGA QUI IMMEDIATAMENTE," urlò la voce al telefono.

"ARRIVO," annunciò, la voce rotta dall'ansia.

"STEFANO, DOBBIAMO CORRERE IN OSPEDALE," mi disse, gli occhi pieni di terrore.

Ci vestimmo in fretta e furia, dirigendoci verso l'ospedale.

"DOTTORE," gridò Veronica appena arrivati.

"Signorina, la situazione è grave. Potrebbe rischiare di morire," comunicò il dottore, guardandoci seriamente.

"Sono disposta a donarle il mio," dichiarò, con determinazione.

"Ma ne sei proprio sicura?" domandai, cercando di nascondere la paura che mi avvolgeva.

"Sì, dottore. Mi faccia i controlli," rispose, con gli occhi lucidi di lacrime.

"Venga con me," disse il dottore a Veronica.

"Lei non può entrare," mi comunicò un'infermiera.

In quei momenti, l'angoscia e l'amore si mischiavano in un turbine di emozioni. Non avrei mai lasciato sola Veronica, nonostante la paura che mi stringeva il cuore.

Passarono delle interminabili ore, fino a quando finalmente il dottore ci chiamò.

"Signor Stefano, la sua ragazza ha finito l'operazione. Si sta riprendendo," annunciò, con un tono rassicurante.

"ARRIVO," gridai, correndo come se il mondo dipendesse da quei passi.

"Amore... Veronica..." balbettai, appena entrato nella stanza.

"Mhh, Aia... mi fa male tutto... A-amore sei rimasto tutto questo tempo q-qui?" chiese, con voce flebile.

"Certo... Io sarò sempre al tuo fianco. Te l'ho promesso," risposi, stringendole delicatamente la mano, sentendo il cuore pieno d'amore e preoccupazione.

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