Capitolo 24

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Entrò il dottore, il suono dei suoi passi riempiva la stanza silenziosa. L'aria era tesa, carica di aspettative e di paura.

"Oh, bene, vedo che la signora si è svegliata," disse con un sorriso professionale.

"Lei non mi metterà nemmeno un dito addosso," rispose mia madre con una voce dura e decisa, carica di rabbia e resistenza.

"Però dai maniaci ti fai toccare," dissi, la mia voce tremante di frustrazione.

"STA ZITTA!" urlò mia madre, il suo volto contorto dalla rabbia e dalla paura.

Il dottore, mantenendo la sua compostezza, si avvicinò al letto con calma. "Signora, per analizzare il suo caso dobbiamo necessariamente esaminarla. Non possiamo permettere che un nostro paziente muoia. Sappiamo tutto su di lei e sulla sua storia, quindi le consiglio di calmarsi e di sperare di uscire viva dalla chemioterapia e da tutto il resto." Le sue parole erano ferme, ma gentili, cercando di instillare una sensazione di sicurezza e fiducia.

Le parole del dottore riuscirono a zittire mia madre. La tensione nella stanza diminuì leggermente. Dopo un po', ci fece uscire perché doveva sedarla per effettuare alcuni controlli.

Mentre ci allontanavamo dalla stanza, il corridoio dell'ospedale sembrava più lungo e opprimente del solito. La mia mente era un vortice di pensieri e emozioni contrastanti.

"Ecco, lei è mia madre... Non ti chiedo nemmeno di dirmi cosa ne pensi," dissi, la mia voce un sussurro di disperazione.

"Non devo pensare niente, Veronica. Spero solo che, attraverso tutto ciò che sta succedendo, lei capisca quanto tu tenga a lei." La sua voce era calma, ma c'era una nota di preoccupazione che non poteva nascondere.
"Comunque, ora basta pensarci."

"Sono troppo stressata. La situazione era già complicata, ora mia madre che non si sa se uscirà viva da tutto questo, Edoardo che fa il coglione..." La mia voce era piena di angoscia e frustrazione.

"Veronica, ti posso portare nel mio posto preferito?" La sua domanda mi colse di sorpresa.

"Ehm, certo..." risposi, ancora stordita dalla situazione.

Mi portò in un piccolo ristorante affacciato sul mare, con una vista mozzafiato sul paesaggio. L'aria salmastra del mare e il rumore delle onde mi aiutarono a rilassarmi, anche se solo un po'.

"È bellissimo..." dissi, meravigliata dalla bellezza del luogo.

"Questo è il mio ristorante preferito. Nel mio posto preferito ti ci porterò più tardi."

"Ah..." risposi, ancora confusa e curiosa.

Erano le 18 quando mi portò in un campo fiorito, pieno di rose, girasoli e altri splendidi fiori. L'odore dolce dei fiori riempiva l'aria, e in lontananza si vedeva il mare, scintillante sotto il sole del tardo pomeriggio.

Voleva farmi vedere il tramonto. Mi aveva praticamente invitata a un appuntamento con lui. Stese un telo a terra e si sdraiò, invitandomi a fare lo stesso.

"Vedi, Veronica, il mondo è pieno di persone meschine. E quelle poche brave persone spesso sembrano cattive per piccoli gesti. Per questo è difficile trovare la persona giusta... perché ormai ci sono troppe persone di merda ed è difficile riconoscere quelle buone."
"Oggi le ragazze cercano il solito ragazzo ricco, bello, come lo vogliono loro. Quelli poi se le scopano una volta e le lasciano, a volte anche incinte, e da lì nasce il dolore. Invece, ci sono alcune che cercano una brava persona che possa promettere amore e fiducia eterna. Tutto è molto più complicato. E spesso, quando trovi la persona giusta, ti trovi davanti a mille ostacoli."

Le sue parole mi toccarono profondamente. Sentii le lacrime iniziare a scendere sulle mie guance. "Stefano, arriva al dunque," dissi, la mia voce tremante.

"Veronica, mi sono innamorato di te. Ma tu sei innamorata di mio fratello e questa cosa fa male a entrambi. Non potremo mai essere qualcosa. Non voglio rovinare il rapporto tra te e mio fratello..." disse, guardandomi profondamente negli occhi, con le lacrime che gli rigavano il volto.

"Stefano, sto provando un turbinio di emozioni e non so come gestirle. Ma ogni volta che sto con te mi sento al sicuro, protetta, a casa..." dissi, cercando di mettere ordine nei miei pensieri.
"Tutto ciò che sto provando mi destabilizza completamente..."
"Dopo quello che è successo con Edoardo, non so più come sentirmi. Non so se lo amo ancora o no. Ma c'è una parte di me che va pazza per te. Quando ci siamo baciati... avevo le farfalle nello stomaco che volavano verso l'alto..."

Il sole iniziava a calare, tingendo il cielo di sfumature arancioni e rosa, mentre ci guardavamo negli occhi, consapevoli del caos che ci circondava ma anche del legame profondo che si stava creando tra noi.

continua...

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