Capitolo 37

108 2 0
                                    

Il giorno successivo, con il cuore gonfio di speranza, mi recai in ospedale per visitare mia madre. Appena varcai la soglia della sua stanza, notai il suo sguardo vitale, ora pieno di emozione e gratitudine.

"Mamma," iniziai, cercando di trattenere le lacrime di gioia.

"Veronica, perché hai fatto questo? Dopo tutto quello che ho fatto... Mi hai donato il rene," rispose, la voce impastata dall'emozione.

"Mamma, voglio darti un'altra possibilità. Non voglio perderti," risposi, con voce ferma ma carica di amore.

Le sue lacrime si mescolarono alle mie, mentre ci stringevamo in un abbraccio che sembrava non dovesse finire mai.

"Perché lo hai fatto, mia dolce bambina... Io non merito tutto questo," singhiozzò, stringendomi ancora di più.

"Mamma, non piangere. Non potrei mai pentirmi di questa scelta," risposi, cercando di trasmetterle tutto il mio amore e la mia gratitudine.

Mi avvicinai a lei e le mostrai l'anello che Stefano mi aveva regalato, i suoi occhi si illuminarono di gioia e orgoglio.

"Ti sposi?" chiese, la voce piena di meraviglia e felicità.

"Sì, mamma," risposi, sorridendo emozionata, "Stiamo cercando di organizzare tutto al più presto."

Le sue parole di approvazione e benedizione risuonarono nella stanza, riempiendola di una dolce armonia e una promessa di futuro.

"Ciao tesoro," disse quando me ne andai, con una luce di speranza nei suoi occhi, "farò di tutto pur di assistere al tuo matrimonio. Salutami Stefano."

E così, uscii dall'ospedale, con il cuore gonfio di gioia e gratitudine per la felicità di mia madre.

Una volta a casa, trovai Stefano impegnato a telefonare ai suoi parenti per invitarli al matrimonio. La sua dedizione e il suo amore mi riempirono di una gratitudine senza fine.

Il giorno seguente, decisi di affrontare il difficile compito di invitare Edoardo. Con il cuore in gola, mi recai da lui, desiderosa di riparare il legame spezzato tra i due fratelli e di garantire la presenza del mio futuro marito al matrimonio.

"Bussai alla porta di Edoardo, sperando di trovare la forza e la determinazione necessarie per affrontare la situazione.

"Ciao Valeria," dissi, sorridendo con riconoscenza, mentre mi accoglieva calorosamente.

"Tesoro, come stai? Come sta tua madre?" chiese, con occhi pieni di preoccupazione e affetto.

"Tutto apposto, Valeria, tranquilla. Forse mia madre sta guarendo," risposi, cercando di trasmettere la mia speranza e gratitudine.

Dopo un breve scambio di parole, le consegnai l'invito al matrimonio, guardando con emozione la sua reazione.

"Non ci posso credere... Sono contentissima per voi. Non vedo l'ora di averti come nuora," esclamò, abbracciandomi con affetto.

Poi, con un misto di determinazione e timore, chiesi di incontrare Edoardo, desiderosa di porre fine alle ostilità e riunire la famiglia in un momento di gioia e unità.

Lacrime d'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora